giovedì 22 febbraio 2018

IN CAMMINO VERSO… UN CUORE NUOVO


In cammino verso… un cuore nuovo

Quando dimentichiamo di caricare il cellulare esso si spegne e non ci permette magari di continuare il nostro dialogo con le persone che grazie a questo strumento potevano raggiungerci . A causa del telefonino scarico non possiamo più sentire le persone che stavamo ascoltando e non perché non vogliamo ma perché ne siamo impediti. Questo avviene anche nella nostra vita spirituale, abbiamo bisogno di metterla in carica  per evitare che si spegni e di conseguenza che la comunicazione con Dio diventi impossibile.  La preghiera del cuore  che Noi spesso sottovalutiamo è l’unica strada che ci permette di trovare la pace perché’ è l’unica che ci sintonizza con Dio. Essa  ci dona una pace che il mondo non può dare e non può togliere.
La preghiera che noi spesso e volentieri rifiutiamo è la sola  che colma il nostro cuore di pace gioia e amore e  ci apre ad una comunione col nostro papino che ci ama infinitamente e che se noi lo vogliamo ci avvicina sempre di più a Lui.  Abbiamo bisogno di vivere  questa vita in pienezza ciò che il cielo ci dona. Pertanto dobbiamo imparare a pregare. La preghiera ci libera  dalla nostra ansia fastidiosa che è sempre pronta a strapparci la pace e ad offrirci quel senso di  inquietudine, di insoddisfazione, di insicurezza regalandoci una pace interiore che cresce man mano che la preghiera diventa più profonda. La gioia è frutto dell’amore  e grazie alla  preghiera possiamo riconciliarci con la nostra debolezza e scoprire che Dio ci ama con le nostre fragilità, con i nostri limiti. Viviamo nel mondo delle apparenze, accecati dal nostro orgoglio, dalla nostra vanagloria, superbia, egoismo, ci vantiamo di essere forti,  di essere capaci  di successo ed invece ci ritroviamo soli, fragili, piccoli, imperfetti, deboli, miseri, la preghiera ci dona la luce  per riconoscere le nostre debolezze e permettere ,che Dio possa rendere possibile l’impossibile e affidarGLI  le nostre debolezze per trovare in Lui la forza di superarle. Il cristianesimo non è una serie di divieti e prescrizioni che limitano la nostra libertà ma è un portare e dare amore, e, questo Amore con la a maiuscola non ci rende schiavi ma Liberi, e ci permette di illuminare il nostro cuore e di discernere con l’aiuto di Dio il bene dal male. Se ci facciamo male fisicamente corriamo a prendere il disinfettante mentre spesso trascuriamo le ferite del cuore che continuano a sanguinare dimenticando che Gesù conosce ogni patire e che solo lui  può fasciare le nostre ferite, e come dice in Isaia, guarirci cambiando il nostro cuore indurito in un cuore nuovo. Nella nostra società  dove regna la fretta, Gesù ci chiede di fermarci a riflettere, Perché’ il Verbo di Dio si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi? Probabilmente perché aveva qualcosa di vitale da dirci. Per far nuovo il nostro cuore e far nascere nuovi orizzonti di vita.
Il problema è un altro :crediamo davvero che questa parola veramente può cambiare la nostra vita, che possa cambiare il nostro cuore? Se non riconosciamo che Lui è tutto e noi non sia nulla, rischiamo di disperdere le nostre energie e rimanere impigliati dalle ragnatene delle nostre vanità. La preghiera del cuore non e’ ripetere continuamente delle preghiere, ma è dialogo con Dio, e’ amore verso Lui, la preghiera è sperimentare la comunione con Lui. Il cuore della preghiera è proprio l’amore, e solo un cuore che si apre all’amore può affidarsi a sentieri del tutto nuovi .  La Preghiera ha bisogno di deserto, di uscire dalle distrazioni e monologhi , dobbiamo fare silenzio per ascoltare ciò che Lui ci dice, ma per far ciò dobbiamo amarlo con tutto il cuore , con tutta l’anima e con tutta la mente,  dobbiamo permetterGli di raddrizzare i nostri sentieri. lo Spirito Santo viene in nostro soccorso  se noi lo vogliamo davvero e perseveriamo nelle nostre urla( urlare significa pregare  nella Sacra Bibbia). Goccia dopo goccia la nostra preghiera cambia significato, diventa sempre più profonda e si allarga la gioia, la pace, la libertà interiore e l’amore in noi.  Solo l’amore può permettere al nostro cuore indurito dall’egoismo e dalle ferite della vita di aprirsi per lasciarsi raggiungere dall’amore di colui che e’ Amore.
Esistono vari i impedimenti durante la preghiera e sono:
le distrazioni. Esse  difficilmente ci permettono di entrare nella preghiera contemplativa.            Per non cadere nelle trappole delle mille distrazioni che si insinuano per distoglierci dalla preghiera abbiamo bisogno di tanto allenamento, costanza e vigilanza, e tanto impegno.
L’arroganza e la presunzione: di chi crede che possa cavarsela da solo è che crede che Dio è lassù e che quaggiù noi dobbiamo fare i conti sulle nostre capacità, talenti  e determinazione e che quindi è inopportuno scomodare Dio per la nostra quotidianità. La superbia si insinua in maniera subdola distrattamente, ma in realtà siamo del tutto assenti ,mentre per cercare Gesù nel nostro cuore dobbiamo tornare ad essere piccoli a cercare la vera umiltà… dobbiamo tornare ad essere bambini. Più torniamo alla semplicità e alla meraviglia dei bambini più possiamo sorprenderci dell’amore di Dio e contemplare le meraviglie che Lui compie nella nostra vita, per  diventare tutto dono, tutto grazia , tutto meraviglia. Una  delle condizioni necessarie per entrare  nella preghiera è l’amore , è fondamentale che riconosciamo tutto ciò che ha portato il nostro cuore a chiudersi e a ripiegarsi su se stesso rendendolo incapace di donare e accogliere amore.
Il Rancore: Il cuore tende a reagire alle offese con dolore, rabbia e tende a chiudersi ,Spesso si prova un profondo rancore verso le persone che ci hanno ferito ma esso è un veleno che ostacola l’anima e ci impedisce di  donare e ricevere amore rendendo il cuore sempre più di pietra e questo non ci permette di pregare.
La tiepidezza:  Quando si  inizia a  pregare sul serio , grazie all’azione dello Spirito Santo la preghiera diventa facile, spontanea, naturale e più restiamo fedeli ad essa e più il nostro cuore si infiamma d’amore  tanto da poterlo portare agli altri e  illuminare le loro vite. Il libro dell’Apocalisse ci dice che è meglio prendere una posizione positiva o negativa nei confronti di Dio ma non  rimanere tiepidi
La Dipendenza: un altro grande scoglio alla preghiera sono le nostre dipendenze: dalla tv , social network, telefonino, internet, playstation, cibo, successo , shopping, trucchi, denaro, alcool, droga, psicofarmaci, giochi d’azzardo,  ma in realtà  tutto ciò di cui ci circondiamo non fa altro che aumentare quel profondo senso di insicurezza messo in crisi alla prima critica. Ogni dipendenza paralizza la nostra anima impedendole di gustare la bellezza  della vita spirituale. Se ci fermiamo a riflettere su quanto tempo passiamo davanti a queste cose appena elencate e quanto invece lo passiamo dedicandolo alla preghiera, ci renderemo conto che c’è un grande dislivello.
 Il Continuare a rimandare: E’ un’altra trappola che cadiamo spesso, presi da problemi e preoccupazioni e  cose inderogabili da fare.  E ci ritroviamo spesso a tarda sera a recitare magari mnemonicamente 4 preghierine veloci  quasi per far tacere il nostro senso di colpa.
 La Mancanza di fedeltà: rimandando la preghiera saremo sempre meno fedeli e costanti e sempre più lontani dal raggiungere la preghiera contemplativa. Infatti nella fede chi non va avanti torna in dietro perché nella vita spirituale non esiste un fermo.
Ma…Come impariamo a pregare? A questa domanda troveremo risposta leggendo il Vangelo,  è posta dai discepoli ed è proprio  a questa domanda Gesù  rivela il Padre Nostro. Ma la domanda che viene rivolta al Nostro Messia è “insegnaci a pregare” non insegnaci una preghiera, quindi il Padre Nostro non è  solo una  preghiera ma ha dei punti cardini  di ciò che dobbiamo sapere se vogliamo imparare a pregare. Gesù ci rivela che Dio è Padre  tanto Suo quanto mio, il Creatore è Papino (Abba) per noi.
Se vogliamo  entrare nel cuore della preghiera che è relazione con Dio dobbiamo farci raggiungere in profondità da questa rivelazione. Dobbiamo far uscire Dio dai nostri schemi mentali di cui lo abbiamo incasellato  e che ci impedisce di conoscerlo davvero. Se sono convinta che la persona con cui mi sto relazionando  è una persona che mi giudica quando parlerò con lei sarò sempre sulla difensiva e tenderò a filtrare ogni cosa e questo comportamento falsa la relazione e molte volte  questa trappola è di inciampo alla nostra conversione.
Se ad esempio mi sono convinto che Dio è un giudice, che segna  sul libro bianco le mie buone azioni e quello nero i miei errori vivrò la religione come un dovere d’assolvere “formalmente” pur di non ricevere la punizione. Andrò a messa  per non essere in peccato mortale e non perché sono consapevole dell’immensa grazia di poter ascoltare la Parola di Dio e di poterlo ringraziare ricevendo il Suo Corpo attraverso il dono dell’Eucarestia. L’andare a messa per evitare punizioni mi porterà ad essere presente solo fisicamente e non col cuore , mi impedirà di accogliere l’immensa grazia che potrei avere se vivessi la messa non come dovere ma per amore. Ogni suggerimento d’amore contenuto nella parola di Dio diventa un dovere d’assolvere  per evitare la punizione o addirittura l’inferno. Così si rischia di cadere in sterili formalismi e nell’osservanza di una quantità infinita di regole ma che lasciano invariati il cuore.  
Se reputiamo invece che Dio è padre ma proiettiamo su di lui la nostra idea di Padre che non sempre è corretta perché magari abbiamo avuto un padre estremamente rigido, che ci ha giudicati e puniti per ogni errore, che ci ha sempre fatto sentire inadeguati, incapaci e vediamo ogni comandamento di Dio come un opprimente compito da assolvere e crediamo di non essere mai all’altezza delle sue aspettative e presi da una certa rabbia tendiamo a trasgredire senza sentirci liberi dai sensi di colpa e dalla paura del castigo che deriva dalla trasgressione. Altre volte reputiamo invece che Dio esiste ma lui è in cielo o chissà dove ma non ha nulla a che fare con la nostra vita. Pertanto non ci lasciamo mettere in discussione dalla possibilità che il Verbo si è fatto carne per abitare in mezzo a noi e che per tanto vuole dirci qualcosa di importante per permetterci di vivere in pienezza la nostra esistenza.  Ci limitiamo a credere che Dio è lassù e noi quaggiù e se nostro padre non ha avuto tempo da dedicarci figurarsi perché preso da tante cose, figurarsi Dio. Dobbiamo scrollarci di dosso queste verità che dipendono dal nostro vissuto e porre le nostre basi sul fatto che :
Padre:  Dio è Padre e ci ama di un amore smisurato ,si prende cura di noi, scommette per noi e più crediamo questo e più ci viene spontaneo rivolgerci a lui, abbandonarci a lui con la semplicità e purezza con cui un bimbo si abbandona al Padre in situazioni difficili e buttandosi tra le braccia del papà non teme nulla. Per dialogare con Dio dobbiamo credere fermamente che Lui è Amore , che questo Papino si prende cura di noi con estrema tenerezza. Dobbiamo pertanto tener vivo il nostro dialogo con Lui affidandoGli ogni situazione perché tutto concorre al bene per coloro che amano Dio, allora davvero abbandoniamoci a Lui perché saprà come mutare il male per diventare un bene per noi. Se davvero facciamo questo passaggio ci lasciamo raggiungere in profondità dalla verità che Dio è il nostro Papino e la nostra vita farà un salto di qualità.
Nostro : Gesù ci rivela che Dio è  Nostro Padre, quindi se è nostro vuol dire che siamo tutti fratelli, e pertanto è errato vedere l’altro come avversario, ma un fratello da voler bene con tutto il cuore .E’ necessario passare dalla competizione alla comunione perfetta nella distinzione.
Sia santificato il tuo nome:  (dalla gloria dell’Io alla gloria di Dio). Gesù ci chiede una grande passaggio in questa frase: di passare dall’io a Dio. Si perché diciamo di essere cristiani, di voler amare Dio con tutto il cuore e a Lui rendere gloria ma in realtà siamo sempre in cerca di riconoscimenti, di trofei, dell’approvazione degli altri, di stima, si cade perciò nella vanagloria, nell’orgoglio e nella superbia. Siamo sicuri di aver scelto Dio ed invece stiamo portando avanti il nostro Io. Passare dall’essere condizionati dalla paura dei giudizi, dal bisogno di approvazione e riconoscimenti  alla ricerca pura e piena della gloria di Dio è un’altra conversione indispensabile. Dobbiamo imparare a stare attenti che tutto ciò che facciamo sia veramente per dar gloria a Dio e vigilare sempre per cadere nella vanagloria, nella superbia e orgoglio.
Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà:   Quante delle azioni che facciamo durante la nostra giornata sono motivate da un vero desiderio di fare la volontà di Dio e non la nostra? Quante volte nelle preghiere diamo noi le disposizioni a Dio, chiedendogli di fare ciò che noi vorremmo. Purtroppo meno ascoltiamo la voce della nostra coscienza più diventiamo incapaci di ascoltarla e lasciarci guidare dallo Spirito Santo. Allora fratelli chiediamoci quale regno sta regnando nel nostro cuore: egoismo, superbia, pigrizia, sete di vanagloria, di successo, di denaro, la mia lussuria.
Qual’ è il motivo più profondo che orienta le mie scelte, le mie decisioni, le mie parole, le mie azioni? Più desideriamo con tutto il cuore discernere e compiere la volontà di Dio  più permettiamo a Dio di realizzare il progetto che Lui ha su di noi.
Passaggio di conversione: Passare da ciò che mi va, alla ricerca sincera e profonda della volontà di Dio.
Dacci oggi il nostro Pane quotidiano:  tutto quello di cui abbiamo bisogno ci è donato da Dio. Per imparare a pregare non e’ sufficiente rivolgerci a Dio per chiedere ciò che abbiamo bisogno ma e’ importante cambiare  il nostro atteggiamento di fondo. Dobbiamo sentirci meno autosufficiente perché abbiamo bisogno di amare ed essere amati. Abbiamo bisogno di saziare la nostra sete di amore del nostro cuore in Dio che è l’amore infinito.
Passaggio di conversione : E’ necessario conoscere la nostra debolezza, riconoscere la nostra fragilità, aprire gli occhi dell’anima per passare dalla presunzione alla gratitudine verso quanto ogni giorno Dio ci dona.
Abbiamo bisogno di nutrirci della Parola di Dio, del pane di vita disceso dal Cielo

Rimetti a noi i nostri debiti:  dal rancore alla Misericordia
come noi li rimettiamo ai nostri debitori: Quanto immensa è indicibile è la volontà di Dio nei nostri confronti, quante volte siamo stati rigenerati, rinnovati dal perdono di Dio. Quante volte invece siamo aridi e non riusciamo a perdonare, quante volte permettiamo al rancore di avvelenare il nostro cuore.  Il rancore è un veleno che ci porta ad indurire il nostro cuore a tutti anche verso Dio. Il perdono invece che Gesù chiede di dare ai nostri nemici è un balsamo capace di lenire e guarire le nostre ferite più profonde  che portano il cuore a chiudersi
Passaggio di conversione : Dobbiamo liberarci da ogni piccolo, grande rancore per donare il nostro perdono è questo che vuole Gesù da noi
Non ci indurre in tentazione ma liberci dal male:  Dio è Amore e ci ama immensamente e non ci indurrebbe mai in tentazione, chi ci induce è il maligno, il Nostro Papino non solo non ci abbandona davanti alla tentazione ma ci aiuta con la Sua grazia ad affrontarla. Se rimaniamo nell’amore di Dio saremo liberi dal Male. In questa frase del Padre Nostro si evince che la nostra vita è un combattimento tra il bene (Dio ) e il male (maligno, separatore, demonio). Dobbiamo essere vigilanti perché’ se abbassiamo la guardia Satana si insidia, colpisce l’anima e ci imprigiona rendendo attraente ciò che è male, ingannandoci e portandoci sulla via del peccato, Il demonio ci attira attraverso la libertà,  ecco perché Gesù ci invita a vegliare e vigilare attraverso la preghiera. Dobbiamo essere consapevoli  che c’è un nemico che ci tenta che ci rende fragili, piccoli, futili e che solo Dio può spezzare le catene del peccato e donarci la libertà interiore che solo nel Suo Amore possiamo ritrovare.
Oltre al Padre Nostro però ci sono diversi tipi di preghiera che ci  possono essere di grande aiuto come :
la preghiera di Lode che ci aiuta a predisporre il cuore al dialogo con Dio. Noi tutti abbiamo la tendenza a ripiegarci su noi stessi ed a porre la nostra attenzione più sulle cose negative che su quelle positive. Infatti se abbiamo mal di testa difficilmente in quel momento saremo grati a Dio per avere la vista, per  camminare,  parlare, ascoltare. La lode ci aiuta a guardare a Dio, alle cose di Lassù, ti spinge ad alzare lo sguardo e a combattere la trappola dell’autocommiserazione dove tutti sono mancanti compreso Dio. Le lodi ci aiutano a spostare lo sguardo verso Dio e ad aprire il nostro cuore ai fratelli. La Parola di Dio ci invita a dare la lode a Dio e rendere grazie a Lui. E’ un tipo di preghiera che spesso tralasciamo perché accecati dal nostro egoismo, dalle nostre pretese, della nostra superbia, dai nostri peccati che ci impediscono di vedere i tanti regali che il Signore ci riserva. Non riusciamo ad essere contemplativi, pieni di stupore, non riusciamo a farci stupire.
 Le lodi  ci aiutano ad uscire dal nostro guscio, ripiegamento su noi stessi, per aprire il cuore all’amore di Dio.
La preghiera di ringraziamento all’inizio della giornata che noi facciamo attraverso le lodi ci aiutano ad entrare nella preghiera del cuore e seppur ci sentiamo appesantiti dai problemi che ogni giorno insorgono ella nostra vita, dobbiamo ringraziare molto di più Dio per le meraviglie che lui in noi compie: il dono della vita, il dono della creazione, la bellezza di un alba o di un tramonto, la dolcezza di un bambino, il canto degli uccelli, la casa, il cibo le persone care al nostro fianco. La consapevolezza profonda che Dio è il nostro papino ci porta a ringraziarlo di tutto anche di cio’ che ci fa soffrire perché abbiamo la certezza che Lui ci fara’ superare ogni tipo di prova o di croce che a noi fa paura. Più riusciamo a custodire il nostro cuore nella preghiera di ringraziamento e piu’ saremo felici. La preghiera di ringraziamento ci aiuta a sintonizzare la telecamera interiore sulle cose belle e non su quelle negative,  a valorizzare il bicchiere mezzo pieno e non quello mezzo vuoto quindi valorizzare l’altro come creato e voluto anche lui dal Signore quindi compartecipe come noi di un progetto divino, allora dobbiamo esercitarci molto per svelare  la bellezza del mistero celato oltre le apparenze in ognuno di noi.  Il Signore ci promette in Ezechiele di darci  un cuore nuovo, quindi è importante la preghiera di pentimento perché purtroppo siamo poco attenti alle attitudini di peccato che sono radicate in noi e non ci rendiamo conto  di quanto tutto ciò chiuda il nostro cuore all’amore di Dio,  basta solo pensare al nostro orgoglio, la nostra arroganza, la nostra incapacità di ascoltare l’altro, la presunzione di voler sempre avere ragione, la nostra pigrizia, la nostra incapacità di perdonare, le nostre idolatrie e quanto tutto ciò provochi delle ferite nelle persone a cui ci relazioniamo.
La preghiera di pentimento ci aiuta a mantenere viva la nostra vigilanza, naturalmente dobbiamo chiedere perdono ai fratelli e a Dio attraverso anche l’arma della confessione. Il sacramento della riconciliazione è un meraviglioso antidoto contro  ogni morso velenoso del peccato che così viene eliminato. Ripetiamo spesso:

Perdonami Signore per tutti i momenti in cui ho perso la pazienza, in cui non son stato attento al bene dei fratelli, ho cercato il mio interesse.”

La  preghiera ci aiuta ad aprire il cuore  Dio e ad aumentare l’impegno e la vigilanza riguardo a i nostri principali punti di fragilità.
La preghiera di domanda  è quella più spontanea e più semplice,  racchiude la fiducia di  un piccolo che si rivolge al proprio papino certo di ottenere ciò che sta chiedendo, però molte volte questa preghiera e’ accompagnata dalla superbia. Infatti pretendiamo da Dio cio’ che gli chiediamo noi ….. “sia fatta la nostra volontà”, noi vogliamo essere esauditi, come se Dio fosse al nostro servizio e no noi al Suo, questo dimostra che non ci fidiamo di Dio, che siamo presuntuosi perché crediamo che le nostre soluzioni siano meglio delle Sue soluzioni ed invece dobbiamo sentire di dire Signore se è nella tua volontà perché  Dio sa’ meglio di noi quello che per noi è meglio  perché’ mentre il nostro sguardo è limitato ed egoista, il suo vede invece molto oltre, alla base di ogni preghiera ci deve essere l ‘affidamento a Dio, la fiducia totale in questo papino e ciò che per noi è impossibile lui con la sua potenza lo renderà possibile  come ad esempio l’amore al nemico,  Lui ci chiede di vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo. Gesù da’ anche molta importanza alla preghiera comunitaria e lo vediamo nel vangelo secondo Matteo,  quando Gesu’ dice dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro»  da questa frase possiamo dedurre che se preghiamo in comunità la nostra preghiera sarà, se secondo la volontà di Dio,  ascoltata perché’ qui è presente il Salvatore in mezzo a noi.  E’ importante rivolgersi a Dio con insistenza, e Lui non mancherà di rispondere alle nostre preghiere.
Più ci sintonizzeremo con cuore di Gesù più inizieremo al Padre ciò che davvero è bene per la noi e per i destinatari delle nostre preghiere. Allora vediamo realizzarsi  tutto ciò che chiediamo  contemplando i miracoli che Dio opera per chi davvero si abbandona a Lui.  Gesù ci assicura che se viviamo la sua parola La Trinità verrà a  dimorare in mezzo a noi. Se allora vogliamo imparare una preghiera  che non sia solo Dialogo con Dio ma comunione profonda con la Trinità non possiamo fare a meno di leggere  meditare e vivere la Parola di Dio.
La Lectio divina ossia la lettura della parola, la meditazione, la preghiera e la contemplazione è un metodo di ascolto , di meditazione, di preghiera della Parola, e’ necessario esercitarsi bene in questi 4 passaggi perché’ servono a sviluppare la preghiera contemplativa e del cuore. La lectio divina è un esercizio alla portata di tutti che se fatto ogni giorno porta dei frutti tangibili. Così come ogni mattino appena svegli prendiamo il caffè  per svegliarci così è importante svegliarsi attraverso la preghiera e alla meditazione del Vangelo. Al risveglio dalla notte pertanto sarebbe utile leggere il Vangelo del giorno con molta attenzione predisponendo il nostro cuore all’ascolto del cuore, perché il Signore parla ad ognuno di noi in modo individuale, la parola di Dio è per me e per te, per rinnovare la nostra vita e sperimentarne la sua pienezza e poter collocare ogni nostra priorità nella giusta dimensione. Non fermiamoci però alla semplice lettura superficiale, chiediamo al Signore la grazia di poterci immergere nella più profonda contemplazione per permettere alla Parola di farsi carne in noi e Lo Spirito Santo possa venire a dimorare in mezzo a noi. “Beati i poveri in Spirito” ma ci sentiamo realmente poveri o siamo troppo pieni dei nostri tesori??…. Sono consapevole di essere povero e di aver bisogno di Dio? Quanto invece siamo attaccati alla carriera, al denaro, ai riconoscimenti, a ciò che gli altri pensano di noi, al raggiungimento dei nostri interessi?   
Allora Possiamo pregare anche con questa sintetica preghiera:

Aiutami Gesu’  a spogliarmi di tutto, a liberare il mio cuore  dai tanti piccoli o grandi idoli che hanno preso il posto nel mio cuore. Tu sei il Signore  e io davvero da oggi desidero che sia  tu l’unico a regnare nella mia vita!”

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” cerco di amare l’altro  preoccupandomi del suo bene  o spesso agisco  per il mio tornaconto personale?. Quanto è difficile custodire un  amore che sia davvero puro, che non cerca mai il proprio interesse. Abbiamo bisogno di custodire la nostra purezza, tutto cio’ che noi facciamo deve essere dettato dall’amore che ci introduce nella bellezza della contemplazione liberandoci dalla nostra superbia, il nostro egoismo, dalle nostre radici di peccato.  Chiediamolo al Signore:

“Donami Gesù, un cuore puro, purifica i miei pensieri, i miei desideri, le mie motivazioni piu’ profonde, liberami da ogni forma di orgoglio, di vanagloria, di suscettibilità per donarmi finalmente la vera umiltà”  

La liturgia delle ore: è un aiuto molto concreto e prezioso per imparare a pregare con il supporto della parola di Dio. Essa ci aiuta non solo a scandire la giornata così tutto ciò che facciamo possa diventare dialogo col Signore essendo vissuto in comunione con Lui e grazie ai salmi possiamo imparare meglio la preghiera di lode e ringraziamento, quella di pentimento, quella di intercessione e  di domanda per immergerci sempre più profondamente nella preghiera del cuore proprio accompagnati dalla Parola di Dio. Il Signore nel Vangelo ci dice  “chi mi ama osserva i miei comandamenti” allora non è importante ogni forma di precetto ma vivere la Parola di Dio, e là dove non riusciamo a compierla chiediamo il Suo Santo aiuto senza sconfortarci ma sicuri che Dio ci verrà incontro. Sostiamo almeno tre volte nell’arco della nostra frenetica giornata a riprendere il vangelo che abbiamo letto al mattino prima di alzarci e vedremo come pian piano la nostra vita cambierà svolta. Lasciamo che sia lo Spirito Santo a guidare la nostra preghiera. E’ fondamentale fermarsi in adorazione  per lasciarsi guidare dallo Spirito per essere un tutt’uno col nostro Padre. Non abbiamo bisogno di parlare , di dire al Signore le nostre necessità ma Semplicemente  contemplarlo, e se non ci riusciamo non abbiamo paura di chiederGli di subentrare nella nostra debolezza e farci dei veri adoratori come Lui ci vuole.  Nella prima lettera ai Tessalonicesi San Paolo scrive “ Siate sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie , questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di noi. Non spegnete lo Spirito”. Quando  viviamo  nella nostra carne l’amore che Dio ha per noi, desideriamo fare la Sua Volontà, in questa parola ci dice di pregare incessantemente perché’ se viviamo nella Preghiera costante saremo lieti. Cosa è la preghiera costante? E come una donna con dei figli e con un lavoro, con degli interessi può rendere carne questa parola?  La vita  di Gesù, della Madonna e di San Giuseppe ci suggeriscono che non serve ritirarsi in convento ma che tutti anche chi vive da laico deve  mettere Dio al centro del proprio cuore rendendo sacro ogni nostra azione, cercando in ogni nostra azione il bene comune e solo quando agiremo per amore  riusciremo a custodire sempre l’anima in preghiera. Quando tutta la nostra giornata sarà all’insegna dell’amore e tutto ciò che facciamo sarà per rendere Sacro il nome di Dio arriveremo al culmine della preghiera e in questo momento arriveremo a dimorare in Dio e permetteremo a Lui di Dimorare in noi. In ogni fratello, ogni prossimo che incontriamo può essere una nuova opportunità per una più profonda comunione con Dio. Gesù stesso nel vangelo ci dice che qualsiasi cosa abbiamo fatto al nostro prossimo , lo abbiamo fatto a Lui ed in base a quello che faremo verterà il giudizio universale, quindi non ci verrà chiesto quanto abbiamo pregato, di quante opere o miracoli abbiamo fatto, quante persone abbiamo fatto convertire con la nostra predicazione ma ci verrà chiesto quanto abbiamo amato i nostri fratelli più piccoli, in difficoltà, i sofferenti e di tutto il bene che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto. Tendiamo spesso a sottovalutare i nostri peccati di omissione, accontentandoci di non fare il male preferendo un cristianesimo disincarnato e poco concreto sottovalutando che ogni persona al nostro fianco è un incontro con Gesù presente in ogni piccolo, una nuova opportunità di amare ed entrare in una comunione sempre più profonda con colui che è amore. Per entrare nella preghiera incessante del cuore bisogna ricercare il Volto di Cristo attraverso il volto del fratello sofferente. Più amiamo i fratelli e più cresce la comunione con Dio e la nostra preghiera contemplativa. Per rimanere  sempre di più nell’amore di Dio  dobbiamo diventare uniti così come Gesù in noi e Dio in lui attraverso  quell’amore  che il Figlio del Padre è venuto ad insegnarci. L’egoismo è  il principale nemico  di questa conversione, ecco perché è fondamentale nutrirsi della parola. Anche la croce, la sofferenza che portiamo vista sotto la luce dell’amore può diventare un opportunità di incontrare Gesù per crescere nell’amore e nella comunione con Dio nella preghiera incessante del cuore. I Vangeli narrano che Gesù era solito pregare in luoghi solitari. Pregava prima delle decisioni importanti, prima dei miracoli, per fronteggiare la tentazione, la paura, l’angoscia, le sofferenze, alla croce, seppur vivesse già in comunione col Padre. Se Gesù pur vivendo una stretta comunione col Padre viveva costantemente di preghiera, tanto più dovremmo fare noi, non pensiamo di illuderci  di vivere senza la preghiera. Se  cerchiamo la via la verità e la vita non possiamo averla in abbondanza se non volgiamo i nostri occhi a Gesù come Verbo di Dio fatto carne per aprire la Via a  tutti noi verso la gioia , la pace, e l’amore e ridarci l’unità con il Padre perduta. Dopo la Resurrezione Gesù dice ai discepoli: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” e alitò su di loro lo Spirito Santo….. cioè…. Dio manda suo figlio per riscattarci e Gesù mandai  i discepoli, cioè a chi lo segue , e noi che lo seguiamo a diventare come acini per essere dono d’amore per chi ci sta accanto per la nostra e la loro salvezza , per fare ciò dobbiamo diventare sempre più somiglianti a Cristo che abbiamo perso col peccato ma che  attraverso la Parola di Dio che si incarnerà in noi, riusciremo ad avvicinarci alla  nostra luce originaria e sentiremo sempre di più il desiderio di Dio. Guardiamo allora alla vita di Gesù e fermiamoci a meditarLa  per cercare  di capire come va vissuto il Cristianesimo attraverso i Suoi insegnamenti e l’esempio della Sua vita.
Ogni cristiano è chiamato a vivere nel proprio percorso spirituale la nascita  di Gesù che dalla parola diventa carne  nella propria vita  è questo momento della propria vita che è chiamato la nuova rinascita nei Vangeli “la nascita dello Spirito Santo. Nel Battesimo riceviamo la grazia di nascere  dall’alto, dallo Spirito, ma il più delle volte calpestiamo questa grazia trascurando la via dello Spirito camminando secondo la carne , seguendo la mentalità del mondo, cercando il nostro appagamento dimenticando di “ cercare le cose di lassù” ecco che il Signore permette un fatto, un avvenimento (un ritiro spirituale, un incontro di preghiera, una brutta esperienza)che  ci fa da spartiacque facendoci  incontrare Cristo risorto e ci mette davanti un bivio: o vivi secondo la carne o finalmente riconosci Gesù che viene incontro a te a prenderti  come ha fatto con  la pecorella smarrita e questo amore totale ti fa cambiare vita. Questa esperienza ci condurrà  a rinascere dall’alto, dallo Spirito, e passo dopo passo ad accoglierlo sempre di più nella tua vita, a riconoscere  che i nostri passi sono guidati da Lui ed imparare a vedere le Sue orme per vivere quotidianamente l’incontro con la Sua parola che va custodita, fortificata, fino a diventare matura lasciando da parte ogni idolo e mettere proprio Lui al centro del nostro cuore.  Gesù è segno di contraddizione, dove va porta una grande rivoluzione, seguendolo avremo il coraggio di cambiare stile di vita, andare controcorrente anche se questo porterà incomprensioni, giudizi, rifiuti e persecuzioni. Così come i re magi che chiedono aiuto ad Erode….   Se guardiamo più da vicino l’episodio dei Re Magi ed Erode possiamo scrutare un Erode in ognuno di noi accecati dalla Superbia, dall’orgoglio, dall’egoismo, dalla lussuria, dal nostro narcisismo , dalla sete di  potere, di successo….I tanti erodi di cui satana si serve tenteranno in ogni modo di  “uccidere” il piccolo Gesù appena nato nel nostro cuore e non scoraggiarci dicendoci che è troppo difficile, che non ce la faremo mai perché la nostra sfiducia è un inganno del demonio.   Dobbiamo anche noi come Maria e Giuseppe scappare in Egitto per conservare  Gesu’ nel nostro cuore. Il nostro Egitto è ogni volta che noi ci riuniamo in un gruppo, in una comunità per scrutare la parola di Dio per alimentare il nostro cuore, per ascoltare la voce di Dio che parla alla nostra vita e poterla mettere in pratica  fuggendo da tutte le occasioni di pericolo.  Siamo venuti al mondo per fare la Volontà di Dio e non dell’io questo passo lo vediamo in Gesù quando Giuseppe e Maria dopo tre giorni di ricerca affannosa ritrovano Gesu’. Umanamente è molto  più semplice immedesimarsi  nel timore, nello spavento, nell'angoscia dei Santi genitori di Nazareth ma Gesù risponde in modo singolare da qualsiasi figlio che si perde: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” parla come un bambino responsabile, Parla della Sua Vocazione del mondo, Gesù qui dimostra di sapere che è il figlio Naturale di Dio. Questo comportamento differisce molto da noi che invece abbiamo delle difficoltà nel fare la volontà di Dio e ci fermiamo agli impedimenti che l’io mette, a volte anche solo per ascoltare la messa, figurarsi un cammino… ed invece ascoltando  la Parola di Dio  riusciamo a mettere a fuoco tanti carismi a noi nascosti. Tutti noi siamo chiamati a vivere le nostre relazioni come la Santa Sacra famiglia di Nazareth, a contemplare questo nucleo e ad interrogarci sulle nostre difficoltà su come questa famiglia avrebbe risolto le nostre difficoltà di ogni giorno. Abbiamo la n periodo di nascondi mento, di dialogo con i nostri amici del cielo, necessità di vivere u In questo momento cosa avrebbe fatto Giuseppe e Maria? E Maria e Gesu’? e Maria con Giuseppe? chiediamo a Loro di intervenire nella nostra vita “come  in cielo e così in terra”. Gesu’ ha vissuto in semplicità la sua vita, la sua obbedienza al Padre è passato attraverso l’obbedienza a Maria impegnandoci a crescere in Sapienza e Grazia.  Col battesimo di Gesù inizia la Sua vita pubblica, come sappiamo si reca al Giordano per essere battezzato da Giovanni il Battista pur essendo in perfetta comunione col Padre e lo Spirito Santo. Il Sacramento del Battesimo benché  ci è stato donato da piccoli ha valore fino alla nostra morte carnale ed attraverso questo regalo siamo rinati dall’alto pertanto dobbiamo farci guidare da Lui. Anche nella nostra vita c’è il momento della  conversione, dove offri tutto te stesso, il momento dove fuggiamo in Egitto, dove vivi la tua “ famiglia di  Nazareth”, ed il momento in cui si può fare esperienza di una nuova effusione dello Spirito Santo dove hai proprio l’impressione che la tua vita e il fuoco del Suo amore infiammi il tuo cuore. Nel nostro cammino spirituale abbiamo tutti bisogno della vita di Nazareth, nel nascondimento, Può arrivare però il momento in cui ricevi la grazia di vivere una nuova pentecoste, una nuova effusione dello Spirito Santo con cui Dio ti rende testimone e ti manda ad annunziare la buona novella a testimoniare la gloria del suo nome con Miracoli e segni. La contemplazione si traduce in evangelizzazione  e in opere che portano immensi frutti. San Paolo come tutti gli altri Santi hanno avuto questo momento di nascondimento, di deserto ed anche noi  faremo questa esperienza se davvero seguiamo con tutto il cuore Gesù per vivere una nuova effusione dello Spirito Santo. Naturalmente ciascuno secondo i propri carismi.  Nel battesimo tutti i cristiani diventano tempo di Dio e ricevono lo Spirito Santo, nella cresima invece sono confermati i suoi doni e ottengono la forza per essere testimoni di Cristo ma spesso per portare frutti abbiamo bisogno di nuove Pentecosti in cui Dio ci dona nuovi carismi  e ci chiama a vita pubblica.  Gesù subito dopo essere stato battezzato, quindi dopo essere stato  al  fiume Giordano ossia quando era pieno di Spirito Santo fu condotto dallo Spirito nel deserto.  Anche noi come Gesù dobbiamo lasciarci condurre nel deserto per purificare il nostro cuore ed ascoltare la voce di Dio ed il digiuno quaresimale che la chiesa ci invita a fare ci dà un senso di precarietà ed in esso vediamo una duplice funzione vedremo come il Signore provvede a noi anche se ci priviamo di qualcosa nel Suo nome e scopriremo una maggiore volontà di combattere il peccato.  Ogni piccola o grande forma d mortificazione ci aiuta sia a custodire la nostra purezza, sia a crescere nel dominio di se, il digiuno che siamo invitati a fare è non solo quello di privarci di cibo ma da tutte quelle piccole o grandi dipendenze. Lasciamo che Gesù ci illumini nelle nostre debolezze per riuscire a sconfiggere tutti gli idoli che il nostro Erode ha fatto entrare nel nostro cuore  per uccidere il bambino che in noi  è appena nato e che attraverso la nostra fuga in Egitto  (la nostra Chiesa, il nostro cammino) cerchiamo di salvare, quindi è importate fortificarci per passare dalla superbia all'umiltà, dalla lussuria alla purezza, dall'invidia alla benevolenza, dalla pigrizia alla laboriosità, dalla gola alla mortificazione , dall'avarizia alla generosità, dall'ira alla pazienza. Solo attraverso questo deserto crescerà la capacità di custodire il silenzio, il raccoglimento interiore, il digiuno, la mortificazione, l’amore e la parola di Dio. Tutto concorrerà a curare la nostra cecità e iniziare a vedere che quella vita piatta, monotona diventare una vita di allegria perché è Gesù che in noi tramuta l’acqua in vino se accettiamo di fare quello che lui ci dirà proprio come  nel miracolo del “le nozze di Canaa” . 
Ma Che cosa vuole Dio da noi??? La santità. Le sacre scritture ce lo rivelano in Tessalonicesi “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” lo rivela il levitico “Siate santi perché Io sono Santo” San Marco scrive che  Gesù dice “nel Suo nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, imporranno le mani ai malati e questi guariranno” Gesù promette che saremo capaci di tutto ciò in ognuno di noi se vivremo con radicalità il Vangelo. La luce di Cristo arriva, converte, infiamma, rinnova, opera miracoli ma chi non capisce si infastidisce, si adira, e inizia a perseguitare…. Gesù si trasfigura sul Monte Tabor … anche noi siamo chiamati a questa trasfigurazione che avviene  prima nel nostro cuore e poi visibile attraverso i nostri  gesti di amore verso Dio e il prossimo. Vista la nostra totale incapacità il Signore istituisce l’eucarestia e si fa pane per aiutarci a fare la Sua volontà, lui che si fa piccolo,  affinché possiamo allargare i nostri cuori di e donarci la Sua forza . E’ una rivelazione pazzesca  che o accettiamo questo Mistero o non potremo mai convertirci.  A volte prendiamo l’eucarestia senza renderci conto di tale grandezza. Dio viene a prendere dimora nei nostri cuori, per farci come Lui per essere dono d’amore per Dio e attraverso noi  dono per i fratelli.
Quando ci innamoriamo, amiamo così tanto l’altro che  tutto ciò che vive l’altro è come se l’avessero fatto a noi e così il Suo amore per noi ha oltrepassato ogni dolore fisico e spirituale, conosce ogni nostra notte, ogni sofferenza e per ciascuno di noi ha bevuto fino all'ultima goccia il calice amaro della passione sul Calvario. Anche noi siamo chiamati nel nostro piccolo ad entrare in comunione sempre più profonda con Gesù percorrendo la via che lui ha percorso, immergendoci in quell'abisso di dolore amore  a cui lui ci chiama. La gloria e la Resurrezione non può non risplendere nella vita se non siamo stati uniti completamente a Cristo pertanto la croce è solo un passaggio di amore per arrivare alla Resurrezione, affinché la nostra anima sfigurata dal peccato possa trasfigurarsi all'amore di Dio pertanto non possiamo esimerci dall'affrontare le nostri croci perché’ non sono altro che degli scogli che ci avvicinano all’amore con la A maiuscola.
1.    Nelle prime fasi del nostro cammino spirituale le sofferenze che viviamo sono per lo più il frutto del peccato, (vanagloria, passioni, orgoglio ferito, la nostra suscettibilità, il nostro egoismo, il nostro narcisismo, incapacità di guardare alla sofferenza dei fratelli)
2.    Nella seconda fase le sofferenze che viviamo sono legate all’immedesimarci nelle sofferenze dei fratelli per amare sempre più profondamente  e per vivere la comunione  con l’amato  in qualche modo rapportandola alla passione dolorosa
3.    La terza fase è Lo sposalizio dell’anima col Suo Dio, e’ un grande mistero d’amore che si compie quando seguiamo seriamente un cammino.
Gesù, Signore della vita, entra nelle profondità delle nostri notti per tirarci fuori dalla morte personale di ognuno di noi  e farci risorgere con Lui perché Lui ha vinto la morte per tutti noi .E’  stato lui a distruggere la porta stretta che ci chiudeva il passaggio alla vita eterna e ci ha aperto la porta del paradiso. Il cammino di fede così diventa un meraviglioso cammino di attesa dove ogni giorno e’ un passo in più verso il Paradiso
Buon viaggio a tutti.
Sunto Tratto dal Libro di Chiara Ammirante  “Dialogo con Dio”

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