domenica 6 maggio 2012

SIMBOLI E GESTI LITURGICI durante la Santa Messa




La parola "chiesa" indica il raduno d'un gruppo di fedeli in forza di una convocazione, perciò non si tratta soltanto dell'edificio, ma dell'assemblea. I fedeli non si riuniscono di propria iniziativa: e' Dio che li raduna.
Andare a Messa e' in realta' una risposta alla chiamata divina.
Ora, perche' la Chiesa abbia sulla terra la certezza di aderire al Signore, ha bisogno di segni vivi ed efficaci della sua Presenza, segni costituiti dai sacramenti di Cristo.

  •  Il bacio e l'incensazione dell'altare.
In origine l'altare era il luogo elevato in cui si univano Dio e il mondo: Dio vi discende e l'uomo vi sale. L'altare e' anche la tavola dove Dio e la comunita' dei fedeli condividono gli alimenti sacri, in segno di comunione. Il cibo venuto da Dio e' a Lui restituito in omaggio e in ringraziamento, e la parte che rimane all'uomo viene riconosciuta come totalmente sacra. Nella Nuova Alleanza, Cristo, offrendo il suo corpo sulla croce - canta il Prefazio pasquale V - diede compimento ai sacrifici antichi, e donandosi per la nostra redenzione, divenne altare, vittima e sacerdote.

Il bacio, concesso solo al sacerdote e al diacono, e' un gesto di venerazione, di affetto rispettoso per un simbolo consacrato. Il bacio simbolizza l'adesione a tutto cio' che sara' attualizzato sull'altare.
Baciato l'altare, nelle Messe solenni il sacerdote lo incensa, avvolgendo nel profumo dell'incenso la sua superficie e i lati.

L'incenso e' una resina aromatica che bruciando emana un fumo profumato e rievoca nei fedeli l' invito a diffondere concretamente nel mondo il buon profumo di Cristo ( Cor 2,14-16) grazie alla loro sincera testimonianza.
  • Il segno di croce e il saluto del celebrante
Quando il celebrante e' giunto al suo posto e il canto d'inizio e' terminato, il sacerdote e l'assemblea fanno il segno della croce. Il segno della croce e' diventato il simbolo della Redenzione, segno perfetto dell'amore di Dio e dell'amore del Figlio incarnato per il Padre. Per questo e' necessario che i cristiani lo facciano bene questo segno di croce, con fede e con amore, senza precipitazione ma con consapevolezza. Fare bene il segno della croce e' un'atto di fede viva
La liturgia si fonda interamente sul mistero della Croce e della Risurrezione: si tratta di uno sguardo pasquale, illuminato dal realismo dell'amore che non cessa di salvarci, non eliminando la sofferenza e la morte, ma trasfigurando entrambe attraverso la morte che porta alla Vita. 
I fedeli, in piedi, si segnano assieme al sacerdote pronunciando parole che evocano il battesimo, e tutti rispondono Amen, espressione di assenso e di partecipazione.
In tal modo questo semplice gesto riassume l'intero mistero della nostra salvezza, poiche' professa contemporaneamente la Santissima Trinita' e l'Incarnazione redentrice.  

Poi viene il saluto del celebrante.
"Il Signore sia con voi" e' il saluto piu' semplice, piu' comune ed e' il piu' bell'augurio che si possa fare a un cristiano: Dio ponga in te la sua dimora, ti accompagni e ti guidi !
Il gesto con cui il sacerdote accompagna il saluto - allarga le braccia e le mani - significa e attua il dono della presenza divina.
La risposta dei fedeli non e' meno suggestiva, perche' e' un atto di fede.
Questo semplice dialogo e' rivelatore della natura delal liturgia: Dio si dona attraverso la mediazione dei suoi ministri e a tale dono risponde la fede del popolo.

  • L'atto penitenziale, il Gloria, la Colletta.
Il rito penitenziale, posto all'inizio della Messa dopo il saluto del celebrante all'assemblea, e' un appello alla misericordia divina da parte di tutti.
Il peccato e' sempre un rifiuto di Dio, piu' o meno grave e piu' o meno diretto: in quanto tale, rende inadatti alla celebrazione liturgica dell'Alleanza. Ogni vera confessione dei propri peccati viene dopo la presa di coscienza della misericordia di Dio.In realta' non potrebbe esserci confessione dei peccati se non ci fosse anzitutto una vera fiducia nella bonta' di Dio. 

Il Gloria viene cantato o recitato tutte le domeniche, eccetto in Avvento e in Quaresima, nelle Solennita', nelle Feste e in altre celebrazioni di carattere piu' solenne. Questa preghiera si apre alla vita delle Tre Persone Divine, principio e fine della vita cristiana.
  • la Colletta
La preghiera di "colletta" (= che raccoglie), riunisce le diverse domande dei fedeli in un'unica preghiera che viene presentata a Dio dal sacerdote, in nome della comunita' riunita, come condensato della preghiera di tutti, e per questo viene introdotta dall'invito "Preghiamo !".
Al termine della colletta tutti ratificano con l'Amen le parole del sacerdote.
Dire "Amen" significa acconsentire a cio' che e' stato detto o fatto: e' atto di consenso, di adesione del popolo all'opera di Dio, cosi' come i ministri la esercitano. 


  • Le vesti liturgiche della Messa e i colori.
La liturgia e' un mondo di segni e di simboli carichi di sacro, cioe' di qualcosa che tocca la stessa vita di Dio.
L'uomo conosce e ama solamente nella misura in cui riceve dal mondo sensibile gli elementi necessari alla propria vita interiore. Il suo carattere sociale ha continuamente bisogno di usare parole e gesti in cui le persone possano incontrarsi.
Dio stesso puo' incontrare l'uomo solamente mettendosi alla sua portata e usando il suo linguaggio. Per questo arriva a farsi uno di noi, e da allora ogni incontro con Dio passa attraverso il Mediatore, l'uomo Gesu' Cristo (cf. LG 1).
Il vestito e' un elemento specifico della vita dell'uomo

  • Il camice
 Il camice E' una lunga veste bianca: colui che si dedica ad officiare e' tenuto ad una purezza di comportamento e di vita, proprio simboleggiata dal bianco della veste.
Il giovane (angelo) che appare vicino al sepolcro del Risorto e' vestito di bianco (Mc 16,5); i vincitori dell'Apocalisse combattono e trionfano vestiti di lino bianco e montano cavalli bianchi (Ap 19,4); la gloria di Cristo, intravista nella Trasfigurazione, e' simboleggiata da vesti candide come la neve (Mt 17,2). Il bianco  e' il colore che evoca l'intenzione di dare gloria a Dio e la testimonianza dell'impegno di esprimere fedelta' al compimento della Sua volonta' come singolo e come comunita' di credenti. 
  • La stola e la casula
 La stola e' il distintivo di coloro che hanno ricevuto il sacramento dell'Ordine sacro. Si porta sopra il camice, e sotto la casula o sotto la pianeta, che sono le vesti normali del celebrante nella Messa. A loro modo anche le vesti liturgiche favoriscono la comprensione del mistero che viene celebrato.: indicano che i ministri stanno compiendo una celebrazione sacra.
  Si vuole indicare il distacco che c'e' tra questa azione e i normali momenti della vita quotidiana.
Inoltre la veste ricorda che il sacerdote non agisce come persona privata, ma come ministro di Cristo e della Chiesa.
Il colore e' un elemento visivo tra i piu' semplici ed efficaci,
BIANCO: e' usato nel Tempo di Natale e nel Tempo di Pasqua, come anche in tutte le feste e solennita'. Evoca la purezza, ma piu' ancora la gloria divina e lo splendore di tutto cio' che riguarda Dio. E' un colore gioioso, da' subito piu' sensazione di festa, di luce. E' il vestito della sposa e dell'inizio di vita nuova in Cristo (la veste bianca del Battesimo...).
E' il colore della Risurrezione. 

ROSSO:
evoca il sangue e il fuoco. E' usato nella domenica delle Palme, il Venerdi' Santo, a Pentecoste, nelle feste degli apostoli e dei martiri.
Come si puo' comprendere, e' legato alla testimonianza massima dell'amore attraverso il martirio, e al culto di Colui che e' l'Amore, lo Spirito Santo che e' venuto sugli apostoli sotto il segno del fuoco.
VERDE:
e' il colore liturgico del Tempo Ordinario. Evoca la serenita', la speranza e lo splendore della natura creata, della vegetazione lussureggiante
VIOLA:
con le sue caratteristiche di discrezione, penitenza e, a volte, di dolore, e' il colore che distingue le celebrazioni dell'Avvento, della Quaresima, le celebrazioni penitenziali e le esequie cristiane.
Evoca serieta' e riflessione, non tristezza che non deve esistere in chi vive intensamente la fede. La morte per il cristiano non e' la fine di tutto, ma e' preludio di vita eterna. 

  • La Sacra Scrittura
La Sacra Scrittura costituisce la sostanza della liturgia. 
L'assemblea si riunisce per ascoltare gli insegnamenti del suo Dio, ed e' pronta a lasciarsi penetrare dalla Parola di Dio, "viva, efficace e piu' tagliente di ogni spada a doppio taglio" (Eb 4,12).
L'alleluia e' un canto liturgico previsto dopo la seconda lettura della domenica o dopo la prima lettura della Messa feriale. Alleluia significa letteralmente "Lodate Dio",

Prima di proclamare il Vangelo, nelle celebrazioni solenni il diacono incensa tre volte l'evangeliario: nel mezzo, a sinistra, a destra, come un nuovo segno di venerazione.
Durante la lettura il turiferario continua a far oscillare il turibolo fumante, simbolo dell'onore divino dovuto al Vangelo e insieme il buon odore di Cristo che penetra nel cuore dei credenti e si diffonde nel mondo (cf. 2 Cor 2,14-16).
L'omelia ha lo scopo di rendere attuali le letture a beneficio dell'assemblea, percio' e' collegata alla Parola di Dio.
Il Credo e' fatto di citazioni bibliche, un insieme strutturato di articoli di fede, quasi un condensato della fede cristiana.
La preghiera universale o preghiera dei fedeli presenta intenzioni per la Chiesa, i suoi pastori e i suoi fedeli; per coloro che hanno autorita' sulla terra affinche' favoriscano una vera pace nella giustizia; per coloro che soffrono; per i defunti; per i bisogni particolari dei membri dell'assemblea; per l'intera assemblea.
La grande Preghiera Eucaristica e' poi l'intercessione per eccellenza; la recita soltanto il sacerdote, e' vero, ma egli e' unito a tutta l'assemblea che, attraverso le sue mani, offre a Dio il sacrificio unico di Cristo per la salvezza di tutti gli uomini.
Dopo i riti d'inizio e la liturgia della Parola, arriviamo alla liturgia propriamente eucaristica, che e' il centro della Messa.

  • OFFERTORIO:
 La Chiesa si nutre alle due tavole della Parola e dell'Eucaristia: e' logico quindi che le due parti principali della Messa si corrispondano armonicamente.  Nelle celebrazioni festive, i doni  vengono portati all'altare da alcuni fedeli in processione, simboleggiando la partecipazione dell'intera assemblea all'offerta del sacerdote, offrendo con fiducia anche se stessi nelle mani di Dio, vediamo adesso il significato di alcuni doni:
Il Pane:
Alimento base che riassume tutti gli altri.
Nel discorso sul pane di vita (Gv 6), Gesu' dichiara di essere "il pane di Dio", colui che discende dal cielo e da' la vita al mondo (cf. 6,33). Il Padre ci da' questo pane di vita e il Verbo incarnato si dona, offrendo la propria carne per la vita del mondo (cf. 6,51).
Nell'Eucaristia la carne di Gesu' e' veramente cibo, come il suo sangue e' veramente bevanda (cf. 6,55); consumandoli il cristiano partecipa al sacrificio di Cristo, condividendo la sua condizione di Figlio che vive unicamente per il Padre (cf. 6,57).
"guadagnarsi il pane" significa guadagnarsi da vivere, faticando.
"perdere il pane" è sinonimo di restare senza lavoro.
Il pane è buono: preso come modello di bontà assume il detto "buono come il pane".
Il pane è umile e semplice.
Il vino
Il vino presentato sull'altare e' destinato a diventare il sangue di Cristo e a renderne attuale il sacrificio redentore. Esso e' contemporaneamente il sangue del Calvario, la bevanda che ci comunica gioia e forza, e' gia' il "vino nuovo" delle nozze nel Regno. 
Il vino parla di amicizia e comunione con gli altri, perché crea un’atmosfera di solidarietà e di comunicazione.
Il vino è simbolo dell’amore e rievoca il Sangue di Gesu' Cristo versato per  la remissione dei nostri peccati
 L' Olio: 
Già nell’Antico Testamento, l’olio è apprezzato per tutte le sue benefiche proprietà.Insieme con il frumento ed il vino è considerato il simbolo del benessere e delle benedizioni di Dio.Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme! È come olio profumato sul capo, che scende sulla barba, sulla barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste!" (Sal. 132,1-2) .
Il Sale:
Il sale dona sapore alle vivande.Preserva i cibi dalla corruzione e li rende sapidi.
Gesù ha fatto del sale un segno distintivo dei cristiani
"Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini" (Mt.5,13).
 Il sacerdote dopo aver ricevuto i doni ritorna all'altare per presentarli a Dio e  pronuncia la benedizione specifica.
"La Chiesa implora con speciali invocazioni la potenza divina, perche' i doni offerti dagli uomini vengano consacrati, cioe' diventino il Corpo e il Sangue di Cristo, e perche' la vittima immacolata, che si riceve nella santa Comunione, giovi per la salvezza di coloro che vi parteciperanno".
La liturgia e' il momento forte in cui la comunita' di salvezza unisce il proprio ricordo dell'Alleanza a quello che Dio conserva in perpetuo.
Nella misura in cui la liturgia associa la comunità dei credenti al disegno eterno di Dio, la celebrazione dell'Alleanza la rende contemporanea, non solo in riferimento alla sua instaurazione al Sinai ma anche nel suo compimento da parte del Messia.
Quando Gesu' nell'Ultima Cena istituisce il sacrificio eucaristico, ne fa il memoriale del suo Mistero Pasquale: "Fate questo in memoria di me". Cosi' l'Eucaristia, dono immenso di Dio alla Chiesa, fa attualizzare il sacrificio del Calvario, anticipando nello stesso tempo la realizzazione dell'Alleanza eterna che avra' inizio con il ritorno glorioso del Messia
.
  • PADRE NOSTRO  
Il Padre Nostro è stata introdotta successivamente perchè e' la preghiera per eccellenza, dal momento che e' stata insegnata da Gesu' stesso ai discepoli pertanto Diventati fratelli di Gesu', anche noi possiamo invocare il Padre come lui.

  • Il rito della pace e la frazione del pane
Il rito della pace inizia con una preghiera per la pace e l'unita', ricordando al Signore Gesu' le sue stesse parole agli apostoli: "Signore Gesu' Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli - Vi lascio la pace, vi do la mia pace ! - esprime l'umile fiducia del povero davanti al suo Salvatore.
La comunione eucaristica e' un atto eminentemente personale e, come afferma San Paolo, esige che ci si esamini per vedere se ci si avvicina degnamente al corpo e al sangue del Signore (1 Cor 11,27-31).
  • la comunione eucaristica 
. Spezzare il pane e' un gesto di convivialita'; gesto concreto che diventa simbolo d'una condivisione fraterna, capace di manifestare e nutrire una comunione.
Coloro che mangiano lo stesso pace sono "compagni" (da cum panis).
Gesu' ha fatto questo gesto alle due moltiplicazioni dei pani (Mt 14,19; 15,36) e soprattutto nel momento dell'istituzione dell'Eucaristia (Mc 22,19). Nell'ultima cena e nella sera della risurrezione, i discepoli di Emmaus vedono e riconoscono Gesu' "nello spezzare il pane" (Lc 24,35).Condivisione, unita': e' questo il significato del rito della frazione del pane che riassume tutto il mistero eucaristico.
Questo rito significa anche che noi, pur essendo molti, diventiamo un solo corpo nella comunione e un solo pane di vita che e' Cristo (cf. PNMR n. 56), nel segno dell'unita' e della carita'.La comunione ricevuta sulla mano deve manifestare, al pari della comunione ricevuta in bocca, il rispetto verso la presenza reale del Cristo nell'Eucaristia. Il fedele che ha ricevuto l'Eucaristia nella mano la portera' alla bocca prima di ritornare al suo posto, mettendosi da parte solo per avvicinare colui che lo segue e restando rivolto verso l'altare.' l'assemblea manifesta e nutre la propria unita' quando riceve il pane di vita. In questo momento l'assemblea si muove come in processione incontro al suo Signore e ogni singolo che riceve l'Ostia santa ripete Amen !, esprimendo il desiderio di cio' che i fedeli vogliono diventare: il corpo di Cristo.
Ultimata la distribuzione della comunione il sacerdote e i fedeli, secondo l'opportunita', pregano per un po' in silenzio. Ma si puo' anche far cantare da tutta l'assemblea un inno, un salmo o un altro canto di lode.Il ringraziamento silenzioso o cantato di tutta l'assemblea trova la sua naturale conclusione nella preghiera dopo la comunione, l'ultima delle tre orazioni della Messa, dopo la colletta e la preghiera sulle offerte.
Le preghiere dopo la comunione in primo luogo ringraziano Dio per il sacrificio e la comunione eucaristici. In secondo luogo chiedono che i frutti della partecipazione sacramentale siano abbondanti nella vita di ognuno, per giungere alla vita eterna. Infine, invocano da Dio tutta l'energia necessaria per la missione di cui i battezati sono investiti, a cominciare dalla testimonianza umile e vera della loro vita unita al mistero di Cristo e guidata dal suo Spirito e della loro effettiva carita' e unita'.

  • Riti di conclusione 
Tutta la Messa e' un grazie a Dio per il Mistero pasquale che essa ci mette a disposizione: e' un'immensa benedizione, culminante nell'offerta del sacrificio del Figlio unico, per tutte le benedizioni che ci vengono da Dio per Cristo nello Spirito.
La benedizione finale della Messa significa che Dio e' sempre la sorgente dei beni temporanei e spirituali che ci sono necessari per giungere alla vita eterna. 

Prima di benedire l'assemblea, in nome di Cristo e in nome della Santa Trinita', il sacerdote saluta l'assemblea un'ultima volta. In certi giorni o in certe occasioni, il sacerdote puo' usare una formula piu' solenne di benedizione. Con le mani stese sull'assemblea, il sacerdote pronunzia successivamente tre formule, alle quali i fedeli rispondono ogni volta Amen. Infine il sacerdote recita la benedizione facendo il segno di croce sull'assemblea oppure la messa termina semplicemente con "La Messa e' finita, andate in pace", annuncia lo scioglimento dell'assemblea che lascia il luogo sacro della celebrazione
Come ultimo gesto, prima di ritirarsi, il sacerdote bacia l'altare come all'inizio della messa. Tale gesto finale esprime la comunione che deve permanere grazie alla celebrazione dei misteri, di cui l'altare del sacrificio eucaristico rimane il simbolo permanente.
Tutto e' compiuto, ma insieme tutto comincia, perche' la comunita', anche se esce dalla chiesa, non finisce mai di rimanere interiormente unita alla vita del Dio tre volte santo che e' Amore  
Questa condizione, oltre che dalle disposizioni personali di animo, e' resa possibile dalla preghiera che sgorga naturalmente dal cuore e dalla mente di tutti coloro che si impegnano con tutte le loro forze per mantenere un collegamento di cuore con il Signore risorto, e questa e' l'origine della forza spirituale che permette in ogni situazione e in ogni circostanza della nostra vita quotidiana, di offrire una testimonianza cristiana sincera di amore a Dio e ai fratelli.
tratto da
Padre Claudio Traverso
 






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