mercoledì 23 settembre 2020

Le opere di Misericordia

 

Dopo l’articolo delle lacrime, ho pensato di proseguire con un articolo che suggerisce di scrivere come consolare il mondo perché tutti, siamo il popolo di Dio, ricordiamo che in Genesi leggiamo che siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio indipendentemente dal colore della pelle, dalla cultura o dal luogo geografico il Signore ci invita alla fratellanza, all'amore, alla misericordia.  Mi sono tuffata alla lettura di un libro di Fabio Rosini :“Solo L’amore Crea. 

                                                 Le opere di misericordia spirituali

cercherò con estrema umiltà di sintetizzare questo capolavoro.  



Prendiamo quindi la lente di ingrandimento e vediamo cosa nasconde il termine Misericordia:

il Mondo è stato creato dalla Misericordia di Dio, il popolo sperimenta la Sua Misericordia quando fu liberato dalla Schiavitù d’Egitto ed ancora oggi, ai tempi nostri Dio opera secondo il SUO GRANDE AMORE, Dio stesso dice di sé

                             “Io sono Misericordia, sono pazienza e ira Pigra”

Lui non può scindere dalla Sua stessa natura, chi si apre a Lui scopre una dolcezza infinita, eterna, Egli segue ogni sua opera con amore paterno collegata ad una tenerezza fedele, a quell'amore filiale che anche nel rimprovero ti fa percepire che si sta occupando di te. La vita è un incontro con questa tenerezza, è quella carezza che senti nei momenti bui. Quel metterti in gioco e non lasciarti andare, quell'amico che ti fa guardare oltre il tuo errore, quello sconosciuto che si occupa di te, che ti permette di cadere ma che subito ti soccorre,  è il gesto che dobbiamo focalizzare, Dio ti lascia libero ma veglia su te. Se arriviamo a questa consapevolezza impariamo a vivere in lui e con Lui. Queste attenzioni, questa cura e amore filiale che Dio ha per noi non tutti la riconduciamo a lui ma è per tutti e per ciascuno, qualcuno la chiama fortuna, qualcuno in altro modo…. Io credo che il termine più giusto sia da ricondurlo a colui che più di tutti ci Ama ed è Nostro Signore.

Questo amore ci fa rinascere, ci aiuta a perdonarci e perdonare e vivere di questo amore infinito che Dio ci dona gratuitamente pertanto il problema di uno diventa un problema collettivo per amore dell’altro, non è più cosa posso fare per me ma cosa posso fare per l’altro per essere felici, quell’apprensione per l’altro, quell’amore tenace , autentico che non si perde d’ animo ma che lotta fin quando non ha raggiunto il bene.

 Dio ci ama, ci corregge, ci consola, ci perdona ma ci mette anche dei muri se ne abbiamo bisogno.

La vita dell’uomo è preziosa perché nasce da Dio e solo Dio possiede le caratteristiche di colui che fa sorgere e guida la vita.

La misericordia non sorge dall’uomo o dalla sua volontà, né dalla sua psicologia o dalla energia ma dalla relazione con Dio

La Misericordia ci deve condurre alla fonte della sorgente ciò a Dio.

Le opere di misericordia sono attualizzabili se si parte dalla virtù teologale per eccellenza: la carità

La misericordia è necessaria in ogni nostro rapporto: tra parenti, tra amici, tra coniugi.

La felicità più profonda nella vita è prendersi cura di qualcuno.

Alla fine di questa vita ci chiederemo se veramente abbiamo amato fino in fondo qualcuno, se sul serio ci siamo presi cura di qualcuno. L’ uomo non può imitare la Misericordia di Dio ma può esserne un Suo strumento, sta scritto “ come il Padre ha mandato me anch’io mando voi “ cio’ significa che siamo chiamati a diventare un canale della potenza di Dio, meraviglioso che ne dite?

Gesù ama perché si sente amato, vive di gratitudine e si sente in debito nei confronti del Padre ecco la chiave di tutto: sentire questo immenso amore di Dio che si trasforma in gratitudine e in questo sentimento diventiamo strumento nelle mani di Dio perché solo in lui riposa l’anima mia dice il bellissimo salmo 61.

Gesù accetta di essere tradito e ucciso per donarci lo Spirito Santo, Dio puo’ entrare in ogni cuore e farci vivere d’amore e di perdono.

Nella lettera di Giovanni sta scritto “Chiunque ama è generato da Dio”

Ovviamente l’uomo mai potra’ sostituirsi all’amore di Dio che invece ci don l’Amore Eterno quello con la A maiuscola.

Quell’amore capace di farci uscire dalla nostra lebbra, dalle nostre paralisi. Un amore Gratis, che attende solo il nostro consenso.

L’uomo potrà fare opere di accoglienza, opere umane di Misericordia, amore compassionevole, l’uomo puo’ sentire un forte senso di dovere e di amore come giustizia ma non puo’ rigenerare come fa invece Dio, non puo’ produrre la vita Eterna ma Dio si.

La Misericordia dell’uomo viene generata dal rapporto con Dio generato dalla fede.

Ci sono due tipi di misericordia : le opere di misericordia corporali e le opere di misericordia Spirituali

le prime ( hanno a che fare col corpo )sono:

1.    Dar da mangiare gli affamati ( sfamare)

2.    Dar da bere gli assetati ( dissetare)

3.    Vestire gli ignudi (vestire)

4.    Ospitare i pellegrini (ospitare)

5.    Visitare gli ammalati (visitare)

6.    Visitare i carcerati

7.    Seppellire i morti. (seppellire)

Le opere di Misericordia Spirituali (hanno a che fare con la fede ) e sono:

1.    Consigliare i dubbiosi (consigliare

2.    Insegnare gli ignoranti (insegnare)

3.    Ammonire i peccatori (ammonire)

4.    Consolare gli afflitti (consolare)

5.    Perdonare le offese (perdonare)

6.    Sopportare pazientemente le persone moleste (sopportare)

7.    Pregare Dio per i vivi e per i morti (pregare)

 

Ci occuperemo adesso di approfondire le opere di misericordia relativi allo Spirito

 

1.    CONSIGLIARE I DUBBIOSI:



 Superficialmente possiamo pensare sia banale dare un consiglio, ed invece non è proprio così, ci sono dei consigli che cambiano la vita di una persona, ogni scelta corrisponde ad una perdita immensa. Scegliere significa rinunciare a ciò che non abbiamo eletto, il dubbioso non ha l’obbiettivo chiaro, non saper discernere il bene dal male. Il peccato sgorga dal dubbio reale, da una mancanza di ordine che ovviamente porta disordine. Satana non nega che Dio esiste ma crede che in Dio sia presente il male

L’uomo è sedotto da quella voce che gli sussurra che Dio non lo ama e crede che deve meritare l’amore di Dio, questa insicurezza lo porta a fare delle scelte errate perché non ci poniamo dei dubbi ma teniamo le cose per scontate.

Molto spesso sbagliamo per mancanza di informazioni in primis ma spesso il secondo passo, sicuramente più grave è quello di non porsi delle domande e non esaminare umilmente qualcosa o qualcuno- Quest’ultimo errore annulla la misericordia degli altri, rendendoci incapaci di ascoltare, ci chiudiamo agli altri per tutelare il nostro punto di vista.

Si arriva perciò erroneamente a schematizzare qualche comportamento profilando dei consigli standard o ancor peggio fare delle paternali sui comportamenti sbagliati.

Il dubbioso non ha bisogno di sentirsi dire cosa fare ma alle volte ma di trovare la chiave adatta per uscirne.

Il dubbio è una strada di crescita, una sfida, l’inizio di un’avventura.

Consigliare ad un dubbioso vuol dire sedersi con lui, stargli accanto e far leva non sui dubbi ma sulle certezze, non su ciò che è ambiguo ma ciò che è nitido.

Partire come Marta dalle certezze per scegliere la soluzione migliore, il dubbio è portatore dei no proprio come nel peccato che caddero Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. Il Vangelo è l’annuncio di un Si che fa da perno per leggere tutto il resto della nostra vita, se non pensiamo che la vita sia Provvidenza i dubbi ci tortureranno, se invece pensiamo che Dio ci ama e che l’amore ha principi molto più profondi della ragione senza escluderla , senza contraddirla, si serve della ragione ma l’amore la supera.

Per consigliare un dubbioso ci vuole amore, ascolto, scegliere significa farsi eco del Si di Dio, il dubbioso deve sentirsi amato, capito, ascoltato, il dubbioso Ha necessità di ascoltare e rispondere a domande che mettano ordine e che mettano in luce la reale situazione e rispondere alle domande corrette per risolvere la situazione. Occorre un sano distacco che ci aiuti a tornare a vedere le cose nella giusta prospettiva consigliare un dubbioso corrisponde al dono del Consiglio frutto dello Spirito Santo che si oppone al peccato capitale dell’avarizia, ossia colui che non riesce a scegliere e a distaccarsi dalle cose perché ogni scelta implica una perdita.

Gli avari infatti non buttano via nulla, si tengono tutto, abitanti dell’ansia che non gli permette di lasciare niente. Nei discernimenti più ardui, la strada per una decisione spesso passa per una seria elemosina, nell’elemosina quando tocca i propri possessi in serio modo si prova n senso di gioia e di liberazione è lì che ci si rende conto che non comanda il denaro ma noi e che possiamo vincere sulle cose, e facciamo esperienza che non succede nulla se perdiamo qualcosa. La nostra vita ha bisogno di verità oggettive: (Se mi trascuro sto peggio., D’estate fa più caldo che d’inverno) Queste verità dimostrano che la verità esiste e che ha in sé il vero. La certezza nasce dalla fiducia e cresce dalla stima paterna. Se non riceviamo fiducia, non avremo fiducia, se non abbiamo qualcuno che ci dica che ce la possiamo fare, non ce la faremo. Questa fiducia proviene dalla paternità perché si cresce dalla fiducia paterna. Se questa fiducia viene meno il figlio non sprigiona le proprie potenzialità, nel caso contrario invece, davanti ad un padre che scommette sul figlio si sfoderano le potenzialità del minore sfoderando il meglio di sé.

L’uomo è portatore di bellezza perché la sua vita è preziosa per Dio e questa fiducia è fondamentale per vivere bene.

Il Signore, nonostante i nostri errori non smette mai di tenderci la mano e con la voce amorevole ci dice “coraggio, andiamo avanti”. Molto spesso i giovani si curano poco di se stessi. Se guardiamo la nostra vita con gli occhi di Dio, con amore infinito, con la Sua tenerezza, la Sua Misericordia tutto acquisisce un nuovo sapore. La vita ci deve portare a difendere la consapevolezza che la nostra vita non è mai un errore e che tutto deve partire da quell’Amore. Quando riconosciamo di essere un “cucciolo di Dio” come ci scrive Rosini nel Suo libro, si sciolgono tanti nodi della nostra vita. Dobbiamo sempre partire dai Si che abbiamo ricevuto nella nostra vita.

Il bene è sempre lineare in contrasto col male che è tortuoso e contraddittorio.

Il male deve essere sempre giustificato mentre il bene possiede una sua autoevidenza nel cuore. Quando il bene tocca il nostro cuore sorge la luce nel nostro intimo, in fondo alla nostra anima troviamo la certezza di essere amati e che la vita va vissuta perché è bella. Nel bene assaporiamo la vera limpidezza, la chiarezza, la semplicità, tutti doni che Dio fa alla nostra vita. Per essere un consigliere bisogna saper ascoltare, saper tacere ma anche parlare bene, è necessario essere fermi ma dolci. In un testo di Pascal c’è scritto: “bisogna saper dubitare quando occorre, affermare quando è necessario, sottomettersi quando è necessario.

Quindi è bene dubitare un momento, per verificare se bisogna cambiare direzione per questo bisogna avere l’umiltà per non reputare le nostre opinioni assolute ma mettersi sempre in discussione. La strada delle umiliazioni è l’unica strada per camminare verso l’umiltà. Per consigliare abbiamo bisogno di far continua memoria dei nostri errori e la voglia di scoprirne altri, in poche parole il buon consigliere è una persona debole che ha accettato la sua debolezza e che vive in umiltà.

Per crescere nella capacità di consigliare bisogna essere costanti nella preghiera, nelle buone abitudini, la vita fraterna, l’esercizio della franchezza e della libertà delle cose, di imparare l’arte dell’obbedienza a Dio. Il primo discernimento è ricordarci di essere bisognosi della Misericordia di Dio.

2.    INSEGNARE AGLI IGNORANTI.

 




Ogni giorno siamo soggetti a delle scelte e molto spesso il soddisfacimento delle stesse  dipendono dalla nostra conoscenza, abbiamo bisogno che siano soddisfatti i nostri dubbi prima di decidere quale sia il bene.

Certo sapere è giusto ed importante ma come è importante attingere alle fonti autentiche dei nostri dubbi perché altrimenti fidandoci della percezione dell’uno e dell’altro possiamo incorrere nel fidarci di una bugia camuffata da una realtà errata come è successo con Adamo ed Eva caduti in peccato perché aver creduto all'informatore astutamente forviante del serpente.

Molto spesso la nostra esistenza dipende dai ricordi, i ricordi sono depositati nel cuore, e sono legati alla dimensione affettiva e non oggettiva capaci pertanto di condizionare le nostre scelte e il nostro approccio alla vita.

Spesso dietro alla nostra angoscia esistenziale si nasconde una menzogna dettata magari da un egoismo, dal non sentirsi capiti.

L’apprendimento è alla base della nostra esistenza, la nostra vita è perentoriamente macchiata da quello che viviamo coi i genitori, con gli amici, con la scuola, con la televisione e dalla nostra personale percezione determina tutto ciò che vivo e le mie scelte future. La vita spirituale ha bisogno come e più del resto di un incontro autentico con Gesù, e per poterlo riconoscere abbiamo bisogno vivere quello che Gesù insegna, ecco perche’ la Madre Chiesa deve essere UNA , e unico deve essere l’ insegnamento che Lei dà altrimenti si perde di credibilità, e la persona che si sente presa in giro difficilmente si riavvicinerà alla fede, la credibilità dipende sia dalla stoltezza della predicazione cosi’ come dice San Paolo  ma deve essere  seguita dall’ obbedire a  Dio altrimenti diventa vana. La condizione dell’uomo non è porsi nei confronti della vita come colui che tutto sa ma come chi ogni giorno deve imparare.  Gesù nel vangelo ce lo dimostra proprio quando si accosta ai discepoli di Emmaus, e si lascia raccontare l’accaduto. Perché lo fa se conosce tutto? Perché non conosce la loro percezione. Gesù vuole conoscere le loro emozioni, le loro percezioni pe coglierne l’errore e poterli correggere e dar loro la chiave di lettura giusta. Dobbiamo guardare il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino che contrasta col “io so tutto” ma come “io ogni giorno scopro cose nuove anche se faccio le stesse cose” perché anche nella quotidianità scopriamo la novità” Quante volte infatti leggendo lo stesso vangelo ci accorgiamo di quella virgola e di quella parola che cambia la nostra interpretazione. E’ necessario mettersi sempre in discussione e percepire ogni cosa come un dono di Dio e soprattutto mettere a capo Dio misericordioso capace di brillare nel cuore di colui che lo cerca con sincerità. L’arte dell’educatore è quella di fornire elementi che annuncino l’unicità della persona opera di Dio e di riconoscerci figli di un padre che provvede a noi capace di ogni tenerezza e di ogni meraviglia.

 

3.    Ammonire i peccatori



Un detto antico diceva in Latino “ errare humanum est”  ma se è vero che errare è umano come la stessa traduzione ci dice sappiamo che nel capitolo 18  di Matteo leggiamo  Se il tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16 se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni17 Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.” Ci troviamo cosi’ davanti alla 3 opera di misericordia spirituale. Ammonire proviene dal latino Ad-monere che significa dare un avvertimento, lo si usa quando una persona è in pericolo e una seconda persona lo salva avvertendolo, Il peccatore o errante, invece, è colui che sta sbagliando la mira dei propri atti. Molto spesso davanti a chi sbaglia nei nostri confronti mettiamo in atto la legge del taglione o peggio diciamo la nostra verità con rabbia e spesso e volentieri anziché conquistare il fratello lo perdiamo facendo esperienza che una verità detta con disprezzo o senza amore spesso pone fine a quel rapporto. Se invece io amo Dio e reputo la persona da correggere mio fratello tutto viene ridimensionato io non agirò su di lui con rabbia per rivendicare un mio diritto ma per il bene comune, per poter camminare insieme in libertà e in nome di quel grande amore fraterno non rinuncio a dirgli la verità, dimostro così di volergli stare accanto e provare ad aiutarlo sempre. Il dialogo con l’altro è sempre fondamentale perché permette di non accumulare l’errore dell’altro ma parlando di tutto con serenità dirò le cose che penso spontaneamente disinnescando la rabbia, il giudizio, l’atteggiamento irruento, il disprezzo.

Le opere di misericordia non possono non avere per base l’amore.

Molto spesso siamo stati educati invece a tacere davanti all’errore dell’altro, ricordo quando ero piccola che mi dicevano “quando qualcuno ti fa un torto tu acqua in bocca.  Chi beve non può infatti parlare” Questo è un detto popolare di certo non cristiano perché tale atteggiamento nasconde i peccati di omissione e di certo nasconde un falso buonismo minimizzando il peccato portando chi ha subito il torto a raccontare l’accaduto ad altri, quindi parlando alle spalle nasconde il proprio errore e passa  per vittima portando a falsificare il rapporto comportandosi da ipocrita avendo difficoltà a creare  una sana relazione. Rapportarsi con gli altri significa comprendendone il cuore delle persone facendole sentire accolte e ascoltate, impone di mettere da parte l’amor proprio, la pretesa per mettere al centro il bene dell’altro tutto ciò lo si può fare se confidiamo in Dio e dal Suo grande amore ci dona i frutti dello spirito: l ’intelletto e il Timor di Dio. Il primo si oppone al giudizio e alla condanna che rende l’uomo incapace di vedere, il nostro egoismo infatti impedisce di conoscere l’altro.  

 si deve essere liberi dal proprio ego per capire la colpa dell’altro, solo guardando il prossimo con amore e usando l’intelletto possiamo intuire il vero problema e parlar loro con franchezza e raggiungere come Pietro la parresia ossia essere fedeli e dire la verità costi quel che costi. E’ necessario per non dimenticare che un ‘altro frutto dello Spirito che non va messo da parte è il Timor di Dio che è la sana apprensione nei confronti dell’altro, quel apprensione bella, calda, amorevole, il non darsi pace se l’altro prende strade sbagliate, quella tenacia al bene dell’altro, l’accettare di essere corretti sempre con umiltà.

Accettare la correzione non è facile soprattutto perché ognuno di noi si trova a combattere internamente con dei muri altissimi di orgoglio, e, per camminare con l’altro dobbiamo buttarli giù  per correggere e correggerci per non fare e farci un torto perché se serbiamo rancore permettiamo  alla nostra anima di farsi delle ferite.

Dobbiamo essere estremamente delicati nel correggere un nostro fratello e pensare che ogni torto deve essere superato in nome di quella meta che è cielo.

Quando muore una persona cara se ci pensiamo, dimentichiamo ogni rancore, ogni torto, perché il distacco si sovrappone davanti ad ogni avvenimento accaduto prima e riusciamo a pensare a quella persona ormai volata via solo in bene, ed anche la cosa piu’ grave la ricordiamo col sorriso in bocca. Abbiamo la necessità di creare rapporti fedeli e indissolubili per arrivare al cospetto di Dio.

Abbiamo bisogno di cercare il fratello come una pecorella perduta, trovarlo, stargli accanto, riaverlo vicino al cuore e se non ascolta perdonalo 70 volte 7 e se non ti ascolta sia per te un pubblicano e un pagano.

I pubblicani e i pagani sono coloro per cui si dà la vita, il nemico da amare perché

Dio lo ama, abbiamo il diritto di pregare per lui se non riesce a capire che lo stiamo ammonendo per amore e non per un fine diverso. Siamo chiamati a guardare l’altro con gli occhi di Dio ad aiutarlo a trovare la propria bellezza al di là delle apparenze, ad essere ascoltato e amato gratuitamente per quello che è e non per quello che deve dimostrare perché solo con l’amore, l’altro inizierà a rimettersi in gioco

                                                                       Fine Prima parte

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