In cammino verso… un cuore nuovo
Quando
dimentichiamo di caricare il cellulare esso si spegne e non ci permette magari
di continuare il nostro dialogo con le persone che grazie a questo strumento
potevano raggiungerci . A causa del telefonino scarico non possiamo più sentire
le persone che stavamo ascoltando e non perché non vogliamo ma perché ne siamo
impediti. Questo avviene anche nella nostra vita spirituale, abbiamo bisogno di
metterla in carica per evitare che si
spegni e di conseguenza che la comunicazione con Dio diventi impossibile. La preghiera del cuore che Noi spesso sottovalutiamo è l’unica strada
che ci permette di trovare la pace perché’ è l’unica che ci sintonizza con Dio.
Essa ci dona una pace che il mondo non
può dare e non può togliere.
La
preghiera che noi spesso e volentieri rifiutiamo è la sola che colma il nostro cuore di pace gioia e
amore e ci apre ad una comunione col
nostro papino che ci ama infinitamente e che se noi lo vogliamo ci avvicina
sempre di più a Lui. Abbiamo bisogno di
vivere questa vita in pienezza ciò che
il cielo ci dona. Pertanto dobbiamo imparare a pregare. La preghiera ci
libera dalla nostra ansia fastidiosa che
è sempre pronta a strapparci la pace e ad offrirci quel senso di inquietudine, di insoddisfazione, di
insicurezza regalandoci una pace interiore che cresce man mano che la preghiera
diventa più profonda. La gioia è frutto dell’amore e grazie alla
preghiera possiamo riconciliarci con la nostra debolezza e scoprire che
Dio ci ama con le nostre fragilità, con i nostri limiti. Viviamo nel mondo
delle apparenze, accecati dal nostro orgoglio, dalla nostra vanagloria,
superbia, egoismo, ci vantiamo di essere forti,
di essere capaci di successo ed
invece ci ritroviamo soli, fragili, piccoli, imperfetti, deboli, miseri, la
preghiera ci dona la luce per
riconoscere le nostre debolezze e permettere ,che Dio possa rendere possibile
l’impossibile e affidarGLI le nostre
debolezze per trovare in Lui la forza di superarle. Il cristianesimo non è una
serie di divieti e prescrizioni che limitano la nostra libertà ma è un portare
e dare amore, e, questo Amore con la a maiuscola non ci rende schiavi ma Liberi,
e ci permette di illuminare il nostro cuore e di discernere con l’aiuto di Dio
il bene dal male. Se ci facciamo male fisicamente corriamo a prendere il
disinfettante mentre spesso trascuriamo le ferite del cuore che continuano a
sanguinare dimenticando che Gesù conosce ogni patire e che solo lui può fasciare le nostre ferite, e come dice in
Isaia, guarirci cambiando il nostro cuore indurito in un cuore nuovo. Nella
nostra società dove regna la fretta, Gesù
ci chiede di fermarci a riflettere, Perché’ il Verbo di Dio si è fatto carne e
venne ad abitare in mezzo a noi? Probabilmente perché aveva qualcosa di vitale
da dirci. Per far nuovo il nostro cuore e far nascere nuovi orizzonti di vita.
Il
problema è un altro :crediamo davvero che questa parola veramente può cambiare
la nostra vita, che possa cambiare il nostro cuore? Se non riconosciamo che Lui
è tutto e noi non sia nulla, rischiamo di disperdere le nostre energie e
rimanere impigliati dalle ragnatene delle nostre vanità. La preghiera del cuore non e’ ripetere continuamente delle preghiere, ma è dialogo
con Dio, e’ amore verso Lui, la preghiera è sperimentare la comunione con Lui.
Il cuore della preghiera è proprio l’amore, e solo un cuore che si apre
all’amore può affidarsi a sentieri del tutto nuovi . La Preghiera ha bisogno di deserto, di uscire
dalle distrazioni e monologhi , dobbiamo fare silenzio per ascoltare ciò che
Lui ci dice, ma per far ciò dobbiamo amarlo con tutto il cuore , con tutta
l’anima e con tutta la mente, dobbiamo permetterGli
di raddrizzare i nostri sentieri. lo Spirito Santo viene in nostro
soccorso se noi lo vogliamo davvero e
perseveriamo nelle nostre urla( urlare significa pregare nella Sacra Bibbia). Goccia dopo goccia la
nostra preghiera cambia significato, diventa sempre più profonda e si allarga
la gioia, la pace, la libertà interiore e l’amore in noi. Solo l’amore può permettere al nostro cuore
indurito dall’egoismo e dalle ferite della vita di aprirsi per lasciarsi
raggiungere dall’amore di colui che e’ Amore.
Esistono
vari i impedimenti durante la preghiera e sono:
le distrazioni. Esse difficilmente ci permettono di entrare nella
preghiera contemplativa. Per
non cadere nelle trappole delle mille distrazioni che si insinuano per
distoglierci dalla preghiera abbiamo bisogno di tanto allenamento, costanza e
vigilanza, e tanto impegno.
L’arroganza e la
presunzione: di chi
crede che possa cavarsela da solo è che crede che Dio è lassù e che quaggiù noi
dobbiamo fare i conti sulle nostre capacità, talenti e determinazione e che quindi è inopportuno
scomodare Dio per la nostra quotidianità. La superbia si insinua in maniera
subdola distrattamente, ma in realtà siamo del tutto assenti ,mentre per
cercare Gesù nel nostro cuore dobbiamo tornare ad essere piccoli a cercare la
vera umiltà… dobbiamo tornare ad essere bambini. Più torniamo alla semplicità e
alla meraviglia dei bambini più possiamo sorprenderci dell’amore di Dio e
contemplare le meraviglie che Lui compie nella nostra vita, per diventare tutto dono, tutto grazia , tutto
meraviglia. Una delle condizioni
necessarie per entrare nella preghiera è
l’amore , è fondamentale che riconosciamo tutto ciò che ha portato il nostro
cuore a chiudersi e a ripiegarsi su se stesso rendendolo incapace di donare e
accogliere amore.
Il Rancore: Il cuore tende a reagire alle offese
con dolore, rabbia e tende a chiudersi ,Spesso si prova un profondo rancore
verso le persone che ci hanno ferito ma esso è un veleno che ostacola l’anima e
ci impedisce di donare e ricevere amore
rendendo il cuore sempre più di pietra e questo non ci permette di pregare.
La tiepidezza: Quando si
inizia a pregare sul serio ,
grazie all’azione dello Spirito Santo la preghiera diventa facile, spontanea,
naturale e più restiamo fedeli ad essa e più il nostro cuore si infiamma
d’amore tanto da poterlo portare agli
altri e illuminare le loro vite. Il libro
dell’Apocalisse ci dice che è meglio prendere una posizione positiva o negativa
nei confronti di Dio ma non rimanere tiepidi
La Dipendenza: un altro grande scoglio alla
preghiera sono le nostre dipendenze: dalla tv , social network, telefonino,
internet, playstation, cibo, successo , shopping, trucchi, denaro, alcool,
droga, psicofarmaci, giochi d’azzardo, ma
in realtà tutto ciò di cui ci
circondiamo non fa altro che aumentare quel profondo senso di insicurezza messo
in crisi alla prima critica. Ogni dipendenza paralizza la nostra anima
impedendole di gustare la bellezza della
vita spirituale. Se ci fermiamo a riflettere su quanto tempo passiamo davanti a
queste cose appena elencate e quanto invece lo passiamo dedicandolo alla preghiera,
ci renderemo conto che c’è un grande dislivello.
Il Continuare a rimandare: E’ un’altra trappola che cadiamo
spesso, presi da problemi e preoccupazioni e
cose inderogabili da fare. E ci
ritroviamo spesso a tarda sera a recitare magari mnemonicamente 4 preghierine
veloci quasi per far tacere il nostro
senso di colpa.
La Mancanza di fedeltà: rimandando la preghiera saremo sempre
meno fedeli e costanti e sempre più lontani dal raggiungere la preghiera
contemplativa. Infatti nella fede chi non va avanti torna in dietro perché
nella vita spirituale non esiste un fermo.
Ma…Come
impariamo a pregare? A questa domanda troveremo risposta leggendo il
Vangelo, è posta dai discepoli ed è proprio a questa domanda Gesù rivela il Padre Nostro. Ma la domanda che viene
rivolta al Nostro Messia è “insegnaci a pregare” non insegnaci una preghiera,
quindi il Padre Nostro non è solo una preghiera ma ha dei punti cardini di ciò che dobbiamo sapere se vogliamo
imparare a pregare. Gesù ci rivela che Dio è Padre tanto Suo quanto mio, il Creatore è Papino
(Abba) per noi.
Se
vogliamo entrare nel cuore della
preghiera che è relazione con Dio dobbiamo farci raggiungere in profondità da
questa rivelazione. Dobbiamo far uscire Dio dai nostri schemi mentali di cui lo
abbiamo incasellato e che ci impedisce
di conoscerlo davvero. Se sono convinta che la persona con cui mi sto
relazionando è una persona che mi
giudica quando parlerò con lei sarò sempre sulla difensiva e tenderò a filtrare
ogni cosa e questo comportamento falsa la relazione e molte volte questa trappola è di inciampo alla nostra
conversione.
Se ad esempio mi sono convinto che
Dio è un giudice, che segna sul
libro bianco le mie buone azioni e quello nero i miei errori vivrò la religione
come un dovere d’assolvere “formalmente” pur di non ricevere la punizione. Andrò
a messa per non essere in peccato
mortale e non perché sono consapevole dell’immensa grazia di poter ascoltare la
Parola di Dio e di poterlo ringraziare ricevendo il Suo Corpo attraverso il
dono dell’Eucarestia. L’andare a messa per evitare punizioni mi porterà ad
essere presente solo fisicamente e non col cuore , mi impedirà di accogliere
l’immensa grazia che potrei avere se vivessi la messa non come dovere ma per
amore. Ogni suggerimento d’amore contenuto nella parola di Dio diventa un
dovere d’assolvere per evitare la
punizione o addirittura l’inferno. Così si rischia di cadere in sterili
formalismi e nell’osservanza di una quantità infinita di regole ma che lasciano
invariati il cuore.
Se
reputiamo invece che
Dio è padre ma proiettiamo su di lui la nostra idea di Padre
che non sempre è corretta perché magari abbiamo avuto un padre
estremamente rigido, che ci ha giudicati e puniti per ogni errore, che ci ha
sempre fatto sentire inadeguati, incapaci e vediamo ogni comandamento di Dio
come un opprimente compito da assolvere e crediamo di non essere mai
all’altezza delle sue aspettative e presi da una certa rabbia tendiamo a
trasgredire senza sentirci liberi dai sensi di colpa e dalla paura del castigo
che deriva dalla trasgressione. Altre volte reputiamo invece che Dio esiste ma
lui è in cielo o chissà dove ma non ha nulla a che fare con la nostra vita.
Pertanto non ci lasciamo mettere in discussione dalla possibilità che il Verbo
si è fatto carne per abitare in mezzo a noi e che per tanto vuole dirci
qualcosa di importante per permetterci di vivere in pienezza la nostra
esistenza. Ci limitiamo a credere che
Dio è lassù e noi quaggiù e se nostro padre non ha avuto tempo da dedicarci
figurarsi perché preso da tante cose, figurarsi Dio. Dobbiamo scrollarci di
dosso queste verità che dipendono dal nostro vissuto e porre le nostre basi sul
fatto che :
Padre:
Dio è Padre e ci ama di un amore smisurato ,si prende cura di noi,
scommette per noi e più crediamo questo e più ci viene spontaneo rivolgerci a
lui, abbandonarci a lui con la semplicità e purezza con cui un bimbo si
abbandona al Padre in situazioni difficili e buttandosi tra le braccia del papà
non teme nulla. Per dialogare con Dio dobbiamo credere fermamente che Lui è
Amore , che questo Papino si prende cura di noi con estrema tenerezza. Dobbiamo
pertanto tener vivo il nostro dialogo con Lui affidandoGli ogni situazione
perché tutto concorre al bene per coloro che amano Dio, allora davvero
abbandoniamoci a Lui perché saprà come mutare il male per diventare un bene per
noi. Se davvero facciamo questo passaggio ci lasciamo raggiungere in profondità
dalla verità che Dio è il nostro Papino e la nostra vita farà un salto di
qualità.
Nostro
: Gesù ci
rivela che Dio è Nostro Padre, quindi se
è nostro vuol dire che siamo tutti fratelli, e pertanto è errato vedere l’altro
come avversario, ma un fratello da voler bene con tutto il cuore .E’ necessario
passare dalla competizione alla comunione perfetta nella distinzione.
Sia
santificato il tuo nome: (dalla
gloria dell’Io alla gloria di Dio). Gesù ci chiede una grande passaggio in
questa frase: di passare dall’io a Dio. Si perché diciamo di essere cristiani,
di voler amare Dio con tutto il cuore e a Lui rendere gloria ma in realtà siamo
sempre in cerca di riconoscimenti, di trofei, dell’approvazione degli altri, di
stima, si cade perciò nella vanagloria, nell’orgoglio e nella superbia. Siamo
sicuri di aver scelto Dio ed invece stiamo portando avanti il nostro Io.
Passare dall’essere condizionati dalla paura dei giudizi, dal bisogno di
approvazione e riconoscimenti alla
ricerca pura e piena della gloria di Dio è un’altra conversione indispensabile.
Dobbiamo imparare a stare attenti che tutto ciò che facciamo sia veramente per
dar gloria a Dio e vigilare sempre per cadere nella vanagloria, nella superbia
e orgoglio.
Venga
il tuo regno, sia fatta la tua volontà:
Quante
delle azioni che facciamo durante la nostra giornata sono motivate da un vero
desiderio di fare la volontà di Dio e non la nostra? Quante volte nelle
preghiere diamo noi le disposizioni a Dio, chiedendogli di fare ciò che noi
vorremmo. Purtroppo meno ascoltiamo la voce della nostra coscienza più
diventiamo incapaci di ascoltarla e lasciarci guidare dallo Spirito Santo.
Allora fratelli chiediamoci quale regno sta regnando nel nostro cuore: egoismo,
superbia, pigrizia, sete di vanagloria, di successo, di denaro, la mia
lussuria.
Qual’ è il
motivo più profondo che orienta le mie scelte, le mie decisioni, le mie parole,
le mie azioni? Più desideriamo con tutto il cuore discernere e compiere la
volontà di Dio più permettiamo a Dio di
realizzare il progetto che Lui ha su di noi.
Passaggio di conversione: Passare da ciò che mi va, alla
ricerca sincera e profonda della volontà di Dio.
Dacci
oggi il nostro Pane quotidiano: tutto quello di
cui abbiamo bisogno ci è donato da Dio. Per imparare a pregare non e’ sufficiente
rivolgerci a Dio per chiedere ciò che abbiamo bisogno ma e’ importante
cambiare il nostro atteggiamento di fondo.
Dobbiamo sentirci meno autosufficiente perché abbiamo bisogno di amare ed
essere amati. Abbiamo bisogno di saziare la nostra sete di amore del nostro
cuore in Dio che è l’amore infinito.
Passaggio
di conversione : E’ necessario conoscere la nostra debolezza, riconoscere la
nostra fragilità, aprire gli occhi dell’anima per passare dalla presunzione
alla gratitudine verso quanto ogni giorno Dio ci dona.
Abbiamo bisogno di nutrirci della
Parola di Dio, del pane di vita disceso dal Cielo
Rimetti
a noi i nostri debiti: dal rancore alla Misericordia
come
noi li rimettiamo ai nostri debitori: Quanto immensa è indicibile è la volontà di Dio nei
nostri confronti, quante volte siamo stati rigenerati, rinnovati dal perdono di
Dio. Quante volte invece siamo aridi e non riusciamo a perdonare, quante volte
permettiamo al rancore di avvelenare il nostro cuore. Il rancore è un veleno che ci porta ad
indurire il nostro cuore a tutti anche verso Dio. Il perdono invece che Gesù
chiede di dare ai nostri nemici è un balsamo capace di lenire e guarire le
nostre ferite più profonde che portano
il cuore a chiudersi
Passaggio
di conversione : Dobbiamo liberarci da ogni piccolo, grande rancore per donare
il nostro perdono è questo che vuole Gesù da noi
Non
ci indurre in tentazione ma liberci dal male: Dio è Amore e ci ama immensamente e non ci
indurrebbe mai in tentazione, chi ci induce è il maligno, il Nostro Papino non
solo non ci abbandona davanti alla tentazione ma ci aiuta con la Sua grazia ad
affrontarla. Se rimaniamo nell’amore di Dio saremo liberi dal Male. In questa
frase del Padre Nostro si evince che la nostra vita è un combattimento tra il
bene (Dio ) e il male (maligno, separatore, demonio). Dobbiamo essere vigilanti
perché’ se abbassiamo la guardia Satana si insidia, colpisce l’anima e ci
imprigiona rendendo attraente ciò che è male, ingannandoci e portandoci sulla
via del peccato, Il demonio ci attira attraverso la libertà, ecco perché Gesù ci invita a vegliare e
vigilare attraverso la preghiera. Dobbiamo essere consapevoli che c’è un nemico che ci tenta che ci rende
fragili, piccoli, futili e che solo Dio può spezzare le catene del peccato e
donarci la libertà interiore che solo nel Suo Amore possiamo ritrovare.
Oltre al
Padre Nostro però ci sono diversi tipi di preghiera che ci possono essere di grande aiuto come :
la preghiera di
Lode che ci aiuta a
predisporre il cuore al dialogo con Dio. Noi tutti abbiamo la tendenza a
ripiegarci su noi stessi ed a porre la nostra attenzione più sulle cose
negative che su quelle positive. Infatti se abbiamo mal di testa difficilmente
in quel momento saremo grati a Dio per avere la vista, per camminare,
parlare, ascoltare. La lode ci aiuta a guardare a Dio, alle cose di Lassù,
ti spinge ad alzare lo sguardo e a combattere la trappola
dell’autocommiserazione dove tutti sono mancanti compreso Dio. Le lodi ci
aiutano a spostare lo sguardo verso Dio e ad aprire il nostro cuore ai fratelli.
La Parola di Dio ci invita a dare la lode a Dio e rendere grazie a Lui. E’ un
tipo di preghiera che spesso tralasciamo perché accecati dal nostro egoismo,
dalle nostre pretese, della nostra superbia, dai nostri peccati che ci
impediscono di vedere i tanti regali che il Signore ci riserva. Non riusciamo
ad essere contemplativi, pieni di stupore, non riusciamo a farci stupire.
Le lodi
ci aiutano ad uscire dal nostro guscio, ripiegamento su noi stessi, per
aprire il cuore all’amore di Dio.
La preghiera di
ringraziamento all’inizio
della giornata che noi facciamo attraverso le lodi ci aiutano ad entrare nella
preghiera del cuore e seppur ci sentiamo appesantiti dai problemi che ogni
giorno insorgono ella nostra vita, dobbiamo ringraziare molto di più Dio per le
meraviglie che lui in noi compie: il dono della vita, il dono della creazione, la
bellezza di un alba o di un tramonto, la dolcezza di un bambino, il canto degli
uccelli, la casa, il cibo le persone care al nostro fianco. La consapevolezza
profonda che Dio è il nostro papino ci porta a ringraziarlo di tutto anche di
cio’ che ci fa soffrire perché abbiamo la certezza che Lui ci fara’ superare
ogni tipo di prova o di croce che a noi fa paura. Più riusciamo a custodire il
nostro cuore nella preghiera di ringraziamento e piu’ saremo felici. La
preghiera di ringraziamento ci aiuta a sintonizzare la telecamera interiore
sulle cose belle e non su quelle negative,
a valorizzare il bicchiere mezzo pieno e non quello mezzo vuoto quindi
valorizzare l’altro come creato e voluto anche lui dal Signore quindi
compartecipe come noi di un progetto divino, allora dobbiamo esercitarci molto
per svelare la bellezza del mistero
celato oltre le apparenze in ognuno di noi. Il Signore ci promette in Ezechiele di darci un cuore nuovo, quindi è importante la
preghiera di pentimento perché purtroppo siamo poco attenti alle attitudini di
peccato che sono radicate in noi e non ci rendiamo conto di quanto tutto ciò chiuda il nostro cuore
all’amore di Dio, basta solo pensare al
nostro orgoglio, la nostra arroganza, la nostra incapacità di ascoltare
l’altro, la presunzione di voler sempre avere ragione, la nostra pigrizia, la
nostra incapacità di perdonare, le nostre idolatrie e quanto tutto ciò provochi
delle ferite nelle persone a cui ci relazioniamo.
La preghiera di
pentimento ci aiuta a
mantenere viva la nostra vigilanza, naturalmente dobbiamo chiedere perdono ai
fratelli e a Dio attraverso anche l’arma della confessione. Il sacramento della
riconciliazione è un meraviglioso antidoto contro ogni morso velenoso del peccato che così viene
eliminato. Ripetiamo spesso:
“Perdonami
Signore per tutti i momenti in cui ho perso la pazienza, in cui non son stato
attento al bene dei fratelli, ho cercato il mio interesse.”
La preghiera ci aiuta ad aprire il cuore Dio e ad aumentare l’impegno e la vigilanza
riguardo a i nostri principali punti di fragilità.
La
preghiera di domanda è quella più spontanea e più semplice,
racchiude la fiducia di un piccolo che si rivolge al proprio papino
certo di ottenere ciò che sta chiedendo, però molte volte questa preghiera e’
accompagnata dalla superbia. Infatti pretendiamo da Dio cio’ che gli chiediamo
noi ….. “sia fatta la nostra volontà”, noi vogliamo essere esauditi, come se
Dio fosse al nostro servizio e no noi al Suo, questo dimostra che non ci
fidiamo di Dio, che siamo presuntuosi perché crediamo che le nostre soluzioni
siano meglio delle Sue soluzioni ed invece dobbiamo sentire di dire Signore se
è nella tua volontà perché Dio sa’
meglio di noi quello che per noi è meglio
perché’ mentre il nostro sguardo è limitato ed egoista, il suo vede
invece molto oltre, alla base di ogni preghiera ci deve essere l ‘affidamento a
Dio, la fiducia totale in questo papino e ciò che per noi è impossibile lui con
la sua potenza lo renderà possibile come
ad esempio l’amore al nemico, Lui ci chiede
di vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo. Gesù da’ anche molta importanza
alla preghiera comunitaria e lo vediamo nel vangelo secondo Matteo, quando Gesu’ dice “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» da
questa frase possiamo dedurre che se preghiamo in comunità la nostra preghiera
sarà, se secondo la volontà di Dio,
ascoltata perché’ qui è presente il Salvatore in mezzo a noi. E’ importante rivolgersi a Dio con insistenza,
e Lui non mancherà di rispondere alle nostre preghiere.
Più ci
sintonizzeremo con cuore di Gesù più inizieremo al Padre ciò che davvero è bene
per la noi e per i destinatari delle nostre preghiere. Allora vediamo
realizzarsi tutto ciò che chiediamo contemplando i miracoli che Dio opera per chi
davvero si abbandona a Lui. Gesù ci
assicura che se viviamo la sua parola La Trinità verrà a dimorare in mezzo a noi. Se allora vogliamo
imparare una preghiera che non sia solo
Dialogo con Dio ma comunione profonda con la Trinità non possiamo fare a meno
di leggere meditare e vivere la Parola
di Dio.
La Lectio divina ossia la lettura della parola, la
meditazione, la preghiera e la contemplazione è un metodo di ascolto , di
meditazione, di preghiera della Parola, e’ necessario esercitarsi bene in
questi 4 passaggi perché’ servono a sviluppare la preghiera contemplativa e del
cuore. La lectio divina è un esercizio alla portata di tutti che se fatto ogni
giorno porta dei frutti tangibili. Così come ogni mattino appena svegli
prendiamo il caffè per svegliarci così è
importante svegliarsi attraverso la preghiera e alla meditazione del Vangelo.
Al risveglio dalla notte pertanto sarebbe utile leggere il Vangelo del giorno
con molta attenzione predisponendo il nostro cuore all’ascolto del cuore,
perché il Signore parla ad ognuno di noi in modo individuale, la parola di Dio
è per me e per te, per rinnovare la nostra vita e sperimentarne la sua pienezza
e poter collocare ogni nostra priorità nella giusta dimensione. Non fermiamoci
però alla semplice lettura superficiale, chiediamo al Signore la grazia di
poterci immergere nella più profonda contemplazione per permettere alla Parola di
farsi carne in noi e Lo Spirito Santo possa venire a dimorare in mezzo a noi. “Beati i poveri in Spirito” ma ci
sentiamo realmente poveri o siamo troppo pieni dei nostri tesori??…. Sono
consapevole di essere povero e di aver bisogno di Dio? Quanto invece siamo
attaccati alla carriera, al denaro, ai riconoscimenti, a ciò che gli altri
pensano di noi, al raggiungimento dei nostri interessi?
Allora Possiamo
pregare anche con questa sintetica preghiera:
“Aiutami Gesu’ a spogliarmi di
tutto, a liberare il mio cuore dai tanti
piccoli o grandi idoli che hanno preso il posto nel mio cuore. Tu sei il
Signore e io davvero da oggi desidero che
sia tu l’unico a regnare nella mia
vita!”
“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” cerco
di amare l’altro preoccupandomi del suo
bene o spesso agisco per il mio tornaconto personale?. Quanto è
difficile custodire un amore che sia
davvero puro, che non cerca mai il proprio interesse. Abbiamo bisogno di
custodire la nostra purezza, tutto cio’ che noi facciamo deve essere dettato
dall’amore che ci introduce nella bellezza della contemplazione liberandoci
dalla nostra superbia, il nostro egoismo, dalle nostre radici di peccato. Chiediamolo al Signore:
“Donami
Gesù, un cuore puro, purifica i miei pensieri, i miei desideri, le mie
motivazioni piu’ profonde, liberami da ogni forma di orgoglio, di vanagloria,
di suscettibilità per donarmi finalmente la vera umiltà”
La
liturgia delle ore: è
un aiuto molto concreto e prezioso per imparare a pregare con il supporto della
parola di Dio. Essa ci aiuta non solo a scandire la giornata così tutto ciò che
facciamo possa diventare dialogo col Signore essendo vissuto in comunione con Lui
e grazie ai salmi possiamo imparare meglio la preghiera di lode e
ringraziamento, quella di pentimento, quella di intercessione e di domanda per immergerci sempre più
profondamente nella preghiera del cuore proprio accompagnati dalla Parola di
Dio. Il Signore nel Vangelo ci dice “chi
mi ama osserva i miei comandamenti” allora non è importante ogni forma di
precetto ma vivere la Parola di Dio, e là dove non riusciamo a compierla
chiediamo il Suo Santo aiuto senza sconfortarci ma sicuri che Dio ci verrà
incontro. Sostiamo almeno tre volte nell’arco della nostra frenetica giornata a
riprendere il vangelo che abbiamo letto al mattino prima di alzarci e vedremo
come pian piano la nostra vita cambierà svolta. Lasciamo che sia lo Spirito Santo
a guidare la nostra preghiera. E’ fondamentale fermarsi in adorazione per lasciarsi guidare dallo Spirito per
essere un tutt’uno col nostro Padre. Non abbiamo bisogno di parlare , di dire
al Signore le nostre necessità ma Semplicemente
contemplarlo, e se non ci riusciamo non abbiamo paura di chiederGli di
subentrare nella nostra debolezza e farci dei veri adoratori come Lui ci vuole. Nella prima lettera ai Tessalonicesi San
Paolo scrive “ Siate sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete
grazie , questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di noi. Non
spegnete lo Spirito”. Quando
viviamo nella nostra carne
l’amore che Dio ha per noi, desideriamo fare la Sua Volontà, in questa parola
ci dice di pregare incessantemente perché’ se viviamo nella Preghiera costante
saremo lieti. Cosa è la preghiera costante? E come una donna con dei figli e
con un lavoro, con degli interessi può rendere carne questa parola? La vita
di Gesù, della Madonna e di San Giuseppe ci suggeriscono che non serve
ritirarsi in convento ma che tutti anche chi vive da laico deve mettere Dio al centro del proprio cuore rendendo
sacro ogni nostra azione, cercando in ogni nostra azione il bene comune e solo
quando agiremo per amore riusciremo a
custodire sempre l’anima in preghiera. Quando tutta la nostra giornata sarà
all’insegna dell’amore e tutto ciò che facciamo sarà per rendere Sacro il nome
di Dio arriveremo al culmine della preghiera e in questo momento arriveremo a
dimorare in Dio e permetteremo a Lui di Dimorare in noi. In ogni fratello, ogni
prossimo che incontriamo può essere una nuova opportunità per una più profonda
comunione con Dio. Gesù stesso nel vangelo ci dice che qualsiasi cosa abbiamo
fatto al nostro prossimo , lo abbiamo fatto a Lui ed in base a quello che
faremo verterà il giudizio universale, quindi non ci verrà chiesto quanto
abbiamo pregato, di quante opere o miracoli abbiamo fatto, quante persone
abbiamo fatto convertire con la nostra predicazione ma ci verrà chiesto quanto
abbiamo amato i nostri fratelli più piccoli, in difficoltà, i sofferenti e di
tutto il bene che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto. Tendiamo spesso a
sottovalutare i nostri peccati di omissione, accontentandoci di non fare il
male preferendo un cristianesimo disincarnato e poco concreto sottovalutando
che ogni persona al nostro fianco è un incontro con Gesù presente in ogni
piccolo, una nuova opportunità di amare ed entrare in una comunione sempre più
profonda con colui che è amore. Per entrare nella preghiera incessante del
cuore bisogna ricercare il Volto di Cristo attraverso il volto del fratello sofferente.
Più amiamo i fratelli e più cresce la comunione con Dio e la nostra preghiera
contemplativa. Per rimanere sempre di più
nell’amore di Dio dobbiamo diventare
uniti così come Gesù in noi e Dio in lui attraverso quell’amore
che il Figlio del Padre è venuto ad insegnarci. L’egoismo è il principale nemico di questa conversione, ecco perché è
fondamentale nutrirsi della parola. Anche la croce, la sofferenza che portiamo
vista sotto la luce dell’amore può diventare un opportunità di incontrare Gesù
per crescere nell’amore e nella comunione con Dio nella preghiera incessante
del cuore. I Vangeli narrano che Gesù era solito pregare in luoghi solitari. Pregava
prima delle decisioni importanti, prima dei miracoli, per fronteggiare la
tentazione, la paura, l’angoscia, le sofferenze, alla croce, seppur vivesse già
in comunione col Padre. Se Gesù pur vivendo una stretta comunione col Padre
viveva costantemente di preghiera, tanto più dovremmo fare noi, non pensiamo di
illuderci di vivere senza la preghiera. Se cerchiamo la via la verità e la vita non
possiamo averla in abbondanza se non volgiamo i nostri occhi a Gesù come Verbo
di Dio fatto carne per aprire la Via a
tutti noi verso la gioia , la pace, e l’amore e ridarci l’unità con il
Padre perduta. Dopo la Resurrezione Gesù dice ai discepoli: “Come il Padre ha
mandato me, anch’io mando voi” e alitò su di loro lo Spirito Santo….. cioè….
Dio manda suo figlio per riscattarci e Gesù mandai i discepoli, cioè a chi lo segue , e noi che
lo seguiamo a diventare come acini per essere dono d’amore per chi ci sta
accanto per la nostra e la loro salvezza , per fare ciò dobbiamo diventare sempre
più somiglianti a Cristo che abbiamo perso col peccato ma che attraverso la Parola di Dio che si incarnerà
in noi, riusciremo ad avvicinarci alla
nostra luce originaria e sentiremo sempre di più il desiderio di Dio.
Guardiamo allora alla vita di Gesù e fermiamoci a meditarLa per cercare
di capire come va vissuto il Cristianesimo attraverso i Suoi
insegnamenti e l’esempio della Sua vita.
Ogni
cristiano è chiamato a vivere nel proprio percorso spirituale la nascita di Gesù che dalla parola diventa carne nella propria vita è questo momento della propria vita che è
chiamato la nuova rinascita nei Vangeli “la nascita dello Spirito Santo. Nel
Battesimo riceviamo la grazia di nascere dall’alto, dallo Spirito, ma il più delle
volte calpestiamo questa grazia trascurando la via dello Spirito camminando
secondo la carne , seguendo la mentalità del mondo, cercando il nostro
appagamento dimenticando di “ cercare le cose di lassù” ecco che il Signore
permette un fatto, un avvenimento (un ritiro spirituale, un incontro di
preghiera, una brutta esperienza)che ci
fa da spartiacque facendoci incontrare
Cristo risorto e ci mette davanti un bivio: o vivi secondo la carne o
finalmente riconosci Gesù che viene incontro a te a prenderti come ha fatto con la pecorella smarrita e questo amore totale
ti fa cambiare vita. Questa esperienza ci condurrà a rinascere dall’alto, dallo Spirito, e passo
dopo passo ad accoglierlo sempre di più nella tua vita, a riconoscere che i nostri passi sono guidati da Lui ed
imparare a vedere le Sue orme per vivere quotidianamente l’incontro con la Sua
parola che va custodita, fortificata, fino a diventare matura lasciando da
parte ogni idolo e mettere proprio Lui al centro del nostro cuore. Gesù è segno di contraddizione, dove va porta
una grande rivoluzione, seguendolo avremo il coraggio di cambiare stile di
vita, andare controcorrente anche se questo porterà incomprensioni, giudizi,
rifiuti e persecuzioni. Così come i re magi che chiedono aiuto ad Erode…. Se guardiamo più da vicino l’episodio dei Re
Magi ed Erode possiamo scrutare un Erode in ognuno di noi accecati dalla
Superbia, dall’orgoglio, dall’egoismo, dalla lussuria, dal nostro narcisismo ,
dalla sete di potere, di successo….I
tanti erodi di cui satana si serve tenteranno in ogni modo di “uccidere” il piccolo Gesù appena nato nel
nostro cuore e non scoraggiarci dicendoci che è troppo difficile, che non ce la
faremo mai perché la nostra sfiducia è un inganno del demonio. Dobbiamo
anche noi come Maria e Giuseppe scappare in Egitto per conservare Gesu’ nel nostro cuore. Il nostro Egitto è
ogni volta che noi ci riuniamo in un gruppo, in una comunità per scrutare la
parola di Dio per alimentare il nostro cuore, per ascoltare la voce di Dio che
parla alla nostra vita e poterla mettere in pratica fuggendo da tutte le occasioni di pericolo. Siamo venuti al mondo per fare la Volontà di
Dio e non dell’io questo passo lo vediamo in Gesù quando Giuseppe e Maria dopo
tre giorni di ricerca affannosa ritrovano Gesu’. Umanamente è molto più semplice immedesimarsi nel timore, nello spavento, nell'angoscia dei
Santi genitori di Nazareth ma Gesù risponde in modo singolare da qualsiasi
figlio che si perde: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi
delle cose del Padre mio?” parla come un bambino responsabile, Parla della Sua
Vocazione del mondo, Gesù qui dimostra di sapere che è il figlio Naturale di
Dio. Questo comportamento differisce molto da noi che invece abbiamo delle
difficoltà nel fare la volontà di Dio e ci fermiamo agli impedimenti che l’io
mette, a volte anche solo per ascoltare la messa, figurarsi un cammino… ed
invece ascoltando la Parola di Dio riusciamo a mettere a fuoco tanti carismi a noi
nascosti. Tutti noi siamo chiamati a vivere le nostre relazioni come la Santa Sacra
famiglia di Nazareth, a contemplare questo nucleo e ad interrogarci sulle
nostre difficoltà su come questa famiglia avrebbe risolto le nostre difficoltà
di ogni giorno. Abbiamo la n periodo di nascondi mento, di dialogo con i nostri
amici del cielo, necessità di vivere u In questo momento cosa avrebbe fatto Giuseppe
e Maria? E Maria e Gesu’? e Maria con Giuseppe? chiediamo a Loro di intervenire
nella nostra vita “come in cielo e così
in terra”. Gesu’ ha vissuto in semplicità la sua vita, la sua obbedienza al
Padre è passato attraverso l’obbedienza a Maria impegnandoci a crescere in Sapienza
e Grazia. Col battesimo di Gesù inizia
la Sua vita pubblica, come sappiamo si reca al Giordano per essere battezzato
da Giovanni il Battista pur essendo in perfetta comunione col Padre e lo
Spirito Santo. Il Sacramento del Battesimo benché ci è stato donato da piccoli ha valore fino
alla nostra morte carnale ed attraverso questo regalo siamo rinati dall’alto
pertanto dobbiamo farci guidare da Lui. Anche nella nostra vita c’è il momento
della conversione, dove offri tutto te
stesso, il momento dove fuggiamo in Egitto, dove vivi la tua “ famiglia di Nazareth”, ed il momento in cui si può fare
esperienza di una nuova effusione dello Spirito Santo dove hai proprio
l’impressione che la tua vita e il fuoco del Suo amore infiammi il tuo cuore.
Nel nostro cammino spirituale abbiamo tutti bisogno della vita di Nazareth, nel
nascondimento, Può arrivare però il momento in cui ricevi la grazia di vivere
una nuova pentecoste, una nuova effusione dello Spirito Santo con cui Dio ti
rende testimone e ti manda ad annunziare la buona novella a testimoniare la
gloria del suo nome con Miracoli e segni. La contemplazione si traduce in
evangelizzazione e in opere che portano
immensi frutti. San Paolo come tutti gli altri Santi hanno avuto questo momento
di nascondimento, di deserto ed anche noi
faremo questa esperienza se davvero seguiamo con tutto il cuore Gesù per
vivere una nuova effusione dello Spirito Santo. Naturalmente ciascuno secondo i
propri carismi. Nel battesimo tutti i
cristiani diventano tempo di Dio e ricevono lo Spirito Santo, nella cresima
invece sono confermati i suoi doni e ottengono la forza per essere testimoni di
Cristo ma spesso per portare frutti abbiamo bisogno di nuove Pentecosti in cui
Dio ci dona nuovi carismi e ci chiama a
vita pubblica. Gesù subito dopo essere
stato battezzato, quindi dopo essere stato
al fiume Giordano ossia quando
era pieno di Spirito Santo fu condotto dallo Spirito nel deserto. Anche noi come Gesù dobbiamo lasciarci
condurre nel deserto per purificare il nostro cuore ed ascoltare la voce di Dio
ed il digiuno quaresimale che la chiesa ci invita a fare ci dà un senso di
precarietà ed in esso vediamo una duplice funzione vedremo come il Signore
provvede a noi anche se ci priviamo di qualcosa nel Suo nome e scopriremo una
maggiore volontà di combattere il peccato. Ogni piccola o grande forma d mortificazione ci
aiuta sia a custodire la nostra purezza, sia a crescere nel dominio di se, il
digiuno che siamo invitati a fare è non solo quello di privarci di cibo ma da
tutte quelle piccole o grandi dipendenze. Lasciamo che Gesù ci illumini nelle
nostre debolezze per riuscire a sconfiggere tutti gli idoli che il nostro Erode
ha fatto entrare nel nostro cuore per
uccidere il bambino che in noi è appena
nato e che attraverso la nostra fuga in Egitto (la nostra Chiesa, il nostro cammino)
cerchiamo di salvare, quindi è importate fortificarci per passare dalla
superbia all'umiltà, dalla lussuria alla purezza, dall'invidia alla
benevolenza, dalla pigrizia alla laboriosità, dalla gola alla mortificazione , dall'avarizia alla generosità, dall'ira alla pazienza. Solo attraverso questo
deserto crescerà la capacità di custodire il silenzio, il raccoglimento
interiore, il digiuno, la mortificazione, l’amore e la parola di Dio. Tutto
concorrerà a curare la nostra cecità e iniziare a vedere che quella vita
piatta, monotona diventare una vita di allegria perché è Gesù che in noi tramuta
l’acqua in vino se accettiamo di fare quello che lui ci dirà proprio come nel miracolo del “le nozze di Canaa” .
Ma Che
cosa vuole Dio da noi??? La santità. Le sacre scritture ce lo rivelano in Tessalonicesi
“Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” lo rivela il levitico
“Siate santi perché Io sono Santo” San Marco scrive che Gesù dice “nel Suo nome scacceranno i demoni,
parleranno lingue nuove, imporranno le mani ai malati e questi guariranno” Gesù
promette che saremo capaci di tutto ciò in ognuno di noi se vivremo con
radicalità il Vangelo. La luce di Cristo arriva, converte, infiamma, rinnova,
opera miracoli ma chi non capisce si infastidisce, si adira, e inizia a
perseguitare…. Gesù si trasfigura sul Monte Tabor … anche noi siamo chiamati a
questa trasfigurazione che avviene prima
nel nostro cuore e poi visibile attraverso i nostri gesti di amore verso Dio e il prossimo. Vista
la nostra totale incapacità il Signore istituisce l’eucarestia e si fa pane per
aiutarci a fare la Sua volontà, lui che si fa piccolo, affinché possiamo allargare i nostri cuori di
e donarci la Sua forza . E’ una rivelazione pazzesca che o accettiamo questo Mistero o non potremo
mai convertirci. A volte prendiamo
l’eucarestia senza renderci conto di tale grandezza. Dio viene a prendere
dimora nei nostri cuori, per farci come Lui per essere dono d’amore per Dio e
attraverso noi dono per i fratelli.
Quando ci innamoriamo, amiamo così tanto
l’altro che tutto ciò che vive l’altro è
come se l’avessero fatto a noi e così il Suo amore per noi ha oltrepassato ogni
dolore fisico e spirituale, conosce ogni nostra notte, ogni sofferenza e per
ciascuno di noi ha bevuto fino all'ultima goccia il calice amaro della passione
sul Calvario. Anche noi siamo chiamati nel nostro piccolo ad entrare in
comunione sempre più profonda con Gesù percorrendo la via che lui ha percorso,
immergendoci in quell'abisso di dolore amore
a cui lui ci chiama. La gloria e la Resurrezione non può non risplendere
nella vita se non siamo stati uniti completamente a Cristo pertanto la croce è
solo un passaggio di amore per arrivare alla Resurrezione, affinché la nostra
anima sfigurata dal peccato possa trasfigurarsi all'amore di Dio pertanto non
possiamo esimerci dall'affrontare le nostri croci perché’ non sono altro che
degli scogli che ci avvicinano all’amore con la A maiuscola.
1. Nelle prime fasi
del nostro cammino spirituale le sofferenze che viviamo sono per lo più il
frutto del peccato, (vanagloria, passioni, orgoglio ferito, la nostra
suscettibilità, il nostro egoismo, il nostro narcisismo, incapacità di guardare
alla sofferenza dei fratelli)
2. Nella seconda
fase le sofferenze che viviamo sono legate all’immedesimarci nelle sofferenze
dei fratelli per amare sempre più profondamente
e per vivere la comunione con
l’amato in qualche modo rapportandola
alla passione dolorosa
3. La terza fase è
Lo sposalizio dell’anima col Suo Dio, e’ un grande mistero d’amore che si
compie quando seguiamo seriamente un cammino.
Gesù, Signore della vita, entra nelle profondità
delle nostri notti per tirarci fuori dalla morte personale di ognuno di noi e farci risorgere con Lui perché Lui ha vinto
la morte per tutti noi .E’ stato lui a
distruggere la porta stretta che ci chiudeva il passaggio alla vita eterna e ci
ha aperto la porta del paradiso. Il cammino di fede così diventa un
meraviglioso cammino di attesa dove ogni giorno e’ un passo in più verso il Paradiso
Buon viaggio a tutti.
Sunto Tratto dal Libro di Chiara Ammirante “Dialogo con Dio”
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