Dopo l’articolo delle lacrime, ho pensato di proseguire con un articolo che suggerisce di scrivere come consolare il mondo perché tutti, siamo il popolo di Dio, ricordiamo che in Genesi leggiamo che siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio indipendentemente dal colore della pelle, dalla cultura o dal luogo geografico il Signore ci invita alla fratellanza, all'amore, alla misericordia. Mi sono tuffata alla lettura di un libro di Fabio Rosini :“Solo L’amore Crea.
Le opere di misericordia spirituali,
cercherò con estrema umiltà di sintetizzare questo capolavoro.
Prendiamo quindi la lente di ingrandimento e vediamo cosa
nasconde il termine Misericordia:
il Mondo è stato creato dalla Misericordia di Dio, il
popolo sperimenta la Sua Misericordia quando fu liberato dalla Schiavitù
d’Egitto ed ancora oggi, ai tempi nostri Dio opera secondo il SUO GRANDE AMORE,
Dio stesso dice di sé
“Io sono Misericordia, sono pazienza e ira Pigra”
Lui non può scindere dalla Sua stessa natura, chi si apre a
Lui scopre una dolcezza infinita, eterna, Egli segue ogni sua opera con amore
paterno collegata ad una tenerezza fedele, a quell'amore filiale che anche nel
rimprovero ti fa percepire che si sta occupando di te. La vita è un incontro con
questa tenerezza, è quella carezza che senti nei momenti bui. Quel metterti in
gioco e non lasciarti andare, quell'amico che ti fa guardare oltre il tuo
errore, quello sconosciuto che si occupa di te, che ti permette di cadere ma
che subito ti soccorre, è il gesto che
dobbiamo focalizzare, Dio ti lascia libero ma veglia su te. Se arriviamo a
questa consapevolezza impariamo a vivere in lui e con Lui. Queste attenzioni,
questa cura e amore filiale che Dio ha per noi non tutti la riconduciamo a lui
ma è per tutti e per ciascuno, qualcuno la chiama fortuna, qualcuno in altro
modo…. Io credo che il termine più giusto sia da ricondurlo a colui che più di
tutti ci Ama ed è Nostro Signore.
Questo amore ci fa rinascere, ci aiuta a perdonarci e perdonare
e vivere di questo amore infinito che Dio ci dona gratuitamente pertanto il
problema di uno diventa un problema collettivo per amore dell’altro, non è più
cosa posso fare per me ma cosa posso fare per l’altro per essere felici,
quell’apprensione per l’altro, quell’amore tenace , autentico che non si perde
d’ animo ma che lotta fin quando non ha raggiunto il bene.
Dio ci ama, ci
corregge, ci consola, ci perdona ma ci mette anche dei muri se ne abbiamo
bisogno.
La vita dell’uomo è preziosa perché nasce da Dio e solo Dio
possiede le caratteristiche di colui che fa sorgere e guida la vita.
La misericordia non sorge dall’uomo o dalla sua volontà, né
dalla sua psicologia o dalla energia ma dalla relazione con Dio
La Misericordia ci deve condurre alla fonte della sorgente
ciò a Dio.
Le opere di misericordia sono attualizzabili se si parte
dalla virtù teologale per eccellenza: la carità
La misericordia è necessaria in ogni nostro rapporto: tra
parenti, tra amici, tra coniugi.
La felicità più profonda nella vita è prendersi cura di
qualcuno.
Alla fine di questa vita ci chiederemo se veramente abbiamo
amato fino in fondo qualcuno, se sul serio ci siamo presi cura di qualcuno. L’
uomo non può imitare la Misericordia di Dio ma può esserne un Suo strumento, sta
scritto “ come il Padre ha mandato me anch’io mando voi “ cio’ significa che
siamo chiamati a diventare un canale della potenza di Dio, meraviglioso che ne
dite?
Gesù ama perché si sente amato, vive di gratitudine e si
sente in debito nei confronti del Padre ecco la chiave di tutto: sentire questo
immenso amore di Dio che si trasforma in gratitudine e in questo sentimento
diventiamo strumento nelle mani di Dio perché solo in lui riposa l’anima mia
dice il bellissimo salmo 61.
Gesù accetta di essere tradito e ucciso per donarci lo
Spirito Santo, Dio puo’ entrare in ogni cuore e farci vivere d’amore e di
perdono.
Nella lettera di Giovanni sta scritto “Chiunque ama è generato
da Dio”
Ovviamente l’uomo mai potra’ sostituirsi all’amore di Dio
che invece ci don l’Amore Eterno quello con la A maiuscola.
Quell’amore capace di farci uscire dalla nostra lebbra,
dalle nostre paralisi. Un amore Gratis, che attende solo il nostro consenso.
L’uomo potrà fare opere di accoglienza, opere umane di Misericordia,
amore compassionevole, l’uomo puo’ sentire un forte senso di dovere e di amore
come giustizia ma non puo’ rigenerare come fa invece Dio, non puo’ produrre la
vita Eterna ma Dio si.
La Misericordia dell’uomo viene generata dal rapporto con
Dio generato dalla fede.
Ci sono due tipi di misericordia : le opere di misericordia
corporali e le opere di misericordia Spirituali
le prime ( hanno a che fare col corpo )sono:
1. Dar da
mangiare gli affamati ( sfamare)
2. Dar da
bere gli assetati ( dissetare)
3. Vestire
gli ignudi (vestire)
4. Ospitare
i pellegrini (ospitare)
5. Visitare
gli ammalati (visitare)
6. Visitare
i carcerati
7. Seppellire
i morti. (seppellire)
Le opere di Misericordia Spirituali (hanno a che fare con
la fede ) e sono:
1. Consigliare
i dubbiosi (consigliare
2. Insegnare
gli ignoranti (insegnare)
3. Ammonire
i peccatori (ammonire)
4. Consolare
gli afflitti (consolare)
5. Perdonare
le offese (perdonare)
6. Sopportare
pazientemente le persone moleste (sopportare)
7. Pregare
Dio per i vivi e per i morti (pregare)
Ci occuperemo adesso di approfondire le
opere di misericordia relativi allo Spirito
1. CONSIGLIARE
I DUBBIOSI:
Superficialmente possiamo pensare sia banale
dare un consiglio, ed invece non è proprio così, ci sono dei consigli che
cambiano la vita di una persona, ogni scelta corrisponde ad una perdita
immensa. Scegliere significa rinunciare a ciò che non abbiamo eletto, il
dubbioso non ha l’obbiettivo chiaro, non saper discernere il bene dal male. Il
peccato sgorga dal dubbio reale, da una mancanza di ordine che ovviamente porta
disordine. Satana non nega che Dio esiste ma crede che in Dio sia presente il
male
L’uomo è sedotto da quella
voce che gli sussurra che Dio non lo ama e crede che deve meritare l’amore di
Dio, questa insicurezza lo porta a fare delle scelte errate perché non ci
poniamo dei dubbi ma teniamo le cose per scontate.
Molto spesso sbagliamo per
mancanza di informazioni in primis ma spesso il secondo passo, sicuramente più
grave è quello di non porsi delle domande e non esaminare umilmente qualcosa o
qualcuno- Quest’ultimo errore annulla la misericordia degli altri, rendendoci
incapaci di ascoltare, ci chiudiamo agli altri per tutelare il nostro punto di
vista.
Si arriva perciò erroneamente a
schematizzare qualche comportamento profilando dei consigli standard o ancor
peggio fare delle paternali sui comportamenti sbagliati.
Il dubbioso non ha bisogno di
sentirsi dire cosa fare ma alle volte ma di trovare la chiave adatta per
uscirne.
Il dubbio è una strada di
crescita, una sfida, l’inizio di un’avventura.
Consigliare ad un dubbioso
vuol dire sedersi con lui, stargli accanto e far leva non sui dubbi ma sulle
certezze, non su ciò che è ambiguo ma ciò che è nitido.
Partire come Marta dalle
certezze per scegliere la soluzione migliore, il dubbio è portatore dei no
proprio come nel peccato che caddero Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. Il Vangelo
è l’annuncio di un Si che fa da perno per leggere tutto il resto della nostra
vita, se non pensiamo che la vita sia Provvidenza i dubbi ci tortureranno, se
invece pensiamo che Dio ci ama e che l’amore ha principi molto più profondi
della ragione senza escluderla , senza contraddirla, si serve della ragione ma
l’amore la supera.
Per consigliare un dubbioso ci
vuole amore, ascolto, scegliere significa farsi eco del Si di Dio, il dubbioso
deve sentirsi amato, capito, ascoltato, il dubbioso Ha necessità di ascoltare e
rispondere a domande che mettano ordine e che mettano in luce la reale
situazione e rispondere alle domande corrette per risolvere la situazione.
Occorre un sano distacco che ci aiuti a tornare a vedere le cose nella giusta
prospettiva consigliare un dubbioso corrisponde al dono del Consiglio frutto
dello Spirito Santo che si oppone al peccato capitale dell’avarizia, ossia
colui che non riesce a scegliere e a distaccarsi dalle cose perché ogni scelta
implica una perdita.
Gli avari infatti non buttano
via nulla, si tengono tutto, abitanti dell’ansia che non gli permette di
lasciare niente. Nei discernimenti più ardui, la strada per una decisione spesso
passa per una seria elemosina, nell’elemosina quando tocca i propri possessi in
serio modo si prova n senso di gioia e di liberazione è lì che ci si rende
conto che non comanda il denaro ma noi e che possiamo vincere sulle cose, e
facciamo esperienza che non succede nulla se perdiamo qualcosa. La nostra vita
ha bisogno di verità oggettive: (Se mi trascuro sto peggio., D’estate fa più caldo
che d’inverno) Queste verità dimostrano che la verità esiste e che ha in sé il
vero. La certezza nasce dalla fiducia e cresce dalla stima paterna. Se non
riceviamo fiducia, non avremo fiducia, se non abbiamo qualcuno che ci dica che
ce la possiamo fare, non ce la faremo. Questa fiducia proviene dalla paternità
perché si cresce dalla fiducia paterna. Se questa fiducia viene meno il figlio
non sprigiona le proprie potenzialità, nel caso contrario invece, davanti ad un
padre che scommette sul figlio si sfoderano le potenzialità del minore
sfoderando il meglio di sé.
L’uomo è portatore di bellezza
perché la sua vita è preziosa per Dio e questa fiducia è fondamentale per
vivere bene.
Il Signore, nonostante i
nostri errori non smette mai di tenderci la mano e con la voce amorevole ci
dice “coraggio, andiamo avanti”. Molto spesso i giovani si curano poco di se
stessi. Se guardiamo la nostra vita con gli occhi di Dio, con amore infinito,
con la Sua tenerezza, la Sua Misericordia tutto acquisisce un nuovo sapore. La
vita ci deve portare a difendere la consapevolezza che la nostra vita non è mai
un errore e che tutto deve partire da quell’Amore. Quando riconosciamo di
essere un “cucciolo di Dio” come ci scrive Rosini nel Suo libro, si sciolgono
tanti nodi della nostra vita. Dobbiamo sempre partire dai Si che abbiamo
ricevuto nella nostra vita.
Il bene è sempre lineare in
contrasto col male che è tortuoso e contraddittorio.
Il male deve essere sempre
giustificato mentre il bene possiede una sua autoevidenza nel cuore. Quando il
bene tocca il nostro cuore sorge la luce nel nostro intimo, in fondo alla
nostra anima troviamo la certezza di essere amati e che la vita va vissuta
perché è bella. Nel bene assaporiamo la vera limpidezza, la chiarezza, la
semplicità, tutti doni che Dio fa alla nostra vita. Per essere un consigliere
bisogna saper ascoltare, saper tacere ma anche parlare bene, è necessario
essere fermi ma dolci. In un testo di Pascal c’è scritto: “bisogna saper
dubitare quando occorre, affermare quando è necessario, sottomettersi quando è
necessario.
Quindi è bene dubitare un
momento, per verificare se bisogna cambiare direzione per questo bisogna avere
l’umiltà per non reputare le nostre opinioni assolute ma mettersi sempre in
discussione. La strada delle umiliazioni è l’unica strada per camminare verso
l’umiltà. Per consigliare abbiamo bisogno di far continua memoria dei nostri
errori e la voglia di scoprirne altri, in poche parole il buon consigliere è
una persona debole che ha accettato la sua debolezza e che vive in umiltà.
Per crescere nella capacità di
consigliare bisogna essere costanti nella preghiera, nelle buone abitudini, la
vita fraterna, l’esercizio della franchezza e della libertà delle cose, di
imparare l’arte dell’obbedienza a Dio. Il primo discernimento è ricordarci di
essere bisognosi della Misericordia di Dio.
2. INSEGNARE
AGLI IGNORANTI.
Ogni
giorno siamo soggetti a delle scelte e molto spesso il soddisfacimento delle
stesse dipendono dalla nostra conoscenza,
abbiamo bisogno che siano soddisfatti i nostri dubbi prima di decidere quale
sia il bene.
Certo
sapere è giusto ed importante ma come è importante attingere alle fonti
autentiche dei nostri dubbi perché altrimenti fidandoci della percezione
dell’uno e dell’altro possiamo incorrere nel fidarci di una bugia camuffata da
una realtà errata come è successo con Adamo ed Eva caduti in peccato perché
aver creduto all'informatore astutamente forviante del serpente.
Molto
spesso la nostra esistenza dipende dai ricordi, i ricordi sono depositati nel
cuore, e sono legati alla dimensione affettiva e non oggettiva capaci pertanto
di condizionare le nostre scelte e il nostro approccio alla vita.
Spesso
dietro alla nostra angoscia esistenziale si nasconde una menzogna dettata
magari da un egoismo, dal non sentirsi capiti.
L’apprendimento
è alla base della nostra esistenza, la nostra vita è perentoriamente macchiata
da quello che viviamo coi i genitori, con gli amici, con la scuola, con la
televisione e dalla nostra personale percezione determina tutto ciò che vivo e
le mie scelte future. La vita spirituale ha bisogno come e più del resto di un
incontro autentico con Gesù, e per poterlo riconoscere abbiamo bisogno vivere
quello che Gesù insegna, ecco perche’ la Madre Chiesa deve essere UNA , e unico
deve essere l’ insegnamento che Lei dà altrimenti si perde di credibilità, e la
persona che si sente presa in giro difficilmente si riavvicinerà alla fede, la
credibilità dipende sia dalla stoltezza della predicazione cosi’ come dice San
Paolo ma deve essere seguita dall’ obbedire a Dio altrimenti diventa vana. La condizione
dell’uomo non è porsi nei confronti della vita come colui che tutto sa ma come
chi ogni giorno deve imparare. Gesù nel
vangelo ce lo dimostra proprio quando si accosta ai discepoli di Emmaus, e si
lascia raccontare l’accaduto. Perché lo fa se conosce tutto? Perché non conosce
la loro percezione. Gesù vuole conoscere le loro emozioni, le loro percezioni
pe coglierne l’errore e poterli correggere e dar loro la chiave di lettura
giusta. Dobbiamo guardare il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino che
contrasta col “io so tutto” ma come “io ogni giorno scopro cose nuove anche se
faccio le stesse cose” perché anche nella quotidianità scopriamo la novità” Quante
volte infatti leggendo lo stesso vangelo ci accorgiamo di quella virgola e di
quella parola che cambia la nostra interpretazione. E’ necessario mettersi
sempre in discussione e percepire ogni cosa come un dono di Dio e soprattutto
mettere a capo Dio misericordioso capace di brillare nel cuore di colui che lo
cerca con sincerità. L’arte dell’educatore è quella di fornire elementi che
annuncino l’unicità della persona opera di Dio e di riconoscerci figli di un
padre che provvede a noi capace di ogni tenerezza e di ogni meraviglia.
3. Ammonire
i peccatori
Un
detto antico diceva in Latino “ errare humanum est” ma se è vero che errare è umano come la
stessa traduzione ci dice sappiamo che nel capitolo 18 di Matteo leggiamo “Se il tuo fratello
commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai
guadagnato il tuo fratello; 16 se
non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia
risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17 Se poi non
ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche
l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.” Ci troviamo cosi’ davanti alla 3 opera
di misericordia spirituale. Ammonire proviene dal latino Ad-monere che
significa dare un avvertimento, lo si usa quando una persona è in pericolo e
una seconda persona lo salva avvertendolo, Il peccatore o errante, invece, è
colui che sta sbagliando la mira dei propri atti. Molto spesso davanti a chi
sbaglia nei nostri confronti mettiamo in atto la legge del taglione o peggio
diciamo la nostra verità con rabbia e spesso e volentieri anziché conquistare
il fratello lo perdiamo facendo esperienza che una verità detta con disprezzo o
senza amore spesso pone fine a quel rapporto. Se invece io amo Dio e reputo la
persona da correggere mio fratello tutto viene ridimensionato io non agirò su
di lui con rabbia per rivendicare un mio diritto ma per il bene comune, per
poter camminare insieme in libertà e in nome di quel grande amore fraterno non
rinuncio a dirgli la verità, dimostro così di volergli stare accanto e provare
ad aiutarlo sempre. Il dialogo con l’altro è sempre fondamentale perché
permette di non accumulare l’errore dell’altro ma parlando di tutto con
serenità dirò le cose che penso spontaneamente disinnescando la rabbia, il
giudizio, l’atteggiamento irruento, il disprezzo.
Le
opere di misericordia non possono non avere per base l’amore.
Molto
spesso siamo stati educati invece a tacere davanti all’errore dell’altro,
ricordo quando ero piccola che mi dicevano “quando qualcuno ti fa un torto tu acqua in bocca. Chi beve non può infatti parlare” Questo
è un detto popolare di certo non cristiano perché tale atteggiamento nasconde i
peccati di omissione e di certo nasconde un falso buonismo minimizzando il
peccato portando chi ha subito il torto a raccontare l’accaduto ad altri,
quindi parlando alle spalle nasconde il proprio errore e passa per vittima portando a falsificare il rapporto
comportandosi da ipocrita avendo difficoltà a creare una sana relazione. Rapportarsi con gli altri
significa comprendendone il cuore delle persone facendole sentire accolte e
ascoltate, impone di mettere da parte l’amor proprio, la pretesa per mettere al
centro il bene dell’altro tutto ciò lo si può fare se confidiamo in Dio e dal
Suo grande amore ci dona i frutti dello spirito: l ’intelletto e il Timor di
Dio. Il primo si oppone al giudizio e alla condanna che rende l’uomo incapace
di vedere, il nostro egoismo infatti impedisce di conoscere l’altro.
si deve essere liberi dal proprio ego per
capire la colpa dell’altro, solo guardando il prossimo con amore e usando
l’intelletto possiamo intuire il vero problema e parlar loro con franchezza e
raggiungere come Pietro la parresia ossia essere fedeli e dire la verità costi quel che costi.
E’ necessario per non dimenticare che un ‘altro frutto dello Spirito che non va
messo da parte è il Timor di Dio che è la sana apprensione nei confronti
dell’altro, quel apprensione bella, calda, amorevole, il non darsi pace se
l’altro prende strade sbagliate, quella tenacia al bene dell’altro, l’accettare
di essere corretti sempre con umiltà.
Accettare
la correzione non è facile soprattutto perché ognuno di noi si trova a combattere
internamente con dei muri altissimi di orgoglio, e, per camminare con l’altro
dobbiamo buttarli giù per correggere e
correggerci per non fare e farci un torto perché se serbiamo rancore
permettiamo alla nostra anima di farsi
delle ferite.
Dobbiamo
essere estremamente delicati nel correggere un nostro fratello e pensare che
ogni torto deve essere superato in nome di quella meta che è cielo.
Quando
muore una persona cara se ci pensiamo, dimentichiamo ogni rancore, ogni torto,
perché il distacco si sovrappone davanti ad ogni avvenimento accaduto prima e
riusciamo a pensare a quella persona ormai volata via solo in bene, ed anche la
cosa piu’ grave la ricordiamo col sorriso in bocca. Abbiamo la necessità di
creare rapporti fedeli e indissolubili per arrivare al cospetto di Dio.
Abbiamo
bisogno di cercare il fratello come una pecorella perduta, trovarlo, stargli
accanto, riaverlo vicino al cuore e se non ascolta perdonalo 70 volte 7 e se
non ti ascolta sia per te un pubblicano e un pagano.
I
pubblicani e i pagani sono coloro per cui si dà la vita, il nemico da amare
perché
Dio
lo ama, abbiamo il diritto di pregare per lui se non riesce a capire che lo
stiamo ammonendo per amore e non per un fine diverso. Siamo chiamati a guardare
l’altro con gli occhi di Dio ad aiutarlo a trovare la propria bellezza al di là
delle apparenze, ad essere ascoltato e amato gratuitamente per quello che è e
non per quello che deve dimostrare perché solo con l’amore, l’altro inizierà a
rimettersi in gioco
Fine
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