mercoledì 29 gennaio 2020

Il senso della vita


l senso della vita. Natura e cultura.
Fine modulo


Che senso ha vivere? Quante cose si fanno nella vita: si vive per raggiungere scopi, obiettivi, target , in modo consapevole , organizzato e determinato, in modo tecnicamente sempre piu' efficace e con grandi investimenti .

Raggiungere obiettivi, realizzare progetti , ma ci si domanda : che senso ha tutto questo? Tutto quello che ognuno di noi pensa e fa nella vita , in fondo, a cosa mira? Tutti gli scopi che gli uomini si danno nella vita , sono essi a dare senso all'esistenza, oppure l'esistenza umana è un fatto che la ragione può comprendere come "significativa in se stessa" ?

Qual è il significato della nostra esistenza?
Lungo la storia, nelle sue riflessioni l'uomo
- si riconosce imperfetto e desidera la perfezione;
- incompiuto, desidera compiersi , realizzarsi in pienezza;
- finito e limitato, desidera superare ogni limite ;
- impaurito
dal mistero della vita , desidera che ogni segreto sia svelato; -
- provvisorio e mortale, desidera l'immortalità .

C'è uno scienziato che per piu' di 20 anni ha osservato le specie animali e la specie umana in relazione ad esse: Darwin. Charles Darwin , grande osservatore della natura, nella sua Autobiografia ,riflettendo su più di 30 anni di ricerche e studi scrive:

"Anche prescindendo dagli infiniti e meravigliosi adattamenti che osserviamo di continuo nelle specie della natura ci possiamo chiedere qual è la spiegazione dell'armonia e del buon fine di tutte le cose del mondo.

Alcuni autori ,profondamente colpiti dalle profonde sofferenze che esistono nel mondo si domandano se tra gli esseri sensibili sia maggiore il dolore o la gioia,la sofferenza o la felicità , se il mondo nel suo complesso sia buono o cattivo. Io credo che la felicità  prevalga decisamente benchè sia difficile dimostrarlo.

Se tutti gli individui di una specie soffrissero sempre molto intensamente essi trascurerebbero la procreazione.Ora non v'è ragione di credere che questo sia mai avvenuto con una certa frequenza. Inoltre qualche altra considerazione può farci ritenere che in generale tutti gli esseri sensibili siano stati costruiti in modo da poter godere la felicità ."

V.Frankl: l'uomo non cerca la felicità , ma una ragione per essere felice..da qui il linguaggio delle rivelazioni che dà  queste ragioni.
K.Marx: il desiderio di felicità  nell'uomo, non trovando compimento nel reale, si costruisce una sovrastruttura mentale in cui crea esperienze sedicenti spirituali che plachino il desiderio di felicità  e/o ne differiscano post-mortem il compimento definitivo. S.Freud: il desiderio di felicità  appartiene all'inconscio e si esprime come un insieme di pulsioni o bisogni psichici che costituiscono la psiche umana e trovano una diminuzione di tensione nella cosiddetta attività  spirituale.
A.Maslow: l'ansia di felicità  .. sono solo peak-experiences, esperienze di pienezza, di pace, gioia intensa in cui l'esistenza assume un senso nuovo...tutto viene sentito come un dono piovuto da altrove.
Darwin aveva osservato la vita di moltissimi animali catalogandoli, cercando di scoprirne l'origine e ipotizzando una evoluzione delle diverse specie. Dopo 20 anni di studio e riflessione gli parve evidente che tutti gli esseri sensibili siano fatti e vivano fondamentalmente per godere la felicità .


La storia dell'universo in timelapse

Nel racconto della storia l'uomo di tutti i tempi è stato agitato da un desiderio insopprimibile: quello di raggiungere una condizione di felicità  piena e definitiva.C'è una Legge naturale , propria dell'uomo che lo guida alla felicità, un istinto come negli animali ?
Gli animali sono orientati da un istinto a vivere l'esistenza in modo pieno e si orientano a questo in ogni momento e situazione. Il ragno da 4000 anni, come raggiunge l'età  comincia a fare la tela e non sbaglia mai. Dove ha imparato? E' l'istinto. I castori fanno le dighe allo stesso modo da migliaia di anni e non sbagliano mai. Gli animali crescono finchè ad un certo punto diventano autonomi sanno come vivere la loro esistenza di specie senza sbagliare, la vivono in modo autentico.

Attraverso l'istinto della specie e l'apprendimento parentale, in condizioni normali, gli animali maturano con l'età . Una gallina non si sbaglierà  mai a comportarsi come un cane e viceversa.

L'animale non e' libero nel suo rapporto con l'ambiente , è limitato nell'ordinare le proprie pulsioni in motivi, in comportamenti : e' dominato dall'istinto. L' istinto guida l'animale a vivere l'esistenza autentica della sua specie. Quando l'animale soddisfa l'istinto, questo gli basta, e' felice. Questo è il senso della sua esistenza . Un animale perfetto , in un ambiente perfetto , non puo' fallire il suo istinto e raggiunge la sua felicità .

L'uomo è dotato di un corpo simile ha quello animale, ha dei bisogni, deve soddisfarli pena la malattia o la morte. Ha bisogno di calore, di cibo, di liquidi, di dormire etc. Ma l'uomo non mangia o beve per istinto : ha fame e sete ma può digiunare .

L'istinto domina l'animale , il quale vive per essere appagato nel suo bisogno. L'istinto lo guida e lo determina . L'uomo invece non ha istinti che lo guidano alla felicità  , ha desideri (della fame, della sete , della riproduzione, etc. ) .
L'uomo è libero di rinunciare a colmare il proprio desiderio/bisogno o di differirne l'appagamento, in vista di un benessere superiore . Essendo libero l'uomo è creativo , crea modi diversi di colmare i suoi desideri, di cercare la sua felicita' .

L'uomo produce cultura , un insieme di modi per realizzare l'esistenza , di rispondere ai propri bisogni e desideri, di raggiungere la felicità .
l senso della vita.
La felicità
Inizio modulo
Star bene. L'uomo è un essere di desiderio.

I bisogni e i desideri si manifestano nell'essere umano come pulsioni che lo muovono a comportamenti tesi a soddisfarle. Ai motivi , che sono gli scopi, gli obiettivi , le mete cui tendono i comportamenti , è connessa una energia psichica che rende l'uomo attivo e determinato a realizzarli : la motivazione.

Quando la pulsione , il motivo è - per esempio- l' amicizia, il comportamento ( la condotta relazionale ) che si adotta con le persone con cui si vuol vivere l'amicizia tende a compiere il motivo .

Il motivo può essere sostenuto da una energia in forma piacevole oppure spiacevole. Ci sono motivi inferiori ( di carenza , mancanza ) o motivi di deprivazione (bisogno di cibo, di acqua, della toilette etc.) cui corrispondono stati motivazionali spiacevoli e irritanti. Se vengono soddisfatti tali motivi, lo stato affettivo che ne consegue è quello della soddisfazione, del piacere , dell'appagamento; stato che non perdura nel tempo perchè il bisogno/desiderio presto si ripresenta.

Ci sono motivi superiori ( bisogni di crescita, come il bisogno di informazione, di conoscenza, di creazione e bisogni affettivi come il benessere da relazione ) cui corrispondono stati motivazionali piacevoli. Se vengono soddisfatti tali motivi, lo stato affettivo che ne consegue perdura a lungo e c'è una motivazione piacevole residua.

Quando i comportamenti messi in atto raggiungono gli obiettivi e i bisogni/desideri vengono soddisfatti l'essere umano sperimenta una sensazione piacevole , quando li falliscono una sensazione spiacevole. Questa sensazione, piacevole o spiacevole è l ' affettività. L'esperienza di compimento o realizzazione di un motivo crea uno stato affettivo che è una tonalità di malessere-benessere .

La condotta che si tiene e gli effetti che si vivono producono affettività (una misura di benesse-malessere) o anche emozione (una misura alta di affettività ) che puo' essere piacevole o spiacevole e puo' essere misurata su una scala di gradazioni .

La scala dell'affettività Tecnicamente l'affettività è la misura del nostro star bene nel mondo e questa misura puo' essere positiva o negativa. Nel linguaggio comune provare affetto sta ad indicare uno stato di benessere positivo, una misura di affettività positiva. Possiamo allora costruire una scala della tonalità del malessere-benessere che sperimentiamo quando raggiungiamo una meta , un obiettivo, sia consapevolmente che inconsapevolmente.

Dal negativo al positivo:

infelicità ..... (la mia vita è un inferno non vedo vie d'uscita)
dolore....
sofferenza...
dispiacere...
disgusto
insoddisfazione...
---------------------------------------------------------
soddisfazione...
piacere...
appagamento...
gioia ...
felicità (sono felice: non desidero più nulla )

Che cos'è la felicità? Come esprimono gli uomini la loro felicità?

La felicità viene intesa comunemente come uno stato di benessere totale della persona che non lascia desideri residui e viene espressa come pienezza dell’esistere . L'individuo felice si percepisce come uomo compiuto, colmato, realizzato.
Lo stato di benessere è sempre soggettivo ed è connesso al proprio essere nel mondo, alle relazioni con il mondo : quali stati di benessere sperimenta l'essere umano?

1° grado-La soddisfazione
L’uomo è un essere che ha un corpo animale e con esso è sottoposto ai bisogni. Bisogno di mangiare, bere, riposare etc. Come gli animali, l’uomo che dà una risposta adeguata ai suoi bisogni è soddisfatto.

La soddisfazione è uno stato di benessere che viene dalla risposta adeguata ad un bisogno.
E' talmente importante essere soddisfatti nella vita che spesso si identifica la soddisfazione con la felicità. La soddisfazione è sempre e solo quella della persona, non è mai condivisibile.

Se faccio pipì, gli altri non possono condividere la soddisfazione. La soddisfazione è centrata sull’Io e sui suoi bisogni, è per natura egocentrata. La persona che vive soltanto per sentirsi soddisfatta è una persona egocentrica, chiusa sul proprio Io.

Il comportamento che tende alla soddisfazione è " la mano che prende". Soddisfare i bisogni è necessario per l’esistenza ma una esistenza centrata sulle soddisfazioni è una esistenza egocentrica, rafforza l’egocentrismo.

2° grado-Il piacere
Il piacere è uno stato di benessere più ricco della soddisfazione che deriva da un desiderio che ha ricevuto risposta adeguata.
Molti bisogni nella persona umana diventano qualcosa di più ricco di più complesso del bisogno animale, diventano desideri. " Ho bisogno di mangiare per sopravvivere : desidero mangiare una pizza!"

Il desiderio coinvolge la persona a livello culturale e creativo. Una cosa è ingurgitare per soddisfare la fame, altro è il piacere di mangiare una pizza. Si mangia la pizza anche quando non se ne ha bisogno, basta che ne nasca il desiderio !

Anche il piacere è egocentrato, non è mai condivisibile. Il piacere segue una legge particolare secondo cui la persona tende a centrarsi in esso ripetendo quasi meccanicamente i comportamenti che lo provocano. Una esistenza fondata soltanto sulla ricerca di soddisfazioni e piaceri è una esistenza chiusa sull’io della persona, egocentrata, tende a chiudere la persona su se stessa.

3° grado-L'appagamento
L'appagamento è la pienezza della soddisfazione e del piacere .
La persona che soddisfa tutti i suoi bisogni, secondo i suoi desideri , dice di sentirsi appagata.

4° grado -La gioia
 Il desiderio può spingere la persona a stati di benessere più intensi: « ho bisogno di mangiare; desidero mangiare una pizza; non mi va di mangiare da solo, invito degli amici »

La vita di relazione con gli altri ci produce una benessere piu' intenso di ogni soddisfazione o piacere: è la gioia cioè lo star bene nella relazione con gli altri.
La gioia implica la relazione positiva con gli altri. Per provare gioia la persona deve uscire dal proprio egocentrismo ed aprirsi alla relazione con gli altri. Di piu': deve essere capace di stabilire relazioni affettive positive con gli altri. La gioia necessita di una partecipazione attiva, culturale, creativa della persona nella relazione con gli altri.

La persona che spinge il suo desiderio verso la gioia costruisce attivamente la propria vita cercando di creare le condizioni per la gioia percio’ è aperta, comunicativa, creativa, attenta alle relazioni.

La gioia è radiante, comunicativa, contagiosa. La gioia apre la persona alla relazione con gli altri, la spinge alla comunicazione, alla creatività culturale , spinge all’affetto, alla condivisione, alla tenerezza, all’amicizia, in definitiva all’amore.

Il segno della gioia di vivere è il "dare", irradiare.
5° grado -La felicità.
 La gioia è uno stato di benessere tendenzialmente duraturo ma in realtà si manifesta a tratti. E' passeggera ma è la porta della felicità. Una persona che vive permanentemente nella gioia dice di sentirsi felice. «sto così bene nel mondo e con gli altri da non desiderare più nulla, sono felice »

La felicità è uno stato di benessere della persona che vive una gioia piena, permanente, sovrabbondante. Non desidera più nulla.
La persona felice e' piena, traboccante di gioia, non desidera piu' nulla per se' , non sente piu' il desiderio di prendere: e' nella condizione e nella capacita' di poter dare! Il comportamento che tende alla felicità è " la mano che dà a tutto e a tutti".

L'amore
Il benessere che la persona felice sperimenta la apre agli altri in tutte le dimensioni (affettiva, culturale, euristica, politica, sportiva, economica, etc ) e mette in moto tutte le sue risorse per " dare". Non si può essere felici da soli , ognuno è veramente felice solo quando tutti sono veramente felici e totalmente disponibili alla felicità!

Solo la persona felice diventa capace di autotrascendersi ( superare se stessa ) , per darsi spontaneamente con gioia agli altri cioe' amare .

Possiamo dire che ogni uomo puo' essere felice solo in una umanità felice, una umanità che ama. La persona felice lo sente e si dona per la felicità, propria e degli altri, " ama" in tutto ciò che fa .

L'amore non è un comportamento che si può imporre alla persona, nè può essere frutto di addestramento . Chi non è capace di amare non ha mai sperimentato una relazione che gli ha donato felicità.

L'"umanità autentica" è cultura della felicita' // cultura dell'amore .  Gli animali diventano autonomi e maturi, cioè sono in grado di soddisfare i loro istinti/bisogni crescendo in età: non è la stessa cosa per la specie umana.

L'uomo non diventa maturo con l'età, per istinto, ma ha bisogno di ricercare e apprendere continuamente i modi per vivere la propria esistenza ed autorealizzarsi , compiersi , nella felicità- insieme agli altri, amando.

Essere capaci di amare e creare felicità -insieme agli altri- significa essere autenticamente " umani".
Alla scuola dei genitori ed alla scuola della vita noi apprendiamo i comportamenti che ci permettono di raggiungere la felicità, la cultura della felicità, il modo di vivere l'esistenza in modo autenticamente umano. Costruire la felicità significa costruire se stessi come esseri umani autentici.

Alla scuola istituzionale apprendiamo come gli uomini del passato hanno pensato e vissuto l' autenticità umana, ma apprendiamo anche ad analizzare scientificamente il passato per intravederne nuovi sviluppi possibili .

Durante tutta l'esistenza è necessario costruire continuamente una cultura della felicità adeguata ai tempi , per diventare piu' liberi, piu' autonomi, piu' maturi, in definitiva più autentici come esseri umani. La specie umana ha dovuto inventare la scuola per conoscere ed elaborare le culture , per comprenderle e progettare nuove e piu' autentiche forme di vita personale e collettiva che portino ad una felicita piena e duratura.

Esiste una ricetta, una via, una regola per vivere la vita in modo autenticamente umano?

Tutto lo scibile umano su questo argomento viene riassunto da tutte le grandi culture con questa regola che -non per niente- viene chiamata " La Regola d'Oro " : «tutto cio' che non vuoi sia fatto a te , tu non farlo agli altri». Detta in positivo : «Fai agli altri tutto ciò che tu vorresti fosse fatto a te». Oppure in altro modo: «ama il prossimo tuo come ami te stesso»

L'amore è la via universale per la felicità /autenticità.
Ogni individuo è chiamato a raggiungere la propria autenticità/felicità imparando ad amare. Chi è felice , ama e chi ama, crea felicità

L'amore è un comportamento che si può acquisire solo attraverso l' esperienza di felicità insieme agli altri. Che cosa sia l'amore ( da non confondere con l'innamoramento ) tutti lo apprendiamo esistenzialmente dai genitori : tutto ciò che fanno per noi lo fanno per vederci felici . Da subito l'esistenza umana manifesta una carenza radicale, la mancanza dell'altro come elemento essenziale perchè l'esistenza diventi piena, felice. Da subito si stabiliscono relazioni affettive con l'altro. Il soggetto umano è segnato fin dal concepimento dal desiderio dell'altro: la mamma.

La mamma fa di tutto per renderci felici, ci ama. L'amore che riceviamo e la felicità che vi è connessa è esattamente ciò di cui sentiamo il bisogno. Fin dalla nascita. E per tutta la vita. Questo desiderio-esigenza dell'altro che alla nascita si manifesta come ricerca della mamma, più tardi si manifesta come esigenza di amicizia, esigenza di appartenenza ad un gruppo .

La forza che accompagna questi processi,
l' eros , spinge verso l'altro e si manifesta nella ricerca del reciproco di noi stessi. L'eros tende , attraverso il fenomeno dell'innamoramento a creare una relazione stabile tra due esseri reciproci in cui nasca un amore totale, un desiderio ed una capacità di far felice l'altro che coinvolge la totalità della persona, una comunione di vita che si traduce in capacità di trovare gioia e felicità e di generare figli cui trasmetterla.

L'identità I gruppi sociali, cui l' Io si sente appartenere, tendono a organizzare e realizzare valori con i quali l'individuo si pensa, si comporta, si situa e si relaziona con se stesso e con gli altri : la propria Identità. La percezione che la persona ha di sè , le aspettative, i valori organizzati in priorità che intende realizzare , costituiscono e costruiscono continuamente la sua Identità , "Chi" è .

L’essere umano è culturale, un essere segnato fin dal suo concepimento da una rete di rapporti interpersonali significativi ( famiglia, gruppo etnico, sociale, religioso) da significati, valori, che formano e trasformano la sua identità. Cercando di costruire la felicità l'uomo costruisce se stesso, la sua identità.

Nel nostro mondo, ogni giorno, adottiamo più o meno freneticamente una molteplicità di comportamenti: chi/cosa stiamo costruendo ogni giorno con la nostra vita? L'identità riguarda il modo in cui ogni uomo costruisce se stesso come membro di determinati gruppi sociali: nazione, classe , cultura, etnia, genere, professione, religione, etc.

L'identità personale ( l'Io autosciente) , non è uno status definitivo della persona, ma è una realtà continuamente sottoposta al bisogno di migliorarsi, di svilupparsi verso una autenticità dell'essere. La domanda , " come posso essere felice , corrisponde per l'essere umano a " Chi sono chiamato a diventare per essere felice ? Qual è la mia umanità autentica?

L'autenticita' della vita umana, il suo valore , il suo significato, sta nelle risposte /comportamenti che gli uomini danno ai motivi fondamentali della vita : amarsi per costruire la felicità.
Felicità e religione
 La realtà della vita dà sempre scacco ad ogni evidenza del pensiero : la felicità è per tutti un problema. Nel mondo tutti cercano la felicità ma non c'è felicità per tutti. Perché? Cosa impedisce all'umanità di essere felice? Tutti gli uomini studiano, lavorano, si divertono, fanno molte cose, faticano, rischiano la vita e cosa cercano in tutto ciò che fanno? La felicità! Ma ci riescono? No! è la risposta più comune.

Che cosa impedisce di essere felici? La guerra, le malattie, i cattivi,etc.:
il male ! L’uomo sbaglia, cerca la felicità attraverso comportamenti che producono sofferenza, dolore, infelicità. Tutti gli uomini fanno l’esperienza del male. Male e morte sono i due nemici irriducibili della felicità umana.

La vita comincia presto a porci davanti a dei fatti a delle domande che sono difficili.
A 16 anni mi ritrovo a vivere per studiare: chi me lo fa fare? Studiare non mi rende felice in questo momento:che senso ha vivere cosi? sarebbe meglio smettere, lavorare ,guadagnare e divertirsi! o forse sarebbe meglio continuare a studiare per aspirare ad una vita più autentica? come faccio a saperlo? Provo smarrimento e insicurezza.

A 18 anni un amico va sbattere con la moto. Ha le gambe paralizzate. Sento che la sua vita è finita. Ha ancora senso vivere? eppure deve vivere per forza! come può vivere una vita in queste condizioni? Che senso ha la sofferenza? Provo smarrimento e insicurezza.

A 19 anni mi ritrovo a lavorare: guadagno , spendo e mi diverto ma non mi sento felice realizzato. Lavorare non mi rende felice in questo momento: che senso ha faticare nella vita? Chi me lo sa dire con sicurezza? Ma poi perchè bisogna lavorare nella vita, chi l'ha detto? Meglio sarebbe rubare! Provo smarrimento e insicurezza.

A 24 anni muore una persona cara: perchè è capitato proprio a lei? Ora che faccio? Come sarà la mia vita? Ha ancora senso coltivare le mie speranze, i miei progetti? Ma vale proprio la pena faticare per vivere se tutto finisce nella tomba? Cosa c'è dopo la morte? Provo smarrimento e insicurezza.

Tutti gli uomini prima o poi nella vita sperimentano un limite conoscitivo, una insufficienza di significati ordinari, una mancanza radicale di forze necessarie per dominare l'ambiente ordinario ma soprattutto lo straordinario (malattia morte carestia, guerra ) e in definitiva il futuro, l'avvenire . La vita -prima o poi - pone tutti di fronte a
domande difficili, eppure fondamentali ; domande che provocano smarrimento, insicurezza, anche angoscia.

Domande fondamentali sulla vita partono dall'inconscio e premono continuamente sull'io profondo esigendo delle risposte. Se non si trovano risposte, soluzioni concrete, l'io e' incerto , disorientato, non sa dove e come orientare l'esistenza. La persona prova un malessere esistenziale : «...Non e' mai felice, e' agitato, disorientato, a volte depresso, a volte violento, fino alla disperazione ed al disturbo psichico...»

Adolescenti e adulti vanno in depressione e si tolgono la vita, oppure cercano una sopravvivenza meno angosciante: sballo da droghe o sesso, l'emozione del crimine, del rischio estremo, etc. Se le domande fondamentali sulla vita trovano risposte/soluzioni adeguate allora l'io si sente integro/autentico ed orienta tutte le energie tutte le risorse della persona verso la felicita'.

C'è una 
evidenza: l’uomo sperimenta nella vita di essere teso , in tutto cio' che fa, a raggiungere uno stato di benessere pieno, la felicità, ma sperimenta anche qualcosa che gli impedisce di essere pienamente felice e che si chiama male.
Il male produce sofferenza e dolore, infelicità. Il male e l’estremo male, la morte, impediscono all’uomo di realizzare la propria esistenza , di essere felice.

6° grado –La beatitudine Siamo fatti per essere felici e sperimentiamo che non siamo capaci di realizzare la felicità in modo autentico. Esiste una salvezza da questa condizione ? Nella storia, solo l'irruzione del sacro nel mondo, le
rivelazioni , hanno dimostrato di poter aprire questa possibilità.
L’uomo da solo comprende che può combattere il male e la morte con tutte le sue forze, ma non può vincerli. Esiste una realtà superiore all'uomo a cui potersi rivolgere per eliminare male e morte?
 

Tutte le culture attestano che è possibile essere felici in questo mondo indipendemente dalla condizione storiche in cui si vive ; ci sono infatti persone felici - e lo dimostrano nella vita perchè sanno amare e creare felicità- la cui felicità viene dalla relazione con
il sacro !

Pensiamo a San Francesco, al Buddha , agli immortali del Taoismo, a jivan mukta dell'Induismo e a tutti i "beati" ( uomini compiuti , diversamente intesi) delle diverse religioni. Persone che -come tutti- non erano pienamente felici in questo mondo e non erano pienamente capaci di amare , ma per un dono del sacro sono diventati felici e capaci di amare anche nella povertà , nella sofferenza, nell'indigenza, nel bisogno.

La beatitudine è uno stato di benessere permanente pieno e traboccante che non dipende dalla relazione con questo mondo ma che nasce solo nell’incontro vivo con il "sacro " . La religione.
Tutti i popoli da sempre hanno sperimentato che solo attraverso forze che vengono dal sacro, gli uomini possono sperare di vincere il male e la morte e raggiungere la felicità. Tutte le religioni hanno portato ai popoli forze soprannaturali, interventi divini ,( rivelazioni ), il sacro degli dèi che sono stati loro alleati nel combattere il male e la morte e camminare verso la felicità. Tutte le religioni attestano questi interventi.

Se e' evidente a tutti che non e' possibile avere la felicita' dal mondo e' anche vero che alcuni hanno avuto la felicita' dal sacro e a partire da questo , essere capaci di amare pienamente e di creare felicita' per tutti .

Il desiderio umano di felicità non si accontenta se non di una felicità duratura, definitiva e questo desiderio spinge la persona ad aprirsi al sacro e quando avviene l'unione ad esso che porta la beatitudine, essa muove l'essere a perseverare in essa fino alla morte!
La divinità è al sicuro dal male e dalla morte : unirsi al sacro significa sperare di essere salvati dal male e dalla morte . Nella unione permanente al sacro il male (pur diversamente percepito) e la morte, possono essere sconfitti .

7° grado -La santità
La beatitudine che supera la morte è comunemente chiamata " santità".

La Santità è la felicità definitiva di
un essere umano autentico, " compiuto" e definitivo.
E' il compimento di un cammino umano che include :
- la gioia , il benessere della relazione con gli altri
- la felicità , la relazione di amore con gli altri e con il tutto,
- la beatitudine dell'unione al sacro
- il
compimento dell'essere oltre la morte come Uomo definitivo .
I
Santi delle diverse religioni sono coloro che danno segni ( miracoli e prodigi, il Sacro) di questo loro stato di benessere permanente .

Religione e fede La vita spinge l'uomo alla compiutezza, la realizzazione dell'uomo definitivo . Questo è il senso del vivere. Una felicita' definitiva seppur diversamente intesa e raggiunta e’ un valore universale. Essa e’ cio’ che da senso definitivo al vivere, a tutto cio' che che si fa , cio’ che realizza in pienezza l'uomo come Uomo compiuto.
La felicità piena e definitiva ( o santità ) si rivela solo nell'unione permanente al sacro che si manifesta nella rivelazione . La religione mette in relazione con il sacro che si offre nella rivelazione  . e questa relazione apre alla fede nel compimento dell'essere e guida alla santità.

Un popolo in relazione con il sacro puo' vivere una reale speranza di felicità definitiva se la religione lo conduce alla fede . La scelta di fede in una rivelazione e’ determinante per l’orientamento della persona verso una felicità permanente. Si tratta di conoscere e
saper valutare le diverse rivelazioni.
INDUISMO : JIVAN MUKTA è l' anima libera dal Samsara , l'illuminato che possiede la coscienza cosmica dei 5 paradisi del Brahman.
BUDDHISMO: BUDDHA è la coscienza pura della chiaraluce , la coscienza/beatitudine detta Nirvana.
TAOISMO : GLI IMMORTALI (XIAN) UOMINI VERI (SHENG REN).
sono coloro che hanno raggiunto la perfezione dell'Armonia e la beatitudine che vi è connessa.
GIAINISMO : SIDDHA è l' anima liberata che risiede all'apice dell 'universo in uno stato di pura beatitudine. Le più alte anime liberate o entità supreme sono gli ARHAT , i degni , o GINA , o costruttori del guado.
EBRAISMO : I GIUSTI sono coloro che compiono la fedeltà ( o ubbidienza o osservanza ) all' alleanza con Dio e -alla fine dei tempi -risorgono con il corpo nel suo Regno. La rivelazione ebraica è profetica: è una promessa divina ; non si sono ancora rivelati i giusti perchè bisogna attendere la resurrezione ed il Giudizio Universale.
ISLAM : I GIUSTI La sottomissione ad Allah ( Islam ) , rende l'uomo un muslim (sottomesso) ,introduce nella comunione di vita con Allah , la dimensione dei giusti ( o santi ) ai quali è riservata -alla fine dei tempi - la resurrrezione del corpo e la vita eterna insieme a Dio. La rivelazione musulmana è profetica: è una promessa divina, non si sono ancora rivelati i giusti perchè bisogna attendere la resurrezione ed il Giudizio Universale.
CRISTIANESIMO: Gesù , a chi ha fede in Lui, il Risorto , l'Uomo definitivo, dona la sua pienezza, la sua felicità . Gratuitamente.

Gv 14, 27Vi lascio la pace
( la felicità ),
vi do la mia pace
( la mia felicità).
Non come la dà il mondo,
( non è la felicità che vi dà il mondo , parola che nei testi di Giovanni indica il mondo che si oppone al progetto di Dio , l'Uomo definitivo )
io la do a voi. ( quella mia , quella dell'uomo compiuto, morto/risorto, definitivo )
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
28Avete udito che vi ho detto: «Vado e tornerò da voi».
(vado al Padre e tornerò da voi con la mia pace )

I SANTI cristiani sono coloro che sono
santificati fino alla perfezione da Gesù . Sono coloro che nella religione vengono venerati dopo la morte perchè hanno compiuto miracoli e prodigi dimostrando la loro partecipazione e irradiazione del Sacro.
tratto dal corso bibblico 

Nessun commento: