sabato 25 agosto 2018

Tratto da dell’Arte di trarre profitto dai nostri peccati II parte


Inizio seconda parte
                Tratto da  dell’Arte di trarre profitto dai nostri peccati  di Joseph Tissot                         

L’anima consapevole della sua miseria può avere grande fiducia in Dio, perché questa consapevolezza e confessione del nostro niente ci avvicina molto a Dio. Tutti i grandi Santi come Giobbe, Davide e altri cominciavano le nostre preghiere confessando la nostra miseria e la nostra indegnità, è un eccellente cosa riconoscersi povero, vile e miserabile indegno di comparire alla presenza di Dio, quanto più riconosciamo di essere miserabili, tanto più confideremo nella bontà e misericordia di Dio che si esercita sui miserabili.
I peccati e le infedeltà con cui cadiamo devono causarci vergogna e confusione, quando vogliamo avvicinarsi al nostro Signore. Le virtu’ dell’umiltà, della confusione, e del disprezzo di se’ sono mezzi per salire fino all’unione con Dio.
Non abbiamo motivo di dubitare che Dio ci guardi con amore , perché tratta con amore i piu’ grandi peccatori del mondo a condizione che abbia un minimo ma sincero  desiderio di convertirsi. Le nostre imperfezioni non devono piacerci ma nemmeno devono scoraggiarci ia ma dobbiamo trarre da esse umiltà, sfiducia nelle nostre forze, il Signore non ama i nostri peccati ma ci ama malgrado essi. Ripetiamo spesso “Pietà di me, o Dio, nel Tuo grande amore cancella tutti i miei peccati….”
Accettiamo di non essere nulla e poter glorificare il Signore riconoscendo la sua bontà e la Sua Misericordia.” Accostiamoci a Dio  con gioia perché il Signore ci ama e quando abbiamo avuto l’assoluzione dei vostri peccati Dio nella sua bontà li ha già dimenticati. L’importante  è volgere lo sguardo verso Nostro Signore  e per quanto inciampiamo un padre andrà sempre a soccorrere ed ad incoraggiare  la  figlia.
Se infatti facciamo memoria i migliori Santi sono i piu’ grandi peccatori come San Pietro, San  Matteo, San Davide e  Santa Maria Maddalena.
Le nostre cadute  procurano una maggiore conoscenza delle nostre debolezze e  maggiori diritti per la divina misericordia e di ricorrere al Lui con maggiore fiducia in Dio e minore fiducia in noi stessi rimanendo piu’ vigilanti.
Rimaniamo vigilanti e siamo umili per rimanere vivi, perseveriamo rimanendo assidui alla preghiera e nei sacramenti che saranno di grande  aiuto nel raggiungere la virtù. Prendiamo dunque il nostro cuore e mettetelo soavemente nel cuore di Gesù e affidandoci alle preghiere per la nostra guarigione, continuamente dobbiamo recitare pratiche di pietà, Dio permette la caduta dell’amor proprio affinché torniamo ad affidarci a lui.
Dio ci dà la forza e il coraggio quando non dobbiamo usarli, ma non si sbaglia mai quando arriva l’occasione. IL grande segreto per mantenersi in buona devozione è avere l’umiltà.
Siate umili e Dio sarà con voi, apprezzerà la vostra buona volontà  e si darà a voi senza riserve, dicendogli dal più profondo del cuore che , se finora non avete servito bene , abbia la bontà di perdonarvi  e di darvi forze  per prendere la decisione di staccarvi da tutti gli affetti del mondo e di non affezionarvi ad altro che all’amore di Dio e servirlo fedelmente di tutto cuore. La penitenza             comporta vari atti:
-          la contrizione
-           la confessione e
-          la soddisfazione
Il nostro dottore ci da’ profonde istruzioni su ciascuno di questi 3 punti e alla  luce  dei suoi insegnamenti scopriamo i tesori che i nostri peccati ci procurano, offrendoci la materia per questi atti delle nostre anime penitenti, intanto con l’accompagnamento di sforzi e con le benedizioni che attira, la confessione ci si presenta come un potente mezzo per trasformare le nostre cadute in fonti di merito.
Se siamo veramente umili ci dispiacerà infinitamente il nostro peccato.
Prima di confessarci immaginiamo di trovarci sul monte Calvario, ai piedi di Cristo crocifisso , il cui sangue sgorga da ogni parte per lavare le tue iniquità, sebbene non sia lo stesso sangue del Salvatore, è il merito di questo sangue a bagnare con abbondanza i pentimenti e le confessioni.
Nelle confessioni praticherai virtu’ come l’umiltà, l’obbedienza, la semplicità e la carità e nell’atto di confessarsi eserciterai più virtu’ che in qualsiasi altro.             
San Gregorio afferma che a volte ci vuole più coraggio per confessare un peccato di quanto ne sarebbe stato necessario evitarlo.  Sant’ Agostino afferma invece: Dio accusa i vostri peccati , se siete voi ad accusarli siete già  uniti a Lui.
La celebre peccatrice  pentita amò prima il Salvatore e questo amore si trasformò in pianto , e questo pianto in amore più  grande e perciò il Signore le disse che le venivano perdonati i suoi molti peccati.
La testimonianza dell’amore sono le opere e per produrle dobbiamo utilizzare il ricordo delle nostre cadute. Il fervore generato dall’amore non deve limitarsi al sentimento , deve regnare anche nella nostra volontà e fecondare la nostra condotta. La tristezza della vera penitenza si deve chiamare disgusto ,dolore, detestazione del peccato che rende lo spirito vigile ed attivo che solleva il cuore alla preghiera , alla speranza e alla devozione. E’ una tristezza attenta volta a  detestare, respingere e porre ostacoli al peccato  tanto a quello passato quanto a quello futuro.  Le nostre imperfezioni sono un grande motivo di umiltà e l’umiltà produce generosità. La vera penitenza ha la sua leva principale nel dovere della soddisfazione. Soddisfare secondo sant’ Anselmo è restituire a Dio l’onore che gli abbiamo tolto secondo Sant’Agostino invece è distruggere le occasioni di peccato e chiudere la porta al consenso e alle sue suggestioni. Se riflettiamo sulla malizia infinita e sul fatto che col peccato abbiamo offeso Gesù dobbiamo tornare a lui col proposito di evitare la prossima volta di ferirlo mettendo più attenzione e chiedendogli il perdono dei nostri peccati quindi la pazienza di sopportare le conseguenze umilianti dei nostri peccati. Cerchiamo la virtu’ e umiliamoci davanti a Dio, implorando la Sua Misericordia chiedendogli perdono. I peccatori pentiti sono infatti avvantaggiati da coloro che non hanno peccato e che la giustizia ristabilita prevalga sull’innocenza conservata. Infatti sta scritto i pubblicani e le prostitute vi passeranno avanti nel regno dei cieli. Il profumo aspro della penitenza somiglierà all’aroma puro di una vita immacolata conserverà sempre il  suo speciale profumo  e il suo abbagliante candore. Perdendo l’innocenza l’uomo perde una dignità che solo ad essa appartiene e che una volta perduta non si potrà recuperare in alcun modo. Tuttavia secondo la dottrina di San Tommaso seppur non riacquistando la perduta innocenza l’uomo si forma un maggior tesoro perché come dice san Gregorio chi riflette seriamente  sulle loro passate deviazioni compensano i danni con guadagni successivi e sono oggetto della felicità in cielo. Il nostro Salvatore infatti ha riservato questi favori ai peccatori che tornano a lui, copre  la loro penitenza con una maggiore effusione del suo prezioso sangue e trasforma le nostre miserie in grazie, le spine in rose. Ecco il trionfo dell’amore ed il segreto è la penitenza ossia le lacrime dell’anima, il dolore del cuore, la contrizione.
Maria Maddalena  da creatura macchiata e piena di sporcizia si convertì e divenne un vaso puro e pulito tanto da ricevere l’acqua aromatica della grazia con la quale poi imbalsamò Gesu’, colei che fu amata da peccatrice è stata purificata e rinnovata dalla Grazia attraverso la costrizione e l’amore della penitenza per cui oggi possiamo chiamarla Avvocata dei cristiani e figli della Chiesa che essendo stati peccatori e preferiscono fare penitenza che morire nel loro peccato, per chi come lei  si allontanò dal proprio peccato chiedendo perdono a Dio con vero pentimento e fermo proposito di non peccare piu’ stimolando i peccatori a seguire il suo esempio. Maddalena conquistò la purezza con molto sforzo e diligenza e la conservò con timore e sollecitudine pertanto possiamo fare anche a lei riferimento quando parliamo di avvocata dei giusti e delle vergini non esteriori ma interiori, la quale a volte e’ più pronto a perdonare chi ha sbagliato che chi non si è mai macchiato perché chi sbaglia ha maggiore umiltà.  Maria Maddalena viene affidata alla Madre Celeste  contro gli scogli del peccato, La madre di Dio,  rifugio dei peccatori, Porta celeste, stella  Polare o del Mattino. Pertanto non perdiamo mai la speranza nella nostra conversione ma affidiamoci sempre alla nostra Mamma e vediamoci in Maddalena  in Giovanni quando Gesù sulla croce lo affida alla Madre come madre dell’umanità con la certezza che Lei si prenderà l’ impegno a portarci al Figlio. E’ importante testimoniare  la fiducia nella madre celeste perché  Lei ha il compito di essere la nostra avvocata  che puo’ concederci tutto mediante Gesù Cristo perché madre di Dio. E cosi’ come a causa di Adamo ed Eva accadde la rovina mediante la Madonna e Gesu’ siamo stati sollevati. Maria è il ponte per cui la grazia si versa a noi per condurci a Dio, alla Sua bontà. Nessuno si salva se non per Lei avendo lo scettro della misericordia  mentre il Figlio continua ad essere Re di giustizia.  Molto spesso siamo esauditi nell’invocare il nome di Maria che quello del Figlio non perché la Madonna sia più potente, sottolinea Sant’Anselmo,  anche perché Lei riceve tutto il Suo potere dal Figlio, ma perché, essendo Gesù il Signore e giudice di tutti, distingue i meriti di ciascuno e persiste nella giustizia quando rinvia il nostro ascolto, mentre al nome di Maria, la sua giustizia, soddisfatta si placa, mentre i neriti i questa incomparabile creatura intercedono per ottenere tutto.
Nell’Antico Testamento della  Sacra Scrittura conosciamo un Dio che punisce: manda il diluvio, circonda di Fiamme… un Dio che dà sfogo alla sua collera completamente diverso dal  quel Dio che conosciamo invece nel Nuovo testamento che si presenta sotto  forma di agnello immolato.
Perché esiste questa differenza? Cosa e’ successo????
Dio si è incarnato nel seno di Maria e , come il sole quando percorre nello zodiaco i segni del cancro, Toro, scorpione, Bilancia, e leone  ci invia fuoco bruciante  che poi si addolcisce e trasforma in benefici raggi entrando nel segno della Vergine, come l’unicorno dimentica la sua selvaggia ferocia e si ammansisce quando poggia la testa tra le ginocchia di una bambina, cosi’ il sole di giustizia si trasforma in un benefico astro cambiando i raggi di collera in dolce calore dal momento in cui nasconde il suo splendore nelle viscere della Vergine di Nazareth.   La giustizia resta in cielo mentre la misericordia viene ad abitare sulla terra, si esaurirono la collera e l’indignazione quando la terra verginale di Maria diede il suo frutto. Il dolce latte della madre ha addolcito rendendo tenero e semplice Gesù mite ed umile pecorella. Nel cantico dei cantici svela pure il motivo per cui non parliamo di vino ma di latte. Il vino può inebriare un uomo, fargli perdere la memoria delle ingiurie ricevute e che egli facilmente perdona ma il latte della Madre Celeste ha avuto il potere di inebriare Dio con la Sua Misericordia gettando lontano da se il ricordo dei nostri peccati diventando generoso di perdono. Cosi da un Dio duro, quindi dalla pietra uscì il miele, il tronco di Iesse, Dio, ha germogliato il fiore: Gesù che produce questo soave succo, rimedio di tutti i mali. Nel passaggio del Mar Rosso, le onde seppellirono gli egiziani figura dei peccatori. Simeone nel vedere il Messia nelle braccia di sua madre proclama la salvezza di Israele e quando lo prende in braccio riconosce in lui la causa della rovina e della risurrezione di molti. Non possiamo separare la Madonna da Gesu’. Nel seno del Padre, figlio di Dio fatto uomo assumeva gli attributi della paternità divina, nel seno della Madre si riveste di sentimenti materni e Maria aumentò la clemenza del Dio che generò e che coronò il suo capo con un diadema di eterna Misericordia. Se le vergini stolte si fossero rivolte alla Sposa cioè alla Madonna  anziché lo sposo ossia Gesu’ non avrebbero auto la risposta io non vi conosco ma avrebbero ottenuto la grazia. Anche se abbiamo peccato, anche se  il nostro cuore sta sprofondando nell’angoscia, nella disperazione avendo invaso il cuore guardiamo Maria, preghiamola, pensiamo a Lei e riacquisteremo la pace, come Maria stessa lo rivela a Santa Brigida. I peccatori sono giustamente chiamati il gregge di Maria. La salute è importante ma quando un infermo ripone la sua fiducia nel ricevere le cure migliori nella Madre Celeste non sarà certo deluso, quindi non saremo mai soli la nostra Madre verrà in soccorso per liberarci.

Nessun commento: