sabato 20 aprile 2019

la Resurrezione


La risurrezione. 
La risurrezione di Gesù
.
Gv 1,1 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2Egli era, in principio, presso Dio: 3tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. 4In lui era la Vitae la Vita era la luce degli uomini; 

In greco antico venivano usati tre termini per indicare la vita :

βίος (bíos): indica le condizioni, le modalità in cui viviamo (vita quam vivimus). La lingua greca usa il termine bios accompagnato da un aggettivo qualificante la vitabiologica ( contenuta nel sangue) , o la vita contemplativapolitica , sportiva, etc.;

ψυχή (psyché) : in ebraico generalmente indica l' essere viventi ; in greco indicò anticamente il soffio vitale contenuto nell'atto del respirare ( psýkhō = ‘respiro, soffio) ; in seguito venne ad indicare l'anima intesa come la vitalità , quella che si manifesta nella persona in tutte le sue molteplici attivitàl'essere viventi // vitali.

πνεῦμα (pneuma ) : «soffio», da πνέω «soffiare» ; affine a ψυχή , ma meno genericamente indica la parte più alta della vitalità il principio vitale stesso , individuale e cosciente di ogni organismo (lat. spiritus) . L'uomo pneumatico è l'uomo còlto nella sua vitalità spirituale.

ζωή (zoe) : in greco indica l'essenza della vita (il Principio della vitache appartiene in comune, indistintamente, all'universalità di tutti gli esseri viventi e che ha come concetto contrario la non-vita ; la quale non è come si potrebbe pensare, la morte poiché questa riguarda il singolo essere che cessa, lui e soltanto lui, non appartiene in comune agli esseri viventi . E' la Vita qua vivivmus , quella per la quale viviamo. Nelle scritture cristiane indica la Vita senza tempo (ζωή αώνιον), divina, eterna.

Le traduzioni in italiano del NT traducono i tre termini con " vita" senza differenziarli. Es.: Gv1, 4 In lui era la vita , la vita che è in Gesù è zoela vita divina che supera la morte. In questo corso il termine zoe viene indicato -per differenziarlo- con il maiuscolo Vita o anche VITA.
Nelle Scritture
(Testo CEI2008)

βιος 
Lc 8,14 ( 21,34 ) Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione.
Lc 21,34 State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e
affanni della vita [ βιωτικαῖς] e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso;

ψυχῇ
Mt 6,25 ( Lc 12,22ss) Perciò io vi dico: 
non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Mt 6,27 E chi di voi, per quanto si preoccupi, può 
allungare anche di poco la propria vita?
Mt 10,39 ( Mc 8,35ss) Chi 
avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Mt 11,29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e 
troverete ristoro per la vostra vita [ ψυχαῖς].
Mt 16,25 (Lc 9,24ss) Perché chi vuole 
salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 26 Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita
Mt 20,28 ( Mc 10,45 ) il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». 
Lc 6,9 Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male,
salvare una vita o sopprimerla?».
Lc 12,20 Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa 
ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?».
Lc 14,26 «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e 
perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Lc 21,16 Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete ( guadagnerete) la vostra vita.
Gv 13,37 Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Gv 13,38 Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.
πνεῦμα
Lc 8,55 La vita ritornò in lei e si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 
GESU' E' LA VITA
Gv 1,4 In lui era la Vita e la Vita era la luce degli uomini;
Gv 14,6 Gli disse Gesù: 
«Io sono la via, la verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
GESU' DONA LA SUA VITA
Gv 3,16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la Vita eterna .
Gv 20,31 questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio,
 e perché, credendo, abbiate la Vita nel suo nome
Gv 12,50 E io so che il suo comandamento è Vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Gv 5,39 Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la Vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. 
Gv 4,14 chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la Vita eterna ».
Gv 6,63 È lo Spirito che dà la Vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono Spirito e sono Vita. 
Gv 8,12 Di nuovo Gesù parlò loro e disse: «Io sono la luce del mondochi segue me,
il discepolo credente
non camminerà nelle tenebre, ma 
avrà la luce della Vita». 
Gv 6,68 Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di Vita eterna 
Gv 4,36 Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la Vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete.
Gv 3,36 Chi crede nel Figlio ha la Vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la Vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui. 
Gv 6,47 In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la Vita eterna. 
Gv 5,24 In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la Vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla Vita.
Gv 6,40 Questa infatti è la volontà del Padre mio:
 che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la Vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno»
Gv 11,25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la Vita; chi crede in me, anche se muore, Vivrà
Gv 5,26 Come infatti il Padre ha la Vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la Vita in se stesso
Gv 5,21 Come il Padre risuscita i morti e dà la Vita, così anche il Figlio dà la Vita a chi egli vuole.Gv 5,29 e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di Vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 
Gv 5,40 Ma voi non volete venire a me per avere Vita.
Gv 6,27 Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma 
per il cibo che rimane per la Vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gv 6,33
 il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la Vita al mondo».
Gv 6,35 Gesù rispose loro: 
«Io sono il pane della Vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
Gv 6,48 
Io sono il pane della Vita.
Gv 6,51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
 Se uno mangia di questo pane Vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la Vita del mondo».
il mondo, la Creazione ricapitolata nell'uomo
Gv 6,53 Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, 
non avete in voi la Vita.
Gv 6,54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue 
ha la Vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Gv 6,57 Come 
il Padre, che ha la Vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me Vivrà per me.
Gv 10,10 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; 
io sono venuto perché abbiano la Vita e l'abbiano in abbondanza. ,11 Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Gv 10,15 così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.
Gv 10,17 Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, poi potrei riprenderla di nuovo.
Gv 10,28 
Io do loro la Vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Gv 15,13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Gv 17,2 Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli 
dia la Vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Gv 17,3 Questa è la Vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.
At 3,15 
Avete ucciso l'autore della Vita, ma Dio l'ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni.
VIVERE LA VITA
Mt 19,16 ( Mc 10,17ss- Lc 18,18ss ) Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per
 avere la Vita eterna?» 17 Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella Vita, osserva i comandamenti»
Mt 7,14 (Lc 10,25) Quanto stretta è la porta e angusta
 la Via che conduce alla Vita, e pochi sono quelli che la trovano! 

L'uomo Israele aveva ricevuto dai profeti la Parola Divina che annunciava la Vita :
Mt 22, 36,un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti»
Vivere significa Amare Dio e i fratelli uomini.
M7 7, 12Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
La legge divina per ogni uomo -fino a Gesù- era la
 REGOLA D'ORO. Ma l'uomo ( Israele) non fu capace di osservarla. E visse una storia di salvezza e di perdizione ( esilio)

Is 24,5 La terra è stata profanata dai suoi abitanti, perché hanno trasgredito le leggi, hanno disobbedito al decreto, hanno infranto l'alleanza eterna.
I profeti di Dio avevano compreso che Dio avrebbe risolto questa situazione :
Ez 18,31 Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o casa d'Israele?
Is 55,3 Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. 
Io stabilirò per voi un'alleanza eterna .
Is 61,8 Perché io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina e l'ingiustizia: io darò loro fedelmente il salario, 
concluderò con loro un'alleanza eterna.
Ger 32,40 
Concluderò con loro un'alleanza eterna e non cesserò più dal beneficarli; metterò nei loro cuori il mio timore, perché non si allontanino da me.
Ger 50,5 Domanderanno di Sion, verso cui sono fissi i loro volti:
 «Venite, uniamoci al Signore con un'alleanza eterna, che non sia mai dimenticata». 
Ez 16,60 Ma io mi ricorderò dell'alleanza conclusa con te al tempo della tua giovinezza
 e stabilirò con te un'alleanza eterna. 
Ez 37,26 Farò con loro un'alleanza di pace; sarà un'alleanza eterna con loro. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre
Ed ecco la Nuova Alleanza.
Ez 11,19 Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne
Ez 36,26
 vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Vivere la Vita divina, // vivere la Giustizia divina, vivere da Giusti , significa vivere mossi dallo stesso spirito di Dio, cioè dalla Sua stessa VITA. Dio metterà nel cuore-coscienza dell'uomo il Suo Spirito//VITA così che VIVA da uomo giusto, perfetto, compiuto e sia defintivo.
L'uomo che vive mosso dallo Spirito di Dio -avendolo cioè Vivente in se stesso- si compie secondo il Progetto divino .
Giovanni il Battista è l'ultimo profeta del Mondo Antico.
Lc 16,16 La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi.

Il Regno di Dio è l'Umanità compiuta secondo il Suo Progetto, l'Umanità che ha in se stessa lo Spirito Vivente di Dio e lo Vive nella storia.
Gv 3,16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la Vita eterna .
La catechesi sulla VITA per i cristiani delle comunità verte sulle parole chiave "perdere- conservare" . Si tratta di comprendere la relazione fondamentale, anzi " vitale" , tra : perdere o conservare la vita-psichè" che dipende dai beni e perdere o conservare la Vita-Zoe ricevuta da Gesù che non dipende dai beni.

Mt 19,29 ( Mc 10,30 - Lc 18,30) Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la Vita eterna. 
Mt 18,8 ( Mc 9, 43ss) Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella Vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. 9 E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te.  
È meglio per te entrare nella Vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco. 
Mt 25,45Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me». 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla Vita eterna». 

I vangeli avvertono : la vita ( ψυχ ) dipende dai beni ricevuti da Dio e l'UOMO che ne ha ricevuti tanti è chiamato a perderli-donarli  perchè tutti -a partire da chi è " bisognoso " ne abbiano a sufficienza. Solo così l'UOMO non perde (conserva) la Vita (ζωή) che ha ricevuto da Gesù.
Lc 17,33 Chi cercherà di salvare la propria vita ( ψυχῇ ) , la perderà; ma chi la perderà ( a favore dell'UOMO ) la manterrà Viva ( ζωογονήσει )Gv 12,25 Chi ama la propria vita (ψυχῇ) , la perde e chi odia ( linguaggio rabbinico : mette in secondo piano) la propria vita ( ψυχῇ) in questo mondo , la conserverà per la Vita (ζωή.Lc 12,15 E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua Vita (ζωή) non dipende da ciò che egli possiede». ( La Vita (ζωή) dell'UOMO non ha origine nei beni/benessere ma da Dio)Lc 16,25 Abramo rispose ( al ricco, latino : epulone) : «Figlio, ricòrdati che, nella Vita ( quella che si riceve da Dio, il Principio Universale di vita) , tu hai ricevuto ( insieme alla vita, all'esistenza, alla vitalità-psiche) i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo ( nella morte//Sheol) lui è consolato ( di Beni) , tu invece sei in mezzo ai tormenti ( i Mali eterni, sei deprivato di ogni bene) .
La Vita (ζωή) nei vangeli indica il Principio universale che viene da Dio .
S
econdo la mentalità giudaica ζωή è donata da Dio e con essa i relativi beni e mali ; tutto era ricondotto a Dio , benessere e malessere. Chi aveva fortune nella vita era considerato benedetto da Dio , favorito , colmato di beni da Dio (è il ricco che in latino diventa l'epulone) e viceversa chi aveva sfortune era considerato punito da Dio, deprivato di beni da Dio .

Qui il ricco non ha nome proprio, si tratta genericamente di tutti i ricchi della storia e dice Gesù " mentre il povero è nominato con il nome proprio Elazar, ( Lazzaro) per cui bisogna guardare al significato del nome che in ebraico è "Dio aiuta" o, meglio, "colui che è assistito da Dio". Questa infatti è la condizione del povero nell'era cristiana per opera di Gesù e della sua Chiesa. Nel nuovo eone -quello dell'UOMO- il povero non è più da considerarsi un deprivato da Dio  bensì un assistito da Dio. Come? Per mezzo dei beni - che vengono da Dio- e che possiedono i ricchi.

La catechesi per i cristiani delle comunità avverte : tu , UOMO che hai in te stesso la Vita divina ( zoe) ) e che ti trovi a vivere nel benessere fatti muovere verso gli altri dallo Spirito_Vita che ha in te, fallo Vivere, " DAI ". Dona sempre i tuoi beni ( non cercare di conservarli ma di perderli, donandoli ) pena il rovesciamento , dopo la morte , del tuo stato di benessere . Se non DAI significa che non lasci Vivere in te lo Spirito , così non ti compi come Uomo, e sei perduto, fallito.
Lc 1,53 Dio ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Lc 7,22 ai poveri è annunciata la buona notizia.
( cf. Lc 12, 17; Lc 18,22-ss; Lc 19,6ss; etc.)
Mt 19,21 Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto

[UOMO COMPIUTO , quindi DEFINITIVO],
va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Gv 13,35 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli
( // avete in voi la Vita che Vive )
: se avete amore gli uni per gli altri».
( cf. Mt 24, 42ss; etc)

Lc 16,9 Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi
 vi accolgano nelle dimore eterne.
Mt 6,24 Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Mt 13,22 la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto.
L'UOMO che conserva i beni per salvare la sua vita ( bios-psichè) , perde la Vita-zoee non risorge da morte (nel linguaggio giudaico : rimane nel tormento) .
L' UOMO che è nel bisogno (e non riceve beni dai fratelli più ricchi) conserva la sua Vita-zoe ( perchè Essa non dipende dai beni posseduti, non va considerato deprivato da Dio come nel giudaismo) ed alla morte è colmato di VITA e vitalità ( cioè di Benessere completo e definitivo ) cioè risorge UOMO COMPIUTO E DEFINITIVO.

NOTE 
At 3,19 Convertitevi dunque e 
"cambiate vita"
cambiate modo di vivere : lasciate Vivere in voi lo Spirito-VITA 
perché siano cancellati i vostri peccati 

Lc 20,35 ma quelli che sono giudicati degni della vita futura
( lett. degni dell'eone futuro) Sono gli UOMINI COMPIUTI
e // della risurrezione dai morti, 

gli UOMINI COMPIUTI nella morte riorgono UOMINI COMPIUTI E DEFINITIVI
non prendono né moglie né marito. 
LA VITA ( VIVENTE NELL'UOMO) LO RISORGE DA MORTE

Gv 6, 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la VITA. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la VITA eternae io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la VITA, ha mandato me e io VIVOper il Padre, così anche colui che mangia me VIVRA' per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane VIVRA' in eterno».
1Gv 5,12 Chi ha il Figlio, ha la VITA; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la VITA.... e non risorge !

Risurrezione
Il fraintendimento.
Nella pima comunità cristiana il “Nuovo ”, il "vangelo", la Parola di Gesù era necessariamente annunciato nel linguaggio giudaico dell'epoca. Il fraintendimento, l'interpretazione del messaggio di Gesù attraverso le categorie e le attese giudaiche era perciò sempre in agguato.
Nel vangelo di Gv l'espressione
 odos zoen in Gv 4,10 può significare: «acqua di sorgente» (così intende la samaritana) ma anche «sorgente di Vita in senso metaforico» (così intende Gesù). 
gennethenai anothen
 in Gv 3,3-8 può significare: «rientrare nel seno della madre per nascere di nuovo» (così intende Nicodemo) ma anche «rinascere dall’acqua e dallo Spirito, cioè dall’alto, UOMO» (così intende Gesù)Per questo la predicazione di Gesù annunciava l'avvento del Regno di Dio attraverso parabole , evitando di parlarne con le categorie dell'ambiente giudaico in modo da far uscire gli uditori dai loro pregiudizi. Nelle scritture cristiane per indicare la risurrezione vengono usati 2 diversi verbi .
1- egeirô= (ri)svegliare(si) sollevare(si) ; riportare in vita da morte . Probabilmente simile alla radice di agorà  (tramite l'idea di raccogliere le proprie facoltà) . Su 144 ricorrenze, questo verbo è usato nel senso di risuscitare  in 70 ricorrenze .
(1) transitivamente e letteralmente,
di una persona che sta domendo 
(a) attivo: svegliare , come in : 

MT 8.25 Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!
»
(b) passivo - intransitivo: svegliarsi come in:
MT 1.24 24 Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore 
(c) in senso figurato, indicando uno stato di consapevolezza, di lucidità, diventare cosciente , fare attenzione, come in:
EF 5.14 14 Per questo sta scritto: «Svègliati, o tu che dormi,
// déstati dai morti e Cristo ti illuminerà»
.;
(2) transitivamente e letteralmente,
l'alzarsi di una persona seduta o sdraiata 
(a) attivo alzare, sollevare come in
AT 3.7 E, presolo per la mano destra, lo sollevò.;
(b) passivo -intransitivo- alzarsi (in piedi) come in
(MT 9.19 Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli.;
(c ) imperativo : alzati! in piedi! come in
MC 2. 9 Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati,
o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio...

(d) in senso figurato, sollevare, guarire , come in
GC 5.15 E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà ...
(e) in senso figurato, riportare alla vita terrena dal regno dei morti , come in 
MT 10.8 Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni.
Indica la risurrezione propria di Gesù e dei santi in :
AT 5.30- Il Dio dei nostri padri ha risuscitato ( levato) Gesù,
che voi avevate ucciso appendendolo alla croce.
Mt 27,52 i sepolcri si aprirono e 
molti corpi di santi morti risuscitarono ( si levarono) . 53 E uscendo dai sepolcri, ... 
2- anistêmianastasis =sorgere, levare .
Ricorrenze 108, di cui con significato di:
alzare: 46
risuscitare: 27
risorgere: 2
risurrezione: 1
(1) transitivamente
(a) di persone sedute o sdraiate , alzare, rimettere in piedi come in
At 9.41 Egli le diede la mano e la fece alzare; 
(b) del dare Vita ai morti come in
At 2.24 Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte

(1) intransitivamente,
(a) del ritornare in vita dopo essere morti come risurrezione dei cadaveri , in 

MT 22,23 In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c'è risurrezione; Ebrei 11: 35 Alcune donne 
riacquistarono i loro morti per risurrezione ( 1Re 17:22-24; 2Re 4:27-37) .
(2) per metonimia, di Gesù come autore della risurrezione , come in
GV 11.25 Le disse Gesù: «Io sono la risurrezione e la Vita.
(3) in senso figurato , del passare ad un più alto stato di vita : elevarsi , come in
LC 2,34 Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele
Gv6, 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e
 io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
I greci conoscevano la filosofia dell'
 immortalità dell'anima connaturata all'essere umano basata sul mito orfico/platonico ; anima che alla morte finalmente si libera del corpo.
In ambito giudaico circolavano 
diverse teologie quanto alla risurrezione. Paolo annunciava nei due ambienti, greco e giudico, la risurrezione di Gesù, della sua persona

1Cor 15,1 Vi proclamo poi, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi 2e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato.
A meno che non abbiate creduto invano !
cioè avete escluso che Gesù sia risorto
3A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè
 che
Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture 
- e che 4 
fu sepolto
- e che 
è risorto il terzo giorno secondo le Scritture 
- 5e che 
apparve a Cefa
[ lett.: fu visto da ]
e quindi ai Dodici
.
E' l'essenza dell'annuncio della chiesa primitiva. Probabilmente Paolo trasmette quella ricevuta dalla chiesa di Antiochia :

1-morte di Gesù 
( fatto storico ) 
-
 per i nostri peccati, cioè per vincere nell'uomo la morte causata dai peccati con il dono della Sua Vita che supera la morte , il suo Spirito .
-secondo le scritture (Mt 20,28 ) cioè secondo un progetto salvifico divino rintracciabile in alcuni (oscuri) testi dell'AT (non sono la scritture ad aver suscitato la fede nella risurrezione , ma è il fatto , attestato dai testimoni, che porta a ricercare tracce del disegno creativo/ salvifico nell'AT).
At 10, 39E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce,
40 ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse,
41non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti .
At 2,32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e
 noi tutti ne siamo testimoni.
At 3,15 Avete ucciso l'autore della vita, ma Dio l'ha risuscitato dai morti
:
 noi ne siamo testimoni.
At 5, 30 Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. 31Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore,
per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. 

32E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo,
che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono». 

La risurrezione di Gesù è attestata da testimoni ma soprattutto dal dono dello Spirito che avveniva continuamente e visibilmente nelle prime comunità cristiane secondo la promessa di Gesù.
At 1,8 ... riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi,
e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria
e fino ai confini della terra»
.
At 2,4 e 
tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
At 2,33 Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, 
lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire.
At 2,38 E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, 
e riceverete il dono dello Spirito Santo.
At 8,15 Essi scesero e 
pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo;
At 8,17 Allora
 imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
At 8,18 Simone, 
vedendo che lo Spirito veniva dato con l'imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro 19 dicendo: «Date anche a me questo potere perché, a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo».
At 9,31 La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria: si consolidava e camminava nel timore del Signore 
e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
At 10,44 Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando
 lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola.
At 10,45 E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, 
si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo;
At 10,47 «Chi può impedire che siano battezzati nell'acqua
questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?».
At 19,6 e, 
non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare.
2-sepoltura di Gesù 
( è entrato nel Regno dei morti , ovvero è disceso agli inferi, nello Sheol) segno di una morte reale ( perdita della vita-bios e della vita-psiche)
3-risurrezione di Gesù da morte
fatto storico attestato dai testimoni );
-il terzo giorno ( Os 6,2: Mt 12,40; Lc 24,46; At 10,40 e 13,30) 
- secondo le scritture
 (At 2,25ss; 13,34ss; Sal 16,8ss; Is 55,3). Morte e risurrezione di Gesù rientrano nel disegno divino di 
compiere la creazione nell'Uomo ( o Figlio dell'uomo), risorto a condizione umano divina definitiva. Disegno previsto da Dio ma non previsto nelle modalità storiche , le quali dipendono anche dalle scelte umane . 
4-apparizioni di Gesù risorto
[ verbo horaó = fu visto da , con implicazione di coscienza vigile , rimanda ad unfatto causato da Gesù di cui si è testimoni passivi, non ad una visione soggettiva, sebbene il verbo venga usato anche nel senso di visione mentale o interiore. ] Sono segni della realtà del risorto che fanno testimoni della sua risurrezione coloro che li " vedono". ( At 2,23-41; Lc 24,44ss; Gv 5,39ss)
Gv 20,8 Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e // credette.
1 Cor 15, 6 In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta:
la maggior parte di essi vive ancora
,
quindi tutti possono verificare 
mentre alcuni sono morti.
7 Inoltre
 apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
8
Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
9Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.  

Paolo omette apparizioni alle donne ( come Maria di Magdala ) perchè nella cultura ebraica non erano ritenute testimoni attendibili.
1 Cor 15,12Ora, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti,
come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti?

La risurrezione di Gesù apre la possibilità della risurrezione dell'uomo che ha ricevuto il suo Spirito, la Vita-zoe che supera la morte biopsichica. Come promesso: 
Gv 6,54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la Vita eterna
// e
 io lo risusciterò nell' ultimo giorno ..
58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Evidentemente a Corinto circolavano dottrine che pur credendo al fatto della risurrezione di Gesù negavano la possibilità della risurrezione di coloro che avevano ricevuto il Suo Spirito .
1 Cor 15, 13
Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! 
14Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede. 
 15 Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono.
16 Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto;
17 ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. 
18 Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
19 Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. 

Se non ci fosse la risurrezione dei cristiani , cadrebbe anche la fede nel progetto divino rivelato da Gesù : il compimento della creazione nell'Uomo definitivo, il risorto.
1 Cor 15, 20Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Gesù è primizia dei risorti da morte : nella cultura ebraica liturgica le primizie erano segno di una azione che avrebbe avuto una continuazione , come la trebbiatura del grano o la raccolta dei fichi.
La risurrezione di Gesù è segno e promessa  della risurrezione degli 
Uomini che hanno in se stessi la Sua stessa Vita che supera la morte . 
21Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte,
Adamo è la primizia dei morti 
per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti.
Gesù la primizia dei risorti. 
22Come infatti in Adamo tutti muoiono, così 
in Cristo tutti riceveranno la vita.
23Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia;
poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.
Alla 
venuta di Gesù quelli che sono di Cristo,  risorgeranno . ( Paolo pensa ancòra come rabbino fariseo, al giudizio finale descritto in Dn 12; in realtà la venuta di Gesù è continua e qui ci si deve riferire alla morte biologica del cristiano )
La comunicazione dello Spirito, la Vita di Gesù produce immediatamente la risurrezione :
Col 2,12 con lui sepolti nel battesimo,

con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio,
che lo ha risuscitato dai morti
.
Col 3,1 Se dunque 
siete risorti con Cristo,
cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio;

La risurrezione è intesa come riscatto da un destino di morte, di fallimento del compimento del proprio essere ed entrata nella Vita della Carità per le beatitudini , la Vita che supera la morte
Secondo la promessa di Gesù : 

Gv1,,26chiunque vive e crede in me,
non morirà in eterno.
Il non detto : gli altri, avendo rifiutato la Vita del'eterno che supera la morte, rimangono nella morte.
1Gv 5,12 Chi ha il Figlio, ha la Vita;
chi non ha il Figlio di Dio, non ha la Vita.
1Gv 3,14 Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla Vita,
perché amiamo i fratelli
Chi non ama rimane nella morte
Secondo Giovanni sono i Vivi ( viventi della Vita di Gesù ) che risorgono, non i cadaveri.
At 2, 24Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte,
perché 
non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
Gesù è risorto perchè in Lui c'è lo Spirito divinola Vita dell'eternola Vita che supera la morte. Era impossibile che non risorgesse. Chi ha in sè lo Spirito ha la Vita che supera la morte è -come Gesù- cammino nella storia già come un risorto da morte.
- dal diario di Santa Faustina Kowalska-
Non tralasciare la S. Comunione, se non quando sei ben consapevole di essere caduta gravemente - Desidero unirmi con le anime - Sappi, figlia mia, che quando nella S. Comunione vengo in un cuore umano, ho le mani piene di grazie di ogni genere e desidero donarle all'anima, ma le anime non Mi prestano nemmeno attenzione, Mi lasciano solo e si occupano di altro - Voglio dirti che la Vita eterna deve cominciare già su questa terra per mezzo della S. Comunione.
Il corpo spirituale
CUCC ( Catechismo universale)

999 Cristo è risorto con il suo proprio corpo:
«Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!» (Lc24, 39);
ma egli non è  ritornato ad una  vita terrena.
Allo stesso modo, " in lui " ,
«tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti,
ma questo corpo sarà trasfigurato in «corpo spirituale»


1Cor 15,44 si semina un corpo animale, 
risorge un corpo spirituale.

Il risorto non è un cadavere tornato in vita, rianimato, come Lazzaro, ma è Uomo Vivente, che cioè ha in sè la Vita-Spirito ( zoe) che non muore, quindi è Corpo Spirituale.
44 Ma qualcuno dirà: 
«Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?».
Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore, e quello che semini non e il corpo che nascerà, ma un semplice chicco...
Si semina corruttibile e 
risorge incorruttibile. .
E' necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibiità 
la Vita che supera la morte ( zoe) 
//e questo corpo mortale si vesta di immortalità
cf. (1 Cor 15, 33-37.42.5 3)
Lo Spirito, la Vita (zoe) donata da Gesù ," riveste" l'essere umano, corruttibile e mortale , di incorruttibilità e immortalità" .
Finchè egli cammina nella vita terrena può peccare mortalmente e separarsi dallo Spirito, quindi separarsi dalla Vita. Con la morte biologica , l'Uomo -compiuto e rivestito di incorruttibilità e immortalità- diventa definitivamente incorruttibile ed immortale : Uomo Definitivo, come Gesù.
CUCC 1000
Il «come» ( si risorge) supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto; è accessibile solo nella fede. Ma
 la nostra partecipazione all’Eucaristia ci fa già pregustare la trasfigurazione del nostro corpo per opera di Cristo Come il pane che è frutto della terra, dopo che è stata invocata  sudi esso la benedizione divina, non è più pane comune, ma Eucaristia, composta di due realtà, una terrena, l’altra celeste, così i nostri corpi che ricevono l’Eucaristia non sono più corruttibili, dal momento che portano in sé il germe della risurrezione .

Questa vivificazione-   trasformazione- santificazione dell'UOMO in UOMO COMPIUTO avviene attraverso la Vita-eterna vissuta nella Chiesa , comunità della Carità per le beatitudini.
Fil 3, 20b-21 Aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo,
il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso,
in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
1Tess 5,23 Il Dio della pace 
vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. 24Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!
a risurrezioneTesto e contesto.
Mat 27:45 Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. 46 Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».47 Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia».48 E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così glidava da bere. 49 Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50 E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
51 Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo,

la terra si scosse, le rocce si spezzarono, 52 i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. 53 E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. 

54 Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù,sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano:«Davvero costui era Figlio di Dio!». 
Mar 15:33 Venuto mezzogiorno , si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 34 Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? 35 Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!». 36 Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». 37 Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 

38 Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso.
...

39 Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse:
«Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!». 

Lu 23:44 Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 45 Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.

...
Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio:
«Veramente quest'uomo era giusto». Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto.

Mt 27,
50 E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
51 Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo,
b la terra si scosse, le rocce si spezzarono,
c
 52 i sepolcri si aprirono
e molti corpi di santi morti risuscitarono.
53 E dopo la sua risurrezione,
c’ uscendo dai sepolcri,
entrarono nella città santa e apparvero a molti.  

b’ 
54 sentito il terremoto e visto quel che succedeva,
Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù,
furono presi da grande timore
a’ e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio! ».
Il centro : dopo la sua risurrezione .
Non si tratta di una sequenza temporale ma teologica. I vangeli partono dai fatti storici e vedono in essi l'azione salvifica di Dio, cioè come Dio ha portato avanti -verso il compimento- il suo disegno di salvezza in Gesù e come , attraverso la sua persona, questo disegno si è realizzato per ogni credente. Dio nessuno lo ha mai visto ( Gv 1) ma tanti nella storia hanno visto ciò che ha fatto. Negli eventi storici il popolo di Dio ha imparato a vedere l'azione divina.
Mt 27,54 Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, 
alla vista del terremoto e di quello che succedeva
,
sono testimoni dei segni
furono presi da grande timore e dicevano:
«Davvero costui era Figlio di Dio!»
disvelano i significati dei segni cioè utilizzano i segni per esprimere la loro comprensione degli eventi. Il significato degli eventi non viene dal segno : esso è un indicatore della teofianìa.      
La risurrezione di Gesù è un fatto storico che non si può documentare ( nessuno è testimone del processo di morte/risurrezione) ma Gesù stesso lo aveva annunciato-promesso e solol'illuminazione dello Spirito può farlo " vedere". 
Mt 17,23 e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Mt 20,19 e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso,
e il terzo giorno risorgerà».
Mc 9,31 Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; 
ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».
Mc 10,34 lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno,
 e dopo tre giorni risorgerà».
I discepoli allora non avevano capito l'annuncio di Gesù ( si rattristarono) ma le conseguenze storiche dell'evento erano (e sono ancora) sotto gli occhi di tutti : la risurrezione di Gesù è stata una teofanìa: rivela che Gesù, Figlio dell'Uomo, è Figlio di Dio che agisce ancora nella storia.
Gesù è biologicamente morto sulla croce ( Uomo) e ci sono tanti testimoni come il centurione, ma è risorto poichè possdeva per natura la Vita-zoe ( Dio) e la sua azione salvifica a favore dell'uomocontinua ancora nella storia .
Lo aveva annunciato Lui stesso :
Gv 15,5 Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto,
perché senza di me non potete far nulla.
Gv7, 37Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò:
«Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva
38chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva».
39
Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui:
infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.


Gv 15,26 Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre,
lo Spirito della verità che procede dal Padre,
egli darà testimonianza di me
Gli apostoli imponevano le mani e si manifestava l'azione dello Spirito nei credenti . Lo Spirito operava miracoli e prodigi e molti erano i testimoni. Lo Spirito con la sua azione salvifica è la testimonianza storica della risurrezione di Gesù.
Paolo dirà :
 2Cor 3,17 Il Signore è lo Spirito
Nessuno conosce il processo della risurrezione ma l'azione del suo Spirito testimonia che Gesù è veramente risortocome aveva promesso!
La predicazione apostolica che suscita la fede nelle promesse salvifiche di Gesù non è vana, ( non è una congettura teologica) perchè l'azione salvifica di Gesù che risponde alla fede è sotto gli occhi di tutti.
Catechismo Universale della Chiesa Cattolica ( CUCC)
639 I
l mistero della Risurrezione di Cristo è un avvenimento reale che ha avuto manifestazioni storicamente constatate,
come
 attesta il Nuovo Testamento. Già verso l'anno 56 san Paolo può scrivere ai cristiani di Corinto: “Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici” ( 1Cor 15,3-4 ). L'Apostolo parla qui della tradizione viva della Risurrezione che egli aveva appreso dopo la sua conversione alle porte di Damasco [Cf At 9,3-18 ]. "Col1,15 immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; 16 per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili : Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. 17 Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. 18 Egli è anche il capo del Corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, perché abbia il primato in ogni cosa.
1Cor15,1 Vi proclamo poi, fratelli,
il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi
2
e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l'ho annunciato
. A meno che non abbiate creduto invano!
3A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto,
cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che 4fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture 
5
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
6In seguito 
apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta:
la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti.
7Inoltre 
apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
8Ultimo fra tutti 
apparve anche a me come a un aborto.
1Cor 15,14 se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede
e vuota dovrebbe essere la salvezza che invece vedete e sperimentate .
I segni del risortoLa risurrezione di Gesù è un evento storico in cui il processo è invisibile. Nessuno è statotestimone del processo della risurrezione ma tanti sono i testimoni delle conseguenze nella storia.
A partire dall'evento della 
Pentecoste cristiana ( cf Atti 1-2) inizia la predicazione apostolica che narra ed autentica le testimonianze e disvela i significati degli eventisulla base delle promesse e dell'insegnamento di Gesù. I fatti , i testimoni e le parole che ne disvelano il significato costituiscono la rivelazione ( Dei Verbum 1) : essi sono intimamente connessi per cui i fatti senza il loro significato sarebbero semplici stranezze e le parole che esplicitano i significati , senza i fatti e i testimonisarebbero semplici congetture.
segni che raccontano la risurrezione di Gesù in realtà raccontano l'azione del suo Spirito : tutto quello che avviene nella morte-risurrezione di Gesù è una teofania , la manifestazione di Gesù come Spirito : «Davvero costui era Figlio di Dio!»
Gv 19,30 Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: «È compiuto!».
L' UOMO è Compiuto e Definitivo
E, chinato il capo, 
consegnò lo spirito.
Lo spirito nell'uomo è il respiro, principio della vita-psiche che alla morte torna a Dio. Ma in Gesù è lo Spirito della Vita-zoe, il Principio stesso della Vita.
Il TestoMt 27,50 Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. 51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo,Segno1 un terremoto. Il terremoto è uno stereotipo biblico che indica una teofanìa : si annuncia un intervento salvifico nella storia . Alla luce degli eventi successivi in cui si manifesta l'azione salvifica dello Spirito , nella storia , per la Chiesa quel terremoto annunciava la morte di Gesù come salvezza. La morte di Gesù è liberazione della sua Vita , lo Spirito , che manifesta la sua potenza salvifica. Il segno indica che Gesù è risorto ( teofania) perchè è ancora attivo, come il Padre, nella storia, in modo salvifico , con il suo Spirito ( teofania) .
Segno 2 : il velo del santuario si squarciò.
«Una tenda interna al santuario nascondeva il Santo dei Santi (Es 26,31-35; 40,21); un'altra, esterna, separava l'atrio dal tempio propriamente detto (Es 26,36-37; 40,33). A quale delle due fa riferimento il testo evangelico? Non sembra che ci siano motivi stringenti per optare per l'una o l'altra possibilità. Il Velo che cade squarciato in dueda cima a fondo ( espressione polare =completamente : si è aperto il santuario di Dio dal Cielo fino al sottoterra) lascia scoperto il Santo dei Santi, la dimora di Dio in mezzo al suo popolo. Dio viene “svelato” , è una Teofania ( Es 19,18-Sal 96,9.13-Sal 97,4) in cui Dio si rende aperto e disponibile per tutti. La Teofania non non può aver luogo nella città, Gerusalemme [ nel Tempio], ma sulla croce di Gesù. Dio non è più vincolato al Santuario di un Tempio ma a Gesù, al suo corpo.»  ( Matheos –Camacho - Matteo-1986)
Per i giudei questo segno doveva annunciare :
- il perdono dei peccati della prima alleanza ;
- Gesù come vero sommo sacerdote che era entrato nella " dimora di Dio" ed era in grado di condurvi il popolo ( cf. la lettera di Paolo Ebrei ) ;
- l’esodo finale : -uscire dalla città dei morti - entrare nella città dei vivi , la Gerusalemme celeste annunciata da profeti , di cui Gesù è primizia.
Giovanni richiamerà la teofania dello “ spirare di Gesù” ("emisit spiritum = respiro, spirito principio vitale, vita, anima spirituale") con il suo costato squarciato che libera sangue ed acqua, i veicoli della sua Vita // Spirito. L'ultimo giorno di Gesù , il 6°giorno , il venerdì santo, è l'ultimo dei 6 giorni della creazione ( cf. Gn 1) , la creazione è compiuta e tutti sono chiamati ad entrare nella " dimora o riposo di Dio ", il 7° giorno.

Descrizione: http://www.corsodireligione.it/bibbiaspecial/immagini/storia_visio.gif
Il velo del Tempio di Dio, il velo della Presenza di Dio in mezzo al suo popolo è la carne di Gesù che si squarcia per liberare lo Spirito.
Lo Spirito di Gesù ha tolto ogni mediazione religiosa tra Dio e l'umanità , Gesù è l'Uomo Compiuto e Definitivo che dona direttamente il Suo Spirito//Vita a chi crede in Lui, cioò fa secondo le sue parole e promesse.
Lo Spirito di Gesù è ancora vivo ed attivo nella storia , segno che ha vinto la morte . La comunità cristiana che legge è in grado di verificare questa azione dello Spiritonella sua quotidianità e nella storia che le si svolge intorno.
la terra tremò, le rocce si spezzarono,Segno 3: le rocce si fendettero
Segno da interpretare. Le rocce che sisquarciano ( stesso verbo usato per il velo del santuario) indicano una teofanìa. Sono il segno della teofanìa della risurrezione di Gesù che lascia la tomba , lo sheol, il regno dei morti. La pietra tombale era il simbolo della separazione tra questo mondo e il mondo dei morti, lo sheol; la pietra rimossa dall'interno della tomba era segno che qualcuno era tornato dai morti. ( cf. Lazzaro )

Descrizione: http://www.corsodireligione.it/bibbiaspecial/immagini/ebraictomb1.jpg

52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono.Segno 4 : le tombe si aprirono e molti corpi di santi che erano morti risuscitarono

Gesù agiva sui defunti manifestando il suo potere di sorgerli ( cf. 
Lazzaro ). Qui si tratta di santi che sono morti e che risorgono : non sono cadaveri rianimati come Lazzaro . Il termine santi nel vangelo di Mt è unico. Negli scritti cristiani il termine indica i credenti :
Rm 15,25 Per il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio ai santi di quella comunità;
Rm 1,7 a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e 
santi per chiamata
Rm 8,26 lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; 27e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio. 
Rm 12,13 Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell'ospitalità. 

Quindi il testo va letto come .."molti corpi di cristiani, che erano morti, risuscitarono". I santi sono coloro che hanno lo Spirito, i cristiani viventi nello Spirito. Se sono morti sono anche risorti come Gesù, secondo la sua promessa :
Gv 6,39 E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato,ma che lo risusciti nell'ultimo giorno.
Gv 6,40 Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; 
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
Gv 6,44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; 
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Gv 6,54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna 
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno
Dopo la risurrezione di Gesù gli eventi prendono significato e il significato dei segni che Matteo vede negli eventi è che "lo Spirito di Gesù 
opera la risurrezione dei santi - cioè di coloro che sono "Viventi" in Gesù, che Vivono del suo Spirito ". 
I credenti//Viventi dello Spirito//Vita di Gesù sono già nell'eterno, in loro la morte è già vinta, sono già risorti da morte.
Col 2,12 con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Col 3,1 Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio;

Tutti i cristiani , Viventi nello Spirito, Uomini Compiuti sono già risorti e nella loro morte biologica passeranno da Viventi, come santi, cioè Uomini Compiuti, per essere Definitivi ,
L' ultimo giorno , il giorno della morte-risurrezione di Gesù è il centro della storia della salvezza. Ogni salvato che si compie definitivamente nella sua morte-risurrezione ( come santo, Uomo Definitivo) è strettamente connesso con la croce di Gesù, dove Egli sprigiona lo Spirito, teofania della risurrezione, per renderlo disponibile per i credenti.
Gv 11,25 Gesù le disse:
 «Io sono la risurrezione e la Vitachi crede in meanche se muore, vivrà
Anche se muore biologicamente il credente continuerà a Vivere dello Spirito-Vita in cui già è Vivente. Questa è la risurrezione dei credenti//Viventi che avviene alla morte biologica.
Gv 10,17 Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia Vita, per poi riprenderla di nuovo.
18 Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo.
Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Gv 11,26 chiunque
 vive e crede in me, non morirà in eterno.

Credi questo?».


santi che sono morti non risorgono come cadaveri che tornano a vivere la vita biologica ma come Viventi dello Spirito di Gesù, Uomini Compiuti nella Carità e Definitivi.
Gesù chiede la fede in questa sua promessa: chi non crede in questa risurrezione, quella promessa e rivelata da Gesù, non crede in Lui, e come può dirsi credente//Vivente in Lui ?.
53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione,Segno 5: uscendo dai sepolcri... entrarono nella città santa.
L'uscita dai sepolcri secondo la teologia giudaica era fondata sul libro Daniele ed era teologicamente necessaria per il giudizio universale.
Dn 12,2 Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. 
Giovanni 
la richiama e la annuncia come già compiuta:
Gv5, 24In verità, in verità io vi dico: 
( espressione in cui Gesù annuncia una promessa che chiama alla fede) 
chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, 
ha la Vita eterna
e non va incontro al giudizio
, ma è passato dalla morte alla Vita.
riscattato dalla morte ora è Vivente nello Spirito , anche se muore biologicamente, Vivrà come Uomo Definitivo in virtù dello Spirito. Non andrà incontro ad un altro giudizio perchè è già passato dal giudizio : avendo accolto la Vita è già giudicato con una sentenza favorevole. ( questi saranno i santi, coloro che crederanno a Gesù e saranno credenti//Viventi.)    
25In verità, in verità io vi dico:
viene l'ora - ed è questa -
l'Ora , nel vangelo di Gv , è quella della sua morte-risurrezione 
in cui
 i morti udranno la voce del Figlio di Dio
Gesù non ha ancora sprigionato lo Spirito , quindi il giudizio , l'accoglienza o il rifiuto dello Spirito non è ancora avvenuto. Per questo dice : " quando udranno", rimandando a quell'Ora .
e quelli che l'avranno ascoltata, Vivranno.
quelli che credendo nella mia promessa, questa, accoglieranno lo Spirito che sprigionerò alla mia morte, avranno in se stessi lo Spirito, laVita che supera la morte.
26Come infatti il Padre ha la Vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la Vita in se stesso,
27e gli ha dato il potere di giudicare,
cioè di separare i credenti//Viventi che Vivono nella mia Chiesa e saranno Uomini Compiuti da quelli che -non avendo creduto nella mia promessa e accolto lo Spirito- non sono entrati nel Regno-comunità e hanno fallito il loro essere, la loro umanità.
perché è Figlio dell'uomo. 
Figlio dell'uomo : Gesù è l'Uomo Compiuto e Definitivo, il modello dell'Uomo salvato. Quando viene la morte biologica, Lui è il criterio per l'autogiudizio finale , ciascuno si troverà " davanti al Figlio dell'uomo", l'Uomo Compiuto e Definitivo e vedrà se si è conformato a Lui.( Rm8,29 Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; )
28Non meravigliatevi di questo: viene l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce
Alla morte di Gesù, lo Spirito sarà effuso per tutti, defunti e viventi . Anche tutti i morti udranno il Vangelo, cioè saranno posti di fronte alla accettazione o rifiuto dello Spirito; anche per loro sarà l'Uomo Compiuto il criterio per l'autogiudizio
29 e usciranno,
usciranno dai sepolcri , cioè "saranno davanti" all'Uomo Compiuto e Definitivo, Gesù, per l'autogiudizio finale.
quanti fecero il bene per levarsi per la sentenza e avere Vita
lett. anastasin sorgere . Termine che significa sorgere nel senso di alzarsii per ascoltare la sentenza di un giudizio . Quanti hanno creduto efatto la Parola di Gesù, il bene, riceveranno lo Spirito, la Vita che supera la morte .
e quanti fecero il male per levarsi per la sentenza e avere fallimento.
parallelismo antinomico fedele al testo di Daniele.
Giovanni, richiamando il testo di Daniele che fondava la credenza farisaica nella risurrezione annunzi anche che con l'effusione dello Spirito dal Crocifisso inizia il giudizio-autogiudizio universale.
Il Dio-in-loroentrarono nella città santaLa Gerusalemme Celeste era nell'AT la dimora definitiva di Dio con il suo popolo.
Ez 37,26 Farò con loro un'alleanza di pace; sarà un'alleanza eterna con loro. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre. 27In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 28Le nazioni sapranno che io sono il Signore che santifico Israele, quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre.
Si trattava di una Gerusalemme terrestre in una Terra rinnovata da Dio. La risurrezione di Gesù inaugura la città santa, la vera Gerusalemme celeste che è la Chiesa di Gesù, tempio-dimora-città dello Spirito, città dei Viventi , sia nella sua dimensione terrestre guidata da Pietro che nella sua dimensione celeste , quella dei defunti-risorti , risplendente della gloria di Dio

Ap 21,3 Udii allora una voce potente che usciva dal trono: 
«Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro".


Coloro che ricevono la Vita//Spirito da Gesù, risorgono perchè vengono riscattati dal loro cammino di morte e introdotti nella Vita che supera la morte che si svolge nella Comunità della Carità per le beatitudini. Lo Spirito dimorerà non solo tra di loro ma " in" loro e saranno il Suo popolo ed Egli sarà il Dio-in-loro.
1Cor 6,19 Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? 
Lo avete 
ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. 
e apparvero a molti.Segno 6: Apparvero a molti, lett. furono visti da molte persone .
Il segno dell' essere visti da molti prende significato : non sono i cadaveri balzati fuori dalle tombe ad essere diventati vivi ed essere " apparsi", i cadaveri sono rimasti nei cimiteri ma sono state viste come Viventi le persone salvate/risorte dallo Spirito di Gesù, i santi .
risorti in Gesù in virtù dello Spirito , i santi, che hanno lo accolto entrano continuamente nella comunità cristiana e quando muoiono biologicamente , risorgono cioè passano dalla morte per Vivere Definitivamente come Uomini Compiuti. Questo che avviene come dato permanente nella storia ha il suo inizio-principio nella morte-risurrezione di Gesù che sprigiona il suo Spirito e lo offre a tutti
«Abbiamo visto il Signore! ( risorto) »
«Perché mi hai veduto, tu hai creduto; 
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
E' l'annuncio delle donne che tornno dal sepolcro.
Vedere i risorti è possibile solo per chi vede la risurrezione di Gesù nell'azione storica del suo Spirito. L'azione dello Spirito effuso da Gesù si vede nella comunità cristiana ( cfr At 2 ) che lo accoglie e lo Vive.
L'autore del IV vangelo ha visto nella 
rianimazione del cadavere di Lazzaro lo Spirito di Gesù che è capace di risorgere i morti. Quella fu la rianimazione di un cadavere ma per chi ha visto l'azione dello Spirito di Gesù nella storia , dopo la sua morte, ( come Giovanni ), quella rianimazione diventa il segno del potere di Gesù sulla morte , il potere dello Spirito divino, la Vita che supera la morte e si manifesta come risurrezione . E' il vedere della fede anche di Tommaso:
Gv 14 ,1 Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: «Vado a prepararvi un posto»? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 
7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 9 Chi ha visto me, ha visto il Padre.
Gv 20,24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
«Abbiamo visto il Signore!»
E Tommaso : non ci posso credere! Tommaso crede ma vuole vedere, come chiunque 
Tommaso ha poi visto il risorto ma dice Gesù : «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; è il vedere per credere! ma beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» perchè credendo alla vostra testimonianza, mi vedranno!
Cronaca o teologia?
Ci si può chiedere: i segni di cui parlano gli evangelisti sono da prendere come fatti storici o come espedienti letterari? E' il velo del santuario che si squarcia e cade o è il corpo di Gesù che viene squarciato dalla lancia e nel sangue ed acqua libera lo Spirito?
Gv 2,19 Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gv 2,20 Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni
lo farai risorgere?».
Mc 14,58 «Lo abbiamo udito mentre diceva: «Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d'uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro,
 non fatto da mani d'uomo»».
Mt 27,40 e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci,
salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!».
Gv 2,21 Ma 
egli parlava del tempio del suo corpo.
I vangeli , come è noto, non sono semplice cronaca giornalistica o storica ma sono teologia. Sono un genere lettario nuovo : narrano i fatti storici in modo che gli uditori possano comprenderne il significato salvifico. Le narrazioni evangeliche si svolgono sempre come substrato letterario del messaggio-insegnamento di Gesù. Ed è questo che li unisce , non i dettagli della narrazione che a volte non coincidono.
Sulla croce Gesù muore e sempre sulla croce il velo del suo corpo si squarcia per liberare lo Spirito. Questa è la teofanìa della sua risurrezione che continua ad agire nella storia come salvezza ; lo Spirito è offerto a tutti ( i segni dell'acqua e del sangue richiamano i segni del battesimo e della eucarestia) perchè lo accolgano e si compiano come Uomini fino a risorgere Uomini Definitivi.Tutto avviene nell'
Ultimo giorno , quello della morte-risurrezione di Gesù. 

Descrizione: http://www.corsodireligione.it/bibbiaspecial/immagini/JESUS_CENTRO.png
Gv 12,48 Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna:
la parola che ho detto 
lo condannerà nell'ultimo giorno.

Salvezza o fallimento dipendono dalla scelta di ciascuno quando si volgono all'ultimogiorno e ne 
comprendono il significato// il valore.
Gv 6,39 E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato,ma che lo risusciti nell'ultimo giorno.
Gv 6,40 Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; 
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
Gv 6,44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; 
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Gv 6,54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna 
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
L'ultimo giorno non è la fine del mondo ma il suo compimento in Gesù. Compimento che Gesù offre per mezzo del suo Spirito//Vita a chiunque crede in Lui .
Gv 7,37 
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa,
Gesù, ritto in piedi, gridò: 
«Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva
I vangeli sono annuciati perchè tutti possano conoscere e credere ed accogliere lo Spirito e compiersi come Uomini Definiti, cioè essere " salvati" dal fallimento del proprio essere .
Già e non ancora.. 
I cristiani sono già morti in Cristo e già risorti in Cristo , Viventi in virtù di Dio , in Gesù .
Col 2,12 Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. 
Rm 6,8 Ma se siamo morti con Cristo, 9 sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. 
crediamo che anche vivremo con lui. 11 Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma Viventi per Dio, in Cristo Gesù. 
E questa morte risurrezione si ripete in ogni partecipazione al memoriale di Gesù, la Cena del Signore

2Cor 3, 18 E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, 
veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.

La gloria divina è la potenza divina che agisce dalla croce, la morte-risurrezione di Gesù che sprigiona lo Spirito, e questo agisce nella conformazione dei cristiani a Gesù , il loro compimento come UOMINI perchè siano DEFINITIVI nella loro morte-risurrezione.
già conformati a Lui ma non ancora definitivamente
Fil 3, 10 perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, 11 c
on la speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Ro 8:29 Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 
Fili 3:21 il quale 
trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose. 
La vita cristiana si fonda sulla Grazia dello Spirito , e sulla adesione e collaborazione umana a questo dono. I cristiani, già risorti e non ancora definitivi , già Viventi nella Vita dell'eterno e non ancora definitivamente, vivono nella speranza certa e nell'attesa paziente .
1Gv 3:2 Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato
Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, 
noi saremo simili a lui, 
perché lo vedremo così come egli è
.
Se saranno simili a Lui si autogiudicheranno come Uomini Compiuti, cioè salvati e saranno con Lui definitivamente.
La discesa di Gesù negli InferiLa morte/risurrezione di Gesù è " il Giorno del Signore " annunciato dai profeti, il momento del Giudizio Divino di Israele e l'inizio del giudizio universale 
Gv 9,39 Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 
Gv 3,19 
E il giudizio è questo:
la Luce è venuta nel mondo, 
ma 
gli uomini hanno amato più le tenebre che la Luce, 
perché le loro opere erano malvagie

Il giudizio è operato dall'offerta salvifica di Gesù : il suo Spirito. Sono gli uomini che si autodeterminano come salvi o condannati credendo a Gesù ad accogliendo la sua offerta o rifiutandola. che erano già defunti ?
Mt 12, 40Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce
così il Figlio dell'uomo
 resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nei vangeli non solo non si parla mai dell' "inferno", ma non esiste neppure la parola ( vedi traduzione CEI 2008). Nei vangeli si parla di chasma (Baratro) Lc 16,26; di abyssos (Abisso) Lc 8,31, di Ade (ebr. Sheol) Mt 11,23; 16,18; Lc 10,15; 16,23; (il regno sotto terra, che, secondo la mitologia greca, alla ripartizione del mondo tra i tre figli di Cronos (Zeus, Poseidone e Ade), era toccato al terzo figlio, lo spietato Ade), e di Geenna (Mt 5,22.29.30: 10,28; 18,9; 23,15-33; Mc 9,43.45.47; Lc 12,5). Tutte immagini che hanno ben poco o nulla da vedere con quella che intendono i cristiani per inferno, cioè un luogo di supplizi eterni popolato da diavoli tremendi.
"Geenna" (“valle del figlio di Hinnom”), è un burrone a sud di Gerusalemme, dove c'erano altari (tofet) nei quale venivano sacrificati i bambini in onore del dio Molok: “Hanno costruito l’altare di Tofet, nella valle di Ben-Hinnon, per bruciare nel fuoco i figli e le figlie” (Ger 7,31).
Per stroncare questo culto, la valle venne trasformata in immondezzaio di Gerusalemme, sperando che gli ebrei, che avevano l'orrore di tutto ciò che era sporco e quindi impuro, smettessero di praticare questi sacrifici umani. Col tempo questa valle divenne simbolo di punizione per i malvagi dopo la loro morte.
Agli inizi dell'era cristiana, sotto l'influsso di idee ellenistiche, l'immagine del mondo aveva cominciato a modificarsi: l'immagine dell'universo a tre piani (cielo, terra, mondo sotterraneo) venne sostituita dalla terra circondata da sfere planetarie: la regione celeste al di sopra della luna era riservata agli dèi e quella al di sotto della luna agli spiriti degli uomini e alle potenze demoniache. Gli inferi si collocavano nel sottosuolo e ad essi si accedevea per mezzo di fori-grotte .( nelle grotte e caverne vivevano le sibille, le pizie le pitonesse e tutti gli intermediari che accompagnavano ( come narra Virgilio ) gli uomini a visitare gli Inferi.

Il "descensus ad inferna" di Gesù compare per la prima volta in una professione di fede cristiana verso la metà del secolo V, nella cosiddetta 
quarta formula di Sirmiodel 359, opera del siro Marco di Aretusa . La Liturgia delle Ore nel giorno di Pasqua all'Inno mattutino recita :

Sfolgora il sole di Pasqua 
Risuona il Cielo di Canti 
Esulta di gioia la terra .
Dagli abissi della morte 
Cristo ascende vittorioso 
Insieme agli antichi padri . 
 

La discesa agli inferi del Signore.Il sabato santo. (Patrologia greca -Da un'antica « Omelia sul Sabato santo ». (PG 43, 439. 451. 462-463) 
"Che cosa è avvenuto? 
Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato ed ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. 

Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: « Sia con tutti il mio Signore ». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: « E con il tuo spirito ». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: « Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre : Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui!
Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura. Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita pei liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati:. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, un tempo avevi malamente allungato la tua mano! all'albero. 
Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell'inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te. Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio. Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli ». 
"
Catechesimo di Trento
Articolo 5 - Significato dell'articolo 67
Interessa senza dubbio moltissimo conoscere la gloria della sepoltura di Gesù Cristo nostro Signore di cui abbiamo poco fa parlato. Ma deve interessare anche di più i fedeli il conoscere i trionfi strepitosi che egli riportò sul demonio debellato e l'inferno spogliato. Di ciò, appunto, e insieme della risurrezione, dobbiamo ora parlare. Avremmo potuto benissimo trattare separatamente i due argomenti, ma seguendo l'autorità dei santi Padri, riteniamo conveniente unire nella medesima esposizione la discesa all'inferno e la risurrezione. Che cosa voglia dire, genericamente, "inferno" 
Art 68 -Discese all'inferno. 
Nella prima parte dell'articolo ci viene proposto di credere che, dopo la morte di Gesù Cristo, la sua anima discese all'inferno e vi rimase finché il corpo restò nel sepolcro. Con queste parole riconosciamo che, in quel tempo, la medesima persona di Gesù Cristo fu nell'inferno e giacque nel sepolcro, il che non deve sorprendere. Infatti, come spesso abbiamo ripetuto, sebbene l'anima fosse uscita dal corpo, tuttavia la divinità non si separò mai né dall'anima, né dal corpo. II parroco getterà molta luce sul senso dell'articolo, spiegando subito che cosa si debba intendere qui con il termine "inferno". Ammonirà anzitutto che esso non sta a significare il "sepolcro", come alcuni, non meno empiamente che ignorantemente, interpretarono. Abbiamo infatti appreso già dall'articolo precedente che Gesù Cristo nostro Signore fu sepolto; ne v'era motivo perché gli Apostoli, nel redigere la regola della fede, ripetessero il medesimo concetto, con formula più oscura. Qui il vocabolo in questione vuole significare quelle nascoste sedi, in cui stanno le anime di coloro che non hanno conseguito la beatitudine celeste. La Sacra Scrittura offre molteplici esempi di questo uso. In san Paolo leggiamo: "In nome di Gesù, ogni ginocchio si curvi, in cielo, in terra, nell'inferno" (Fil 2,10). Negli Atti degli Apostoli san Pietro assicura che Gesù Cristo nostro Signore risuscitò, dopo aver superato i dolori dell'inferno (At 2,24).
Che cosa voglia dire specificamente .Art
 69. 
Tali sedi non son tutte del medesimo genere. Una è quella prigione tenebrosa e orribile, nella quale le anime dei dannati giacciono in un fuoco perpetuo e inestinguibile, insieme agli spiriti immondi. In questo significato abbiamo i termini equivalenti di Geenna, abisso, inferno propriamente detto. In secondo luogo c'è la sede del fuoco purgante, soffrendo nel quale, per un determinato tempo, le anime dei giusti subiscono l'espiazione, onde possano salire alla patria eterna, chiusa a ogni ombra di colpa. Anzi, sulla verità di questa dottrina, che i santi concili proclamano contenuta nella Scrittura come nella Tradizione apostolica, il parroco insisterà con rinnovata diligenza, poiché viviamo in tempi nei quali la sana dottrina non trova agevole accesso presso gli uomini. Infine una terza sede è quella in cui le anime dei santi furono ospitate prima della venuta di Gesù Cristo nostro Signore. Esse vi dimorarono quietamente, immuni da ogni pena, alimentate dalla beatifica speranza della redenzione. 
Reale discesa dell'anima di Gesù Cristo nell'inferno Art. 70 . 
Gesù Cristo scendendo nell'inferno liberò appunto le anime di questi giusti, aspettanti il Salvatore nel seno di Abramo. Ne dobbiamo credere che vi sia disceso in modo da farvi pervenire soltanto la sua virtù e la sua potenza, ma non la sua anima. Dobbiamo invece ritenere con tutta fermezza che la sua anima discese realmente e con la sua presenza nell'inferno. Abbiamo in proposito l'esplicita testimonianza di David: "Non lascerai l'anima mia nell'inferno" (Sal 15,10). La discesa di Gesù Cristo all'inferno nulla detrasse all'infinita sua potenza, né gettò alcun'ombra offuscatrice sullo splendore della sua santità. Al contrario fu cosi solennemente confermato quanto era stato dichiarato circa la sua santità e la sua figliolanza da Dio, già manifestata da tanti miracoli. Ce ne persuaderemo senza indugio, se riflettiamo alle ben diverse ragioni, per le quali scesero in quella sede Gesù Cristo e gli altri. Tutti vi erano penetrati prigionieri; egli invece, libero e vincitore fra morti, vi entrò per debellare i demoni, dai quali essi erano tenuti prigionieri a causa della colpa originale. Inoltre, di tutti gli altri che erano discesi nell'inferno, una parte era stretta dalle più opprimenti pene; un'altra parte, pur libera da dolori sensibili, era amareggiata dalla privazione della visione di Dio e dall'aspettativa ansiosa della sperata beatitudine. Cristo signore invece vi discese non per soffrire, bensì per liberare i giusti dalla molestia dell'ingrata prigione e conferir loro il frutto della propria passione. Nella sua discesa dunque non si riscontra nessuna diminuzione dell'infinita sua dignità e potenza. 

Cristo discendendo nel limbo liberò le anime dei santi 71.
Poi si dovrà insegnare come Gesù Cristo nostro Signore è disceso nel limbo, per condurre seco in cielo i santi Padri e tutti gli altri uomini pii, liberandoli dal carcere, dopo aver strappato al demonio la sua preda; [ nel 2007 è stato abolito il nome Limbo perciò questa dimensione non si chiama più così. N.D.R.] il che fu da lui compiuto in maniera ammirabile e con gloria grande. Il suo aspetto sfolgorò su quei prigionieri una luce chiarissima e riempì le loro anime di letizia immensa e di gaudio; anzi elargì a esse ancora la più desiderabile delle beatitudini che consiste nella visione di Dio. Così fu compiuta la promessa fatta al buon ladrone: "Oggi sarai con me in paradiso" (Lc 23,43). Questa liberazione dei buoni era stata molto tempo innanzi predetta da Osea con queste parole: "O morte, io sarò la tua morte; o inferno, io sarò la tua distruzione" (Os 13,14); e dal Profeta Zaccaria: "Per te, a causa del sangue del tuo patto, io ritirerò i tuoi prigionieri dalla fossa senz'acqua" (Zc 9,11); nonché dal passo dell'Apostolo: "Egli ha spogliato i principati e le potestà, offrendoli a spettacolo e trionfando di loro" (Col 2,15). Per meglio intendere il valore di questo mistero, dobbiamo sovente ricordare che per beneficio della passione di Cristo han ricevuto la salvezza non solo gli uomini pii, nati dopo l'avvento del Signore, ma anche quelli che lo avevan preceduto da Adamo in poi e che saranno per nascere fino alla fine del mondo. Perciò avanti che egli morisse e risorgesse da morte, le porte dei cieli non si aprirono mai per alcuno, ma le anime dei buoni, uscite di questa vita, erano portate nel seno di Abramo o venivano purificare nel fuoco del purgatorio, come avviene anche ora a quelli che han qualcosa da lavare o da scontare. V’è infine un'altra causa della discesa di Cristo signore negli inferi, ed è la manifestazione della sua forza e potenza anche in quel luogo, com'era stato nel cielo e sulla terra, affinché si avverasse che al suo nome ogni ginocchio si piega in cielo, in terra e negli inferi (Fil 2,10). Chi non ammirerà a questo punto l'immensa benignità di Dio verso il genere umano? Chi non sarà preso dallo stupore, considerando che egli, non soltanto ha voluto subire per noi un'acerbissima morte, ma è ancor voluto scendere nei penetrali della terra, per toglierne le anime, a lui tanto care, e portarle seco alla beatitudine? 
Commento del card. Ratzinger sull'articolo del credo cattolico "discese agli Inferi"
" Una volta che si tenga presente questo, si risolve da sé anche il problema delle ‘prove scritturali’ riguardanti il nostro articolo; per lo meno nel grido lanciato da Gesù al momento della sua morte: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato” (Mc. 15,34)?, il mistero della discesa di Gesù agli inferi si fa a noi percettibile, come un lampo nell’oscurità della notte. Non dimentichiamo però che questa invocazione del crocifisso è la frase iniziale d’una preghiera di Israele (Sal. 22 [21], 2), nella quale si riassumono in maniera toccante l’afflizione e la speranza di questo Popolo, eletto da Dio ed ora apparentemente da lui abbandonato nel modo più desolante. Tale preghiera, sgorgante dalla più profonda afflizione della tenebra in cui Dio s’è avvolto, termina però con un inno alla grandezza di Dio.
Ora, anche questo risulta presente nel grido di morte emesso da Gesù, grido che Ernst Käsemann ha designato concisamente come una preghiera scaturente dall’inferno, come il rilancio del primo comandamento nel deserto dell’apparente assenza di Dio:“Il Figlio mantiene ancora salda la fede, anche adesso, mentre la fede sembra divenuta un non-senso e la realtà terrena palesa chiaramente l’assenza di Dio, di cui non per nulla parlano il primo ladrone e la folla schernitrice. Il suo grido non è rivolto alla vita e alla sopravvivenza, non a se stesso, bensì al Padre. Il suo grido si contrappone alla realtà, all’intero mondo”
E allora, abbiamo ancora forse bisogno di chiederci che cosa debba rappresentare la preghiera nella nostra ora di tenebra? Può forse essere qualcosa di diverso dal grido lanciato dal profondo assieme al Signore, che è ‘disceso all’inferno’ ed ha riaffermato la vicinanza di Dio proprio nel bel mezzo dell’abbandono in cui egli ci vuol lasciare? Accingiamoci ora ad un’altra riflessione, per penetrare un pochino in questo poliedrico mistero che da un solo lato non è possibile chiarire. Prendiamo innanzitutto atto d’una constatazione esegetica. 
Ci si dice che, nel nostro articolo di fede, la parola ‘inferno’ sarebbe solo una errata traduzione di Sceol (in greco Hádes), con cui gli ebrei designavano lo stato oltre la morte, che veniva immaginato molto vagamente come una specie di esistenza da regno delle ombre, più un non-essere che un essere. Pertanto, l’asserto avrebbe originariamente significato solo che Gesù era entrato nello Sceol, ossia che era morto. Ora, ciò potrà magari anche esser giusto. Ma resta pur sempre da vedere se così la faccenda si è davvero semplificata, divenendo meno misteriosa di prima. Io ritengo invece che proprio ora il problema presenti il suo vero volto: la morte e ciò che accade quando uno muore, ossia entra nel regno della morte. 
Di fronte a questo problema, dobbiamo tutti quanti confessare la nostra perplessità. Nessuno sa realmente che cosa succeda, perché tutti viviamo al di qua della staccionata della morte, e quindi non abbiamo alcuna esperienza diretta di questo fatto. Possiamo però forse tentar di accostarla proprio partendo ancora una volta dal grido lanciato da Gesù sulla croce, in cui abbiamo riscontrato espresso il nucleo centrale di ciò che significa la discesa di Gesù agli inferi, la sua partecipazione al destino di morte dell’uomo. 
In questa estrema preghiera di Gesù, come del resto anche nella scena dell’orto degli ulivi, il nucleo più profondo della sua Passione non sembra essere qualche dolore fisico, bensì la radicale solitudine, il completo abbandono. Ora qui viene in luce, in definitiva, semplicemente l’abissale solitudine dell’uomo in genere: dell’uomo che nel suo intimo è solo, tragicamente solo. Questa solitudine, che viene sì per lo più camuffata in svariati modi, ma rimane pur sempre ugualmente la vera situazione dell’uomo, denota al contempo la più stridente contraddizione con la natura stessa dell’uomo, che non può sussistere da solo ma abbisogna invece d’una vita comunitaria. La solitudine è perciò la regione dell’angoscia, radicata nel fatto stesso che l’essere è gettato allo sbaraglio, eppure deve ugualmente esistere, anche trovandosi costretto ad affrontare l’impossibile. Vediamo ora di spiegare un po’ meglio questo fatto adducendo un esempio. 
Quando un bambino si trova obbligato ad attraversare un bosco da solo, in una notte oscura, è preso dal terrore, quand’anche gli sia stato dimostrato nella maniera più convincente che non c’è assolutamente nulla di cui egli debba temere. Al momento in cui egli si trova solo ed immerso nelle tenebre, sperimentando così radicalmente il senso della solitudine, insorge immediatamente in lui la paura, l’autentica paura dell’uomo, che non è paura di fronte a qualcosa, bensì paura e basta. 
La paura di fronte a qualcosa di determinato è in fondo innocua: può infatti venire scacciata togliendo di mezzo l’oggetto che la provoca. Tanto per fare un esempio, quando uno ha paura d’un cane che morde, si fa presto a rimediare all’inconveniente legando il cane alla catena. Nel caso nostro invece, c’imbattiamo in qualcosa di ben più profondo: l’uomo, allorché si trova confinato nell’estrema solitudine, non trema di fronte a qualcosa di determinato, che è suscettibile di venir eliminato; prova invece il terrore della solitudine, sente l’inquietudine e l’inerme condizione della sua stessa natura, che non sono debellabili per via razionale. Facciamo un esempio ancora: quando uno deve vegliare da solo di notte con un morto in stanza, sentirà sempre la sua posizione come un tantino disagiata e sconcertante, anche se non vuole confessarlo nemmeno a se stesso,e si trova in grado di convincersi razionalmente dell’inoggettività delle sue sensazioni. 
Di per sé, egli sa benissimo che il morto non può fargli assolutamente nulla, e che la sua situazione sarebbe probabilmente assai più pericolosa qualora la persona che veglia fosse ancora viva. Ciò che qui insorge è un tipo completamente diverso di paura: non è la paura di fronte a qualcosa, bensì la sinistra angoscia della solitudine in sé, affiorante dal suo restare, solo con la morte, l’inermità dell’esistenza posta davanti all’ignoto. 
Dobbiamo ora chiederci: e allora, come è possibile vincere tale paura, se la prova dell’assoluta inconsistenza del pericolo annaspa nel vuoto? Ebbene, ecco: il bambino si troverà completamente liberato della sua paura, nell’istante stesso in cui troverà una mano che stringa la sua e lo guidi, nell’attimo in cui sentirà una voce che gli parli; nel momento quindi, in cui sperimenterà la compagnia d’un uomo che gli voglia bene. E anche colui che si trova solo col morto, sentirà subito sparire l’accesso di paura non appena un altro uomo si accosti a lui, non appena senta la vicinanza di un ‘tu’. Ora, in questo superamento della paura, si rivela simultaneamente anche la sua vera natura: come essa sia il terrore della solitudine, l’angoscia che attanaglia un essere suscettibile di vivere solo in associazione. La tipica paura dell’uomo può venir superata non tramite la ragione, bensì soltanto tramite la presenza d’un essere che gli voglia bene. Dobbiamo ora sviscerare ulteriormente il nostro assunto.
Se esistesse una solitudine in cui nessuna parola d’un altro potesse più penetrare a cambiare lo stato di fatto; se si verificasse un abbandono talmente profondo, da non permettere più ad alcun ‘tu’ di giungervi avremmo allora l’autentica e totale solitudine, quello stato spaventoso e sinistro che il teologo chiama ‘inferno’. Che cosa significhi questa parola, lo possiamo esattamente definire prendendo le mosse da quanto abbiamo testé detto: essa denota proprio una solitudine, in cui non entra più la parola dell’amore, e che costituisce quindi l’autentica esposizione allo sbaraglio dell’esistenza. 
A questo proposito, a chi non viene subito in mente come poeti e filosofi del nostro tempo ribadiscano proprio l’idea che, in fondo, tutti gli incontri fra uomini s’arrestano alla superficie, sicché nessun uomo ha accesso al genuino profondo dell’altro? Stando a queste concezioni quindi, nessuno può realmente raggiungere l’intimo dell’altro; ogni incontro, per bello che sembri, si limita pertanto solo ad anestetizzare l’insanabile piaga della solitudine. Nel più profondo della nostra esistenza perciò, s’anniderebbe l’inferno, la disperazione: la terribile solitudine insomma, che è tanto ineluttabile quanto raccapricciante... In effetti, una cosa è certa: esiste una notte, nel cui desolato abbandono non giunge alcuna voce; esiste una porta, attraverso la quale possiamo transitare esclusivamente da soli: la porta della morte. Ogni paura imperante nel mondo è in definitiva paura di questa tremenda solitudine. Si capisce allora perché l’Antico Testamento abbia una sola parola, per indicare gli inferi e la morte: la parola Sceol. In fondo, per esso le due cose sono identiche. La morte è la solitudine per antonomasia. Ma l’orrenda solitudine in cui nemmeno l’amore riesce più a penetrare, è davvero l’ ‘inferno’".

Il Catechismo universale della Chiesa Cattolica
L'evento della pasqua di Gesù viene reinterpretato da Matteo alla luce della resurrezione di Gesù che diventa il centro dell’annuncio della novità, il vangelo del risorto, e il centro ermeneutico dei fatti . Lo Spirito di Gesù fa uscire i giusti dallo Sheol , il regno della morte, per farli entrare nel Regno della vita per mezzo della resurrezione .
CUCC 632 Le frequenti affermazioni del Nuovo Testamento secondo le quali Gesù “è risuscitato dai morti” ( At 3,15; Rm 8,11; 1Cor 15,20 ) presuppongono che, preliminarmente alla Risurrezione, egli abbia dimorato nel soggiorno dei morti [Cf Eb 13,20 ]...Eb 13,20 Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù.... E' il senso primo che la predicazione apostolica ha dato alla discesa di Gesù agli inferi: Gesù ha conosciuto la morte come tutti gli uomini e li ha raggiunti con la sua anima nella dimora dei morti. Ma egli vi è disceso come Salvatore, proclamando la Buona Novella agli spiriti che vi si trovavano prigionieri [Cf 1Pt 3,18-19 ]. 
1Pt 3,18 Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. 19 E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione; 20 essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua. 21 Figura, questa, del battesimo, che ora salva voi
CUCC 633 La Scrittura chiama inferi, shéol o Ade [Cf Fil 2,10; At 2,24; Ap 1,18; Ef 4,9 ] il soggiorno dei morti dove Cristo morto è disceso, perché quelli che vi si trovano sono privati della visione di Dio [Cf Sal 6,6; Sal 88,11-13 ]. Tale infatti è, nell'attesa del Redentore, la sorte di tutti i morti, cattivi o giusti; [Cf Sal 89,49; 633 1Sam 28,19; Ez 32,17-32 ] il che non vuol dire che la loro sorte sia identica, come dimostra Gesù nella parabola del povero Lazzaro accolto nel “seno di Abramo” [Cf Lc 16,22-26 ]. “Furono appunto le anime di questi giusti in attesa del Cristo a essere liberate da Gesù disceso all'inferno” [Catechismo Romano, 1, 6, 3]. Gesù non è disceso agli inferi per liberare i dannati [Cf Concilio di Roma (745): Denz. -Schönm., 587] né per distruggere l'inferno della dannazione, [Cf Benedetto XII, Opuscolo Cum dudum: Denz. -Schönm., 1011; Clemente VI, Lettera Super quibusdam: ibid., 1077] ma per liberare i giusti che l'avevano preceduto [Cf Concilio di Toledo IV (625): Denz. -Schönm., 485; cf anche Mt 27,52-53 ].
 
CUCC 634 “La Buona Novella è stata annunciata anche ai morti. . . ” ( 1Pt 4,6 ). La discesa agli inferi è il pieno compimento dell'annunzio evangelico della salvezza. E' la fase ultima della missione messianica di Gesù, fase condensata nel tempo ma immensamente ampia nel suo reale significato di estensione dell'opera redentrice a tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi, perché tutti coloro i quali sono salvati sono stati resi partecipi della Redenzione. 
CUCC 635 Cristo, dunque, è disceso nella profondità della morte [Cf Mt 12,40; Rm 10,7; Ef 4,9 ] affinché i morti udissero la voce del Figlio di Dio e, ascoltandola, vivessero [Cf Gv 5, 24 In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.25 In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno.]. Gesù “l'Autore della vita” ( At 3,15 ) ha ridotto “all'impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, ” liberando “così tutti quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita” ( Eb 2,14-15 ).
 Ormai Cristo risuscitato ha “potere sopra la morte e sopra gli inferi” ( Ap 1,18 ) e “nel nome di Gesù ogni ginocchio” si piega “nei cieli, sulla terra e sotto terra” ( Fil 2,10 ). “Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato ed ha svegliato coloro che da secoli dormivano. . . Egli va a cercare il primo padre, come la pecora smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva, che si trovano in prigione. . . “Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio. Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la Vita dei morti” [Da un'antica “Omelia sul Sabato Santo”: PG 43, 440A. 452C, cf Liturgia delle Ore, II, Ufficio delle letture del Sabato Santo].
Omelia di Benedetto XVI nella Veglia Pasquale ,domenica, 8 aprile 2007
"Cari fratelli e sorelle! Dai tempi più antichi la liturgia del giorno di Pasqua comincia con le parole: Resurrexi et adhuc tecum sum – sono risorto e sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano. La liturgia vi vede la prima parola del Figlio rivolta al Padre dopo la risurrezione, dopo il ritorno dalla notte della morte nel mondo dei viventi. La mano del Padre lo ha sorretto anche in questa notte, e così Egli ha potuto rialzarsi, risorgere. La parola è tratta dal Salmo 138 e lì ha inizialmente un significato diverso. Questo Salmo è un canto di meraviglia per l’onnipotenza e l’onnipresenza di Dio, un canto di fiducia in quel Dio che non ci lascia mai cadere dalle sue mani.
 E le sue mani sono mani buone. 
L’orante immagina un viaggio attraverso tutte le dimensioni dell’universo – che cosa gli accadrà? "Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: «Almeno l’oscurità mi copra…», nemmeno le tenebre per te sono oscure… per te le tenebre sono come luce" (Sal 138 [139],8-12). Nel giorno di Pasqua la Chiesa ci dice: Gesù Cristo ha compiuto per noi questo viaggio attraverso le dimensioni dell’universo. Nella Lettera agli Efesini leggiamo che Egli è disceso nelle regioni più basse della terra e che Colui che è disceso è il medesimo che è anche asceso al di sopra di tutti i cieli per riempire l’universo (cfr 4,9s). Così la visione del Salmo è diventata realtà. Nell’oscurità impenetrabile della morte Egli è entrato come luce – la notte divenne luminosa come il giorno, e le tenebre divennero luce. Perciò la Chiesa giustamente può considerare la parola di ringraziamento e di fiducia come parola del Risorto rivolta al Padre: "Sì, ho fatto il viaggio fin nelle profondità estreme della terra, nell’abisso della morte e ho portato la luce; e ora sono risorto e sono per sempre afferrato dalle tue mani"
[...]
 Le icone pasquali della Chiesa orientale mostrano come Cristo entra nel mondo dei morti. Il suo vestito è luce, perché Dio è luce. "La notte è chiara come il giorno, le tenebre sono come luce" (cfr Sal 138 [139],12). Gesù che entra nel mondo dei morti porta le stimmate: le sue ferite, i suoi patimenti sono diventati potenza, sono amore che vince la morte. Egli incontra Adamo e tutti gli uomini che aspettano nella notte della morte. Alla loro vista si crede addirittura di udire la preghiera di Giona: "Dal profondo degli inferi ho gridato, e tu hai ascoltato la mia voce" (Gio 2,3). Il Figlio di Dio nell’incarnazione si è fatto una cosa sola con l’essere umano – con Adamo. Ma solo in quel momento, in cui compie l’atto estremo dell’amore discendendo nella notte della morte, Egli porta a compimento il cammino dell’incarnazione. Mediante il suo morire Egli prende per mano Adamo, tutti gli uomini in attesa e li porta alla luce. 

Ora, tuttavia, si può domandare: Ma che cosa significa questa immagine? Quale novità è lì realmente accaduta per mezzo di Cristo? L’anima dell’uomo, appunto, è di per sé immortale fin dalla creazione – che cosa di nuovo ha portato Cristo? Sì, l’anima è immortale, perché l’uomo in modo singolare sta nella memoria e nell’amore di Dio, anche dopo la sua caduta. Ma la sua forza non basta per elevarsi verso Dio. Non abbiamo ali che potrebbero portarci fino a tale altezza. E tuttavia, nient’altro può appagare l’uomo eternamente, se non l’essere con Dio. Un’eternità senza questa unione con Dio sarebbe una condanna. L’uomo non riesce a giungere in alto, ma anela verso l’alto: "Dal profondo grido a te…".
Solo il Cristo risorto può portarci su fino all’unione con Dio, fin dove le nostre forze non possono arrivare. Egli prende davvero la pecora smarrita sulle sue spalle e la porta a casa. Aggrappati al suo Corpo noi viviamo, e in comunione con il suo Corpo giungiamo fino al cuore di Dio. E solo così è vinta la morte, siamo liberi e la nostra vita è speranza. È questo il giubilo della Veglia Pasquale: noi siamo liberi. Mediante la risurrezione di Gesù l’amore si è rivelato più forte della morte, più forte del male.L’amore Lo ha fatto discendere ed è al contempo la forza nella quale Egli ascende. La forza per mezzo della quale ci porta con sé. Uniti col suo amore, portati sulle ali dell’amore, come persone che amano scendiamo insieme con Lui nelle tenebre del mondo, sapendo che proprio così saliamo anche con Lui. Preghiamo quindi in questa notte: Signore, dimostra anche oggi che l’amore è più forte dell’odio. Che è più forte della morte. 
Discendi anche nelle notti e negli inferi di questo nostro tempo moderno e prendi per mano coloro che aspettano. Portali alla luce! Sii anche nelle mie notti oscure con me e conducimi fuori! Aiutami, aiutaci a scendere con te nel buio di coloro che sono in attesa, che gridano dal profondo verso di te! Aiutaci a portarvi la tua luce! Aiutaci ad arrivare al "sì" dell’amore, che ci fa discendere e proprio così salire insieme con te! Alleluia. Amen. "
a resurrezione
Gesù discese agli inferi Nella chiesa ortodossa.
I cristiani Ortodossi e la discesa agli inferi di Gesù[fonte: http://www.cmv.it]
" Ecco una delle più perfette icone, la "Resurrezione - Discesa agli inferi", dipinta nel XIV secolo da un iconografo di Pskov.
Descrizione: http://www.corsodireligione.it/bibbiaspecial/vangeli/immagini/discesainferi_1_rublev.gif

La discesa agli inferi di questa icona, dà l'impressione di un uragano che si abbatte sull'abisso. La figura di Cristo è impetuosa, leggera e dinamica, il suo coloredi ferro arroventato, splende di una forza non terrestre. Il Figlio di Dio con la punta delle dita del piede destro calpesta e distrugge l'inferno. Le porte degli inferi sono spezzate in due, le sue serrature sono infrante ed aperte, tutti questi frammenti si possono contare sull'icona e simbolizzano la distruttiva catastrofe che è piombata sull'inferno.
Come si presentano gli inferi al credente della Rus' antica?
Sono un abisso che si trova nelle fondamenta della terra, le cui porte sono chiuse fortemente e non permettono a nessuno di uscire di là. Ma non solo. L'inferno è una bestia terribile, "fratello del demonio". L'inferno è qualcosa di incomprensibile e terrificante. Come presentare una cosa del genere? Secondo la tradizione iconografica già fissata a Bisanzio, l'inferno nelle icone della "Risurrezione - Discesa agli inferi" è rappresentato con una simbolica spaccatura nella terra, dietro di cui si aprono lentamente i misteriosi e invisibili abissi infernali, pieni del tenebroso spazio degli inferi.
Nell'icona di Pskov del XIV secolo è dato poco risalto allo spazio dell'inferno. Esso, per così dire, non merita più attenzione, è già stato calpestato e distrutto, viene dunque rappresentato con negligenza, come "tra altro". La figura di Cristo è racchiusa in una mandorla circolare.
Questa mandorla, che inizialmente simbolizza soltanto la "gloria", lo splendore della "grazia che porta la luce", ha cominciato a significare in molte icone uno spazio specifico, quello "non di questo mondo", riempito di "invisibili" angeli senza corpo. Molto convenzionalmente, ma con inaspettata credibilità, questi "invisibili" angeli sono rappresentati sull'icona.Così, sull'icona sono raffigurati contemporaneamente tre spazi: quello "non di questo mondo", lo spazio degli inferi, e un altro spazio, in cui si trovano i giusti, portati via dall'inferno da Cristo. E su tutto questo, Cristo domina incontrastato.
Disceso agli inferi, conclude la sua missione salvifica. Con la sua passione volontariamente accettata e con la sua dolorosa morte in croce, il Figlio di Dio ha redento il peccato originale dei progenitori e l'ha tolto ai loro discendenti. Lui ha portato via gli uomini dall'inferno. La composizione dell'icona di Pskov è perfetta. Le figure di Cristo, di Adamo ed Eva formano un triangolo.
Il manto rosso di Eva e il pezzo di stoffa svolazzante (lembo del manto) alle spalle di Cristo sono equilibrati dalle vesti rosse dei due giusti alla sinistra. Quasi fisicamente si percepisce la forza, emanata dal Re della Gloria, che attornia tutto. Gli spazi chiari nella veste di Cristo, ascendono verso l'alto, in un torrente precipitoso, come lingue del fuoco. Dolcemente delineata, la figura di Cristo è leggera, con spalle molto strette, e non dà impressione di forza fisica. Però la composizione e il colore dell'icona sono tali, che la potenza demolitrice del Salvatore è subito percepita.
Questa forza di Cristo non è carnale; la sua forza è Divina.
In altre icone, gli avvenimenti che si svolgono nell'inferno sono mostrati più dettagliatamente: gli angeli precedono il Signore e distruggono le forze infernali, satana e i demoni. Davanti alla porta frantumata, i giusti aspettano la loro liberazione.
Il colore rosso della veste di Cristo nell'immagine della "Risurrezione - Discesa agli inferi" è caratteristico per le icone di Pskov. Sulle icone provenienti dalle scuole di Mosca e di Novgorod, Gesù Cristo porta una tunica azzurra e un manto blu, o il manto azzurro con la tunica marrone oppure le sue vesti sono di colore ocra. Lo "splendore divino" acceca, quando guardi le icone di Pskov, caratterizzate da un intenso dinamismo.
Descrizione: http://www.corsodireligione.it/bibbiaspecial/vangeli/immagini/discesainferi_4.gifLe immagini della "Risurrezione e Discesa agli inferi", provenienti da altre scuole, trasmettono questo avvenimento con molta più delicatezza. Nell'icona moscovita della scuola di Dionisij (dopo il 1500) la maestosa figura di Cristo s'innalza sopra l'inferno abbattuto.

L'immagine è una constatazione della solenne vittoria del Figlio di Dio sopra le forze del male, già compiuta, ed è piena di una pacifica e maestosa ispirazione. L'icona è costruita in modo da far percepire il significato cosmico della Discesa agli inferi.

A questo contribuisce la leggerezza delle figure, quasi plananti nello spazio dell'icona. Il colore turchino della mandorla, in cui è racchiusa la figura di Cristo, si contrappone alla spaccatura nera dell'abisso; ugualmente il cielo azzurro al buio degli inferi.

E su tutto domina la croce, simbolo del sacrificio redentore del Figlio di Dio e dell'inizio di una nuova era.
L'iconografo non è riuscito a sfuggire da un insegnamento etico un pò ingenuo. Del resto, al tempo della realizzazione di questa icona, tale insegnamento era naturale e veniva accolto sul serio. Le forze celesti sono gli angeli incorporali, che riempiono la gloria (la mandorla) che attornia Cristo, e sono elencati per nome. Ecco: "Vita", "Gioia", "Ragione", "Sapienza", "Verità", "Amore", "Umiltà", "Felicità", "Purezza". A loro si oppongono le forze del male, impersonificate dai demoni: "Morte", "Odio", "Irragionevolezza", "Inimicizia".
I demoni sono trafitti da fulmini, emanati dal Signore, mentre il padrone e principe di queste forze, satana, viene legato dagli angeli. Per capire meglio le icone della Rus' antica, paragoneremo la "Risurrezione - Discesa agli inferi" con la stampa del "Cristo negli inferi" del gran pittore olandese Pieter Bruegel il Maggiore (metà del XVI secolo). Cristo con il nimbo che ricorda una sfera, è disceso agli inferi. Dalle fauci aperte dell'inferno, dotate di denti grandi e forti, non più chiuse dalle porte frantumate, escono i giusti. Le bestie dell'inferno sono terribili e ripugnanti. Si contorcono negli spasmi, e le sofferenze le fanno diventare ancora più disgustose. Non si ha tuttavia l'impressione, che sta avvenendo un grande fatto di portata universale.
Gli angeli che cantano e suonano gli strumenti musicali, "riempiono" di gloria la mandorla che racchiude Cristo. Però le forze celesti non combattono contro quelle dell'inferno, i demoni semplicemente non sono dipinti da Bruegel nello spazio degli inferi. La figura di Cristo nella mandorla è locale. Non c'è impressione di forza e di potenza in essa. I giusti sono usciti dalle fauci dell'inferno. Però verso dove vanno? Non ci sono tre spazi, anzi ce n'è uno solo, quello dell'inferno, nel quale si trova la figura di Cristo nella mandorla di gloria; alle sue spalle il cerchio infernale continua a rotolarsi e portare i peccatori trafitti di spine nello scivolo, dal quale cadono nella caldaia infernale.

Dov'è il trionfo divino? Con ogni probabilità, con i mezzi della nascente arte realistica e pragmatica dell'Europa non si poteva rappresentare quello che è raffigurabile soltanto con un linguaggio di simboli e convenzioni. Gli inferi sono presentati in modo interessante.
L'inferno è sia un abisso chiuso da porte, sia un qualcosa di terrificante. Bruegel lo ha presentato sotto forma di bestia, con una fauce che ha molti denti, occhi e capelli. Questa fauce dai molti denti si è consolidata nell'arte europea come simbolo della caduta nell'abisso infernale, come simbolo dello stesso inferno e, in epoca più tardiva (dal XVI secolo), questa simbologia non di rado era utilizzata anche nella Rus'. 

Descrizione: http://www.corsodireligione.it/bibbiaspecial/vangeli/immagini/discesainferi_5.jpg
Questa icona è tratta dall’affresco della Risurrezione o Discesa agli inferi, scritto intorno al 1310 da un iconografo bizantino anonimo, per l’abside della Chiesa di San Salvatore di Chora ad Istanbul. Tale chiesa risaliva originariamente al V sec., ma venne ricostruita nel XII sec., quindi completata e restaurata nel XIV, per opera del mecenate Teodoro Metochites, uno studioso di Aristotele, divenuto poi importante uomo politico.

Nel 1330 a Metochites, esiliato per motivi politici, fu concesso di ritornare nel monastero di Chora, dove adibì ad uso funerario la piccola cappella situata accanto alla chiesa principale ,divenuta quindi sua cappella privata. E’ nel catino absidale di questa che si trova l’affresco raffigurante l’Anàstasis, cioè la Risurrezione o Discesa agli inferi di Gesù.
Simbologia dei colori 

Gesù indossa una veste bianca, simbolo dell’innocenza, della luce e della teofania, cioè della manifestazione divina: infatti anche nella Trasfigurazione Cristo indossa una veste candida e luminosissima. L’abito di Adamo è verde, simbolo della vita nuova nella natura e nello Spirito, quindi della speranza e dell’attesa della rinascita spirituale, che Gesù ha portato ad ogni uomo con la sua Risurrezione.
Eva indossa veste e manto viola , il colore dell’Avvento e della Passione e perciò dell’espiazione: Gesù risolleva l’umanità che ha già espiato il suo peccato. Il colore marrone chiaro delle rocce è simbolo della terra, dell’umiltà e della povertà, intesa sia in senso positivo riferito a Gesù, che in senso negativo, riferito all’aridità e alla povertà spirituale dell’uomo. Gli inferi sono dipinti in nero, simbolo del regno dei morti, delle tenebre del peccato, della morte spirituale.
Il fondo oro è segno della luce divina dello Spirito, che ha ispirato e illumina dall’interno l’icona, rendendola, a sua volta, veicolo di grazia spirituale per chi la contempla in atteggiamento di umile preghiera. Nella parte bassa dell’icona, sotto i piedi di Gesù, sono raffigurate le porte degli inferi scardinate e abbattute a terra, per indicare che Cristo con la Sua Risurrezione ha sconfitto la prigionia del peccato e della morte. Nella zona nera dell’icona, simbolo degli inferi, sono sparse le chiavi, i chiodi, la serratura, le cerniere dei cardini delle porte infernali e le catene che tenevano legata l’umanità schiava del male.
 Tratto da Piccolo corso Bibblico
 Santa Pasqua

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