venerdì 3 gennaio 2014

Il credente e la vittoria sul peccato


 Fratelli cari , via auguro e mi auguro un 2014 ricco di purificazione di cammino verso il Padre celeste e quale migliore occasione di parlare di cosa produce inconsapevolmente un cristiano peccando? e come possiamo vincere il peccato?
Pace e bene e buona lettura.
Lode e onore a Dio per i chiarimenti che attraverso Di Marco De Felice ci ha offerto attraverso il sito di aiuto Bibblico
Il messaggio del Vangelo è il messaggio di come l'uomo può essere riconciliato con Dio. Esso è fondato sulla realtà che l'uomo è separato da Dio, e che ha bisogno di essere riconciliato. Ciò che separa l'uomo da Dio è il suo peccato, perché Dio è SANTO, e odia il peccato.
Oggi, vogliamo considerare come dovremmo vedere il peccato.

La gravità del peccato

Per capire il peccato, dobbiamo iniziare considerandone la gravità. Sia per arrivare alla salvezza, sia per camminare come figli di Dio, è necessario comprendere la gravità del peccato.
Non è facile da comprendere. Innanzi tutto, il mondo intorno a noi, con la sua influenza, non capisce affatto la gravità del peccato. Certamente, in ogni società, certe azioni sono viste come mali. Ma, di solito, non è perché sono considerate un'offesa contro Dio, ma perché offendono quel senso di coscienza che è dentro ogni uomo. Il più delle volte, infatti, quelle azioni che sono considerate malvagie sono quelle che causano del male verso gli altri uomini. Agli uomini, importa poco che un certo comportamento offenda Dio e vada contro la Sua legge. Per questo, il mondo intorno a noi capisce molto poco il peccato.
Poi, bisogna considerare che il peccato fa parte della natura dell'uomo. Perciò, l'uomo per conto suo non comprende la gravità del peccato.
Per capire che cos'è il peccato, abbiamo bisogno della Parola di Dio, e dello Spirito Santo. Leggiamo qualche brano che ci aiuta a capire che cos'è il peccato. 1 Giovanni 3:14 ci dichiara: "Chiunque commette il peccato trasgredisce la legge: il peccato è la violazione della legge" (1 Giovanni 3:4 NRV).
"Ogni iniquità è peccato" (1 Giovanni 5:17 NRV).

Allora, il peccato è andare contro qualsiasi legge di Dio. È la legge di Dio che determina che cosa è peccato. Il metro del mondo non importa.
Commettere qualsiasi atto vietato dalla legge è peccato, quanto lo è omettere di fare qualsiasi cosa che la legge richiede. Cioè, non fare qualcosa che si sa essere giusto è peccato.

Giacomo 4:17 "Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato".

Se poi non siamo sicuri se una cosa è legittima o no, e abbiamo dei dubbi, e andiamo avanti a fare quella cosa, commettiamo peccato, non tanto perché farla è peccato, ma perché l'abbiamo fatta, nonostante i nostri dubbi. Leggiamo di questo in Romani 14:23: "Ma chi ha dei dubbi riguardo a ciò che mangia è condannato, perché la sua condotta non è dettata dalla fede; e tutto quello che non viene da fede è peccato".

Tutto quello che non viene dalla fede è peccato; in altre parole, se avete l'idea che qualcosa sia peccato, ma non siete sicuri, non andate avanti a farlo, finché non siete sicuri. Ciò che non viene dalla fede, è peccato.
Quindi, il peccato è qualsiasi cosa che va contro la legge di Dio. Se Dio dichiara che un certo comportamento è peccato, il fatto che la società l'approvi non cambia il fatto che è peccato. Allo stesso modo, se la nostra coscienza non ci fa pesare un peccato commesso, ciò non cambia il fatto che quel comportamento è peccato. L'unico metro che determina che cosa è peccato è la Parola di Dio.
Perché l'uomo pecca? Tanti vorrebbero spiegare il peccato come una conseguenza delle difficoltà o della situazione in cui l'uomo vive. Invece, nella Bibbia, Dio afferma chiaramente che l'uomo pecca perché l'uomo è un peccatore. La natura dell'uomo mira a peccare. Quindi, non dobbiamo mai scusarci, perché non sono le nostre circostanze che ci fanno peccare. Il peccato è sempre una nostra scelta, che nasce dal peccato nel nostro cuore. Non siamo mai costretti a peccare. Pecchiamo perché fa parte della nostra natura.

La condanna del peccato

Allora, abbiamo visto che cos'è il peccato, e abbiamo visto perché l'uomo pecca. Ora consideriamo qual è la condanna del peccato. Che retribuzione ci sarà per chi pecca?
Agli occhi del mondo, non ci sono gravi conseguenze per il peccato. Il mondo vede il peccato come qualcosa di poco grave, qualcosa che succede, senza conseguenze importanti, o comunque senza conseguenze eterne. Però, non è così. Il peccato è una grave offesa a Dio, che sarà punita per l'eternità. Dio ha stabilito una condanna terribile per chi pecca. Già in Genesi Dio annuncia questa condanna all'uomo. In Genesi 2, troviamo che Dio aveva provveduto una situazione stupenda per l'uomo:
"Dio il SIGNORE piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male." (Genesi 2:8-9 NRV)

Dio aveva provveduto tutto ad Adamo, non solo il necessario, ma tante cose belle da vedere e da mangiare. Poi, Dio diede ad Adamo un solo comandamento:
"Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 16 Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: "Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai"." (Genesi 2:15-17 NRV)

Dio diede ad Adamo un comandamento, e gli spiegò che se non avesse ubbidito a quel comandamento sarebbe andato incontro alla morte. Dio dichiarò: nel giorno che tu ne mangerai (ovvero, nel giorno che tu disubbidirai al mio comandamento) certamente morirai. Certamente! Sarà una cosa certa. Infatti, il giorno stesso che Adamo ed Eva disubbidirono al comandamento di Dio, morirono spiritualmente, e la morte fisica entrò nel mondo.
Il giudizio per il peccato è la morte, che è la separazione da Dio.
Questa verità viene ripetuta altrove nella Bibbia, anche nel NT. Per esempio, leggiamo in Romani 6:23: "perché il salario del peccato è la morte..." (Romani 6:23 NRV)
Dobbiamo capire che il peccato, qualsiasi peccato, porta alla morte, la morte eterna, la separazione eterna da Dio, in un luogo di tormento eterno. Dio ci spiega nella Bibbia che il tormento sarà un tormento continuo, giorno e notte, nei secoli dei secoli.
In Marco 8, Gesù spiega che qualsiasi guadagno sulla terra è inutile, se poi una persona è destinata alla morte eterna, chiamata in quel caso: perdere la propria anima.

"E che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?" (Marco 8:36 NRV)

La condanna per il peccato è la morte eterna, la separazione eterna da Dio. Questa condanna è più terribile di qualsiasi altra cosa. È molto importante meditare su questo fatto, per capire meglio quanto il peccato sia una cosa terribile per il Signore. Quanto dev'essere abominevole il peccato per Dio se la punizione per anche un solo peccato è il tormento eterno. O che Dio ci aiuti a capire meglio queste cose.
Il peccato è dunque veramente terribile, e separa l'uomo da Dio. La condanna che ne consegue è la morte, la separazione eterna da Dio. Essendo colpevole, l'uomo non può pagare la propria condanna. È impossibile per l'uomo salvarsi da sé.

La salvezza dal peccato

Sappiamo che Dio offre la salvezza all'uomo. Essendo giusto, Dio deve applicare la condanna del peccato. Perciò, per poter salvare l'uomo e allo stesso tempo mantenere la sua giustizia, Dio Padre mandò suo figlio Gesù Cristo a morire sulla croce, come sacrificio di sostituzione. Il sacrificio di Cristo soddisfò l'ira di Dio contro il peccato. Quando una persona si rende conto veramente della sua colpa davanti a Dio, e desidera la salvezza più di qualsiasi altra cosa, e sa di non poter mai meritare la salvezza, e pone tutta la sua fede nell'opera di Cristo sulla croce, allora, Dio applica il beneficio della morte di Cristo a quella persona, e così la persona passa dalla morte alla vita, e la sua condanna viene pagata. Diventa un figlio di Dio. Questa è la salvezza.

Il peccato e il credente

Abbiamo considerato brevemente quanto il peccato è abominevole agli occhi di Dio, e che la condanna del peccato è la morte spirituale, la separazione eterna da Dio.
Ora consideriamo il rapporto fra chi è già credente e il peccato. Cosa c'entra il peccato con noi, che ci chiamiamo figli di Dio?
Vorrei menzionare qualcosa che ci aiuterà a capire meglio la Bibbia. Molto spesso, la Bibbia parla di una persona nei termini che quella persona usa per se stessa. Perciò, ad esempio, se una persona si dichiara credente, la Bibbia la chiama credente. Ciò non vuol dire che lo è. Però, la Bibbia si rivolge alle persone in base a ciò che loro dichiarano di sé.
Allora, che cosa dichiara la Bibbia per quanto riguarda il peccato nella vita di coloro che si dichiarano figli di Dio?
Quanto grave è il peccato nella vita di un credente, o almeno, nella vita di chi dice di essere un credente?
Chiaramente, anche in questo caso, dobbiamo rivolgerci alla Bibbia per capire l'insegnamento di Dio al riguardo. Perciò, consideriamo brevemente Matteo 7:13-23.

"Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano. "Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro son lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti. "Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"" (Matteo 7:13-23 NRV)

Notiamo alcune delle verità principali in questo brano. Prima di tutto, notiamo che stretta è la porta e angusta è la via che porta alla vita eterna. Essere un figlio di Dio è un dono di Dio. Però, richiede una vita di combattimento contro la carne. Chi combatte, combatte nella forza di Dio. Però, deve combattere. Chi non combatte, dimostra di non appartenere a Dio. La PORTA è stretta, cioè, si diventa figlio di Dio passando per la porta stretta della fede in Gesù Cristo. Non ci sono altre porte.
Inoltre, la VIA è angusta, cioè, la vita di un figlio di Dio è una vita in cui bisogna lottare contro il peccato, contro la carne.
Gesù parla di falsi credenti in questo brano. Specificamente, falsi profeti, che non solo si dichiarano credenti, ma si presentano come insegnanti. Gesù dichiara che si riconosce un albero dal frutto che esso porta. Poi, Gesù dichiara che nel giorno di giudizio, ci saranno MOLTI che avranno dichiarato di essere credenti, ma che in realtà non lo erano. Leggiamo ancora il v.21. "Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli".

La salvezza è per fede, non per opere. Però, il FRUTTO della vera salvezza è una vita di ubbidienza, significa FARE la volontà di Dio, e quindi, allontanarsi del peccato. Chi si dichiara credente, ma continua a fare la propria volontà, anziché la volontà di Dio, non ha il frutto della vera salvezza nella sua vita.
Gesù ripete questo insegnamento tante volte nei Vangeli. Per esempio, leggiamo Giovanni 14:21:
"Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui" (Giovanni 14:21 NRV).

Qui, Gesù descrive chi sono quelli che Lo amano veramente. In vari casi, come questo, la Bibbia descrive la persona salvata come chi ama Dio. Quindi, Gesù sta descrivendo la vita di chi è veramente salvato. Notiamo quello che dichiara: "Chi HA i miei comandamenti e li OSSERVA, quello mi ama".
Un frutto che sarà presente in ogni vero credente sarà che la persona conoscerà e osserverà i comandamenti di Dio. Chi dice di amare Dio, ovvero, chi dice di essere salvato, però NON cammina in ubbidienza ai comandamenti di Dio, ovvero, continua a camminare nel peccato, inganna se stesso.
Notiamo alcuni altri versetti che dichiarano la stessa verità: "perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati." (Romani 2:13 NRV)

La vera fede porta all'ubbidienza. Se una persona si fida veramente del proprio medico, prenderà la medicina che il medico le dà. È facile dire di avere fede in Dio, ma è l'ubbidienza che dimostra la realtà della fede.
In Tito, leggiamo di alcuni che professano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, perché continuano a peccare. Continuano a ribellarsi contro Dio. Leggiamo Tito 1:16: "Professano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, essendo abominevoli e ribelli, incapaci di qualsiasi opera buona." (Tito 1:16 NRV)
Se uno dice di conoscere Dio, ovvero, di essere salvato, ma non cammina in ubbidienza a Dio, il suo comportamento dimostra che in realtà, non conosce Dio, non è salvato.
Il libro di Giacomo è molto importante per capire bene questo insegnamento. Sarebbe utile leggere tutto il capitolo 1 e 2. Per ora, vi leggo soltanto alcuni versetti.
Prima, leggiamo Giacomo 1:22: "Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi." (Giacomo 1:22 NRV)

Chi ascolta la Parola di Dio, tramite la lettura o l'insegnamento, ma non la mette in pratica, ovvero, non si sottomette a Dio, lasciando un peccato nella sua vita, si illude, cioè, si autoinganna, immaginando di essere a posto con Dio, quando in realtà, è un ribelle. Non è il fatto di ascoltare la Bibbia che ci salva, è una questione di avere veramente fede in Dio, una fede vivente che produce ubbidienza. Siamo salvati per FEDE, e l'ubbidienza è un frutto necessario della vera fede.
Infatti, quando c'è una fede che NON produce opere, cioè, le opere di ubbidienza, quella fede è una fede MORTA, è una fede senza valore, che non può salvare. Giacomo dichiara questo in Giacomo 2:15,17,26:
"A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo?" (Giacomo 2:14 NRV)
"Così è della fede; se non ha opere, è per sé stessa morta." (Giacomo 2:17 NRV)
"Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta." (Giacomo 2:26 NRV)

Le opere descritte qui sono opere di ubbidienza a Dio. Quindi, se una persona rifiuta di abbandonare un peccato, non ha il chiaro frutto di essere veramente salvato. Una fede che non porta all'ubbidienza a Dio è una fede morta, che non può salvare.
Anche la lettera di 1 Giovanni parla di questo in termini molto chiari. Ci sono tanti versetti che ne parlano, leggiamone solo alcuni.
"Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l'ha visto, né conosciuto. Figlioli, nessuno vi seduca. Chi pratica la giustizia è giusto, com'egli è giusto. Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio. Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo." (1 Giovanni 3:6-8 NRV)

Chi persiste nel peccato non ha mai veramente conosciuto Dio, cioè, non è salvato. La vera salvezza e il continuare nel peccato si escludono a vicenda.
Quindi, è estremamente importante capire che non è possibile per un vero credente persistere nel commettere un peccato. Se uno si dichiara credente, ma continua a persistere in un peccato è bugiardo. Giovanni spiega questo chiaramente nel capitolo 2.
"Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: "Io l'ho conosciuto", e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo. Da questo conosciamo che siamo in lui" (1 Giovanni 2:3-5 NRV).

O cari, se uno non osserva i comandamenti di Dio, è inutile dire di conoscere Dio, ovvero, di essere salvato. L'UNICA via per un vero credente è l'ubbidienza a Dio, perché la salvezza viene per la FEDE, e la vera fede produce UBBIDIENZA. Quando non c'è ubbidienza, non c'è la fede, e quando non c'è la fede, non c'è la salvezza.

Ubbidienza in quali campi

A questo punto dovremmo fermarci per considerare attentamente come applicare questo insegnamento alla nostra vita. Delle volte, è facile accettare un insegnamento al livello teorico, ma non arrivare a riconoscere la sua validità in senso pratico nella nostra vita.
Parlando di questo insegnamento, potrebbe essere facile essere d'accordo che un vero credente non deve più disubbidire ai comandamenti di Dio. Però, in pratica, potremmo avere un concetto dei comandamenti che riguarda solamente quelle cose che noi già non facciamo. Potremmo, come tanti non credenti, pensare maggiormente a quei peccati che non sono una tentazione per noi. Facendo così, potremmo sentirci a posto.
Però, agli occhi di Dio, ogni peccato, qualsiasi peccato è un abominazione. Perciò, il fatto di osservare i comandamenti di Dio riguarda ogni aspetto della nostra vita. Per esempio, Dio comanda ai mariti di amare le loro mogli come Cristo ama la chiesa, e quindi, di sacrificarsi per loro. Dio comanda alle mogli di essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa, come a Cristo. Quindi, se un marito non si impegna ad amare veramente sua moglie, senza inasprirsi contro di lei, non osserva la parola di Dio, e mette in grave dubbio il fatto di essere veramente salvato. Se una moglie rifiuta di essere sottomessa al suo marito in qualcosa, non in tutto, ma in qualsiasi campo, allora lei non osserva la parola di Dio, e mette in grave dubbio il fatto di essere salvata.
Se un figlio rifiuta di ubbidire ai suoi genitori, o rifiuta di agire con onore nei loro riguardi, non osserva i comandamenti di Dio.
Se qualcuno agisce con orgoglio, e con egoismo, e non si ravvede, non osserva i comandamenti di Dio.
Se non abbondiamo nel ringraziamento, non osserviamo i comandamenti di Dio.
Se non diamo a Dio le .primizie dei nostri beni, non osserviamo i comandamenti di Dio.
Se non cerchiamo per primo il regno di Dio, ovvero, se abbiamo qualcosa che, al livello pratico, ci importa più del regno di Dio, non stiamo osservando i comandamenti di Dio.
Se una ragazza non è modesta nel suo modo di vestirsi, o se un uomo guarda un'altra donna con desiderio oltre a sua moglie, non sta osservando i comandamenti di Dio.
Potrei andare avanti, ma penso che il punto sia chiaro: l'insegnamento di osservare i comandamenti di Dio non riguarda solamente comandamenti contro i cosiddetti grandi peccati. TUTTI i comandamenti di Dio sono importanti. Ogni peccato, di qualsiasi tipo, è un'abominizione per Dio.
Quindi, è essenziale avere una vita i cui ci arrendiamo a Dio in OGNI CAMPO! Chi si impegna molto nell'opera di Dio, però, ignora un peccato, e quindi, non abbandona quel peccato, sia esso un peccato di atteggiamento, o di pensiero, di parola o di azione, quella persona potrebbe pensare di camminare bene, ma in realtà, il fatto che non si arrende a Dio in quella cosa mette in dubbio che sia veramente salvato.
O che Dio possa farci capire sempre di più quanto ogni peccato è una grave offesa a Dio. Può capitare che un vero credente cada nel peccato, ma non ci resterà, e non continuerà a peccare. Chi continua nel peccato dimostra di non appartenere a Dio.

Cosa fare quando pecchiamo

È importantissimo capire quanto il peccato è grave, e che chi continua a peccare volontariamente dimostra di non appartenere a Dio.
Però, lo scopo di questo insegnamento non è di farci dubbitare la nostra salvezza. È molto importante capire quanto il peccato sia grave. Però, dubitare della propria salvezza non risolve nulla. Invece, capire questo dovrebbe spingerci ad odiare e ad abbandonare ogni nostro peccato. Un vero credente non cammina nel peccato.
Però, dobbiamo capire che un vero credente può CADERE nel peccato. C'è una grande differenza fra cadere nel peccato e camminare nel peccato. Leggiamo ciò che ci insegna Dio su questo in 1 Giovanni 1:

"Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce, abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo." (1 Giovanni 1:6-2:2 NRV)

Gesù è venuto a liberare dalla potenza del peccato. Quando una persona continua a peccare, non è da biasimare la potenza di Dio, ma piuttosto la disubbidienza della persona verso la Sua volontà.
Questo messaggio non è per i non credenti - senza Gesù Cristo, essi non potranno mai conoscere la libertà dal peccato e dalla colpa, e hanno bisogno di andare a Lui e nascere di nuovo. Se sei un credente professante, e continui ad abbandonarti al peccato, come prima cosa esamina te stesso per vedere se sei in Cristo. Se riconosci di non essere nella fede, accetta il messaggio del vangelo oggi.
Desidero condividere con voi dei princìpi molto pratici (e biblici) riguardanti la vittoria sul peccato.


Punto 1: Quando pecchi, lo fai perché sei tu a volerlo.

Si sente spesso dire, "il diavolo me l'ha fatto fare", ma ciò è falso. L'unica cosa che Satana può fare è tentarti per sollecitare la concupiscenza che è già presente nel tuo cuore. Molte persone oggi giustificano i loro atti affermando di "seguire il cuore". Geremia 17:9 dice:
Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?
Gesù stesso parla del cuore in Matteo 15:19:
Dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni.
Devi chiedere a Gesù di scrutare il tuo cuore e di purificarti da ogni iniquità. Anche allora, devi ricordare che sei chiamato a camminare per lo Spirito (leggi Galati 5:16-25), e che la carne avendo desideri contrari allo Spirito cercherà sempre di averla vinta (Galati 5:17, Giacomo 4:5).
È vero che ho le stesse mani che avevo quando ero un peccatore, ma gloria a Dio, oggi non le adopero più per compiere le stesse opere. Lo Spirito Santo mi convince di peccato e di ingiustizia e mi consente di camminare secondo la volontà di Dio; non obbedisco più alla carne e alle sue concupiscenze.

Qualcuno potrà dire, "ma io odio il mio peccato, non lo faccio perché mi piace". Allora consideriamo un esempio. Non ti fa piacere bruciarti le mani, vero? Dunque non metteresti mai le tue mani in una fiamma. Se odi davvero fare una cosa, non la fai. Lo stesso vale per il peccato, qualunque esso sia - concupiscenza, ingordigia, ecc. Puoi sentirti colpevole senza però odiare il tuo peccato. Questo perché c'è del piacere nel peccato - la Bibbia lo afferma, e dice che è un piacere che dura solo per un periodo, un periodo veramente breve. Hai bisogno, dunque, di umiliarti davanti a Dio, confessandoGli il tuo peccato e cercando sinceramente il Suo aiuto per abbandonarlo.


Punto 2: Ogni volta che pecchi, tu prendi una decisione.

Quali sono le scelte che hai davanti?
  • "Lo faccio."
  • "Non lo faccio."
La decisione spetta proprio a te! Nessuna persona e nessun diavolo ti FA peccare. Nessuno ti costringe. È la tua concupiscenza che ti spinge a commettere il peccato. La concupiscenza non è soltanto la passione carnale - è qualunque piacere deviato, propensione al male o desiderio carnale disordinato o contro natura. È soprattutto un intenso desiderio per la gratificazione degli appetiti carnali.
Il solo momento in cui hai la possibilità di scegliere è il momento in cui la tentazione si affaccia al tuo cuore. Purtroppo spesso le persone anziché abbandonare subito certi pensieri, tendono a indulgere in essi; presumono di essere in grado di non cadere, e non si accorgono di essere già schiavizzati per l'atto stesso di bramare.
I versi di Giacomo 1:13-15 spiegano molto bene il modo in cui la tentazione porta al peccato vero e proprio. È l'essere umano che porta stoltamente se stesso verso il peccato. Tentazione non significa soccombere ad essa. Gesù stesso è stato tentato, senza mai peccare, e può venire in aiuto di quanti sono tentati (Ebrei 4:15).
I seguenti punti sono molto importanti, e si trovano nel primo capitolo di Giacomo:
  • Dio non ti tenta a peccare!
    "Nessuno, quand'è tentato, dica: "Sono tentato da Dio"; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno" (Giacomo 1:13)

  • Tu sei tentato dalla tua concupiscenza.
    "Ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce" (Giacomo 1:15)

  • Una volta attratta, la tua carne brama l'oggetto della tua concupiscenza e alla fine si dà alla tentazione. È qui che avviene il peccato. Ogni volta che obbedisci alla tentazione, è come se ti avvelenassi spiritualmente. I nostri cuori si induriscono quando pecchiamo, e allora scompare il desiderio di parlare al Signore o di leggere la Bibbia.
    "Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte" (Giacomo 1:13).
Allora, quando arriva la tentazione, devi prendere una decisione. Non sei inerme. Gesù morì per liberarti dalla maledizione del peccato! C'è vittoria in Lui! Non continuare a peccare e poi a chiedere a Dio di liberarti. ChiediGli perdono e aiuto nel nome di Gesù. Quando ti trovi di fronte alla tentazione rispondi con decisione "no!", e vai al Signore!


Punto 3: Chiedi la benedizione di Dio in tutto ciò che fai.

Questo punto è estremamente importante. Abituati a chiedere a Dio la sua benedizione in tutto ciò che fai nella tua vita. Quando ti senti tentato a peccare, dici: "Signore, sii TU esaltato!" e comportati di conseguenza. Molto spesso la tua carne ti spingerà a tacere perché ciò che vorresti fare è sbagliato, ma se sei un Cristiano e se chiedi la benedizione di Dio sulle tue azioni, non vedo come puoi andare avanti e peccare.


Punto 4: Se ami le stesse cose che ama il mondo, porterai lo stesso frutto del mondo.

Se ad esempio adori la televisione e il cinema, o se ti concedi qualche libro o film spinto o volgare, o se fai un uso sbagliato della tua immaginazione, stai riempiendoti il cuore di spazzatura. Questa può essere una delle cause per cui non riesci ad avere quel frutto dello Spirito che è l'autocontrollo.
Se sei una moglie, lo stesso vale per lo "spirito indipendente" del femminismo che il mondo diffonde. Il termine biblico per quel tipo di spirito è RIBELLIONE, che per il Signore è come il peccato della stregoneria (1 Sam. 15:23). Lo Spirito che Dio richiede a noi è umile e mite.

Credente, non sai che l'amicizia con il mondo è inimicizia verso Dio? Se sei carnale, se segui il suo andazzo, sei amico del mondo. Quando pensiamo alle cose del mondo i nostri cuori si allontanano da Cristo. Infatti è scritto che la mente carnale non è soggetta alla legge di Dio, e neppure può esserlo. La lotta qui non è quella per un peccato in particolare. La lotta tra carne e spirito è quella per il controllo del tuo cuore.
La Scrittura ne elenca diversi tipi: cuori puri (2 Pietro 3:1), cuori corrotti (1 Tim. 6:5 e 2 Tim 3:8, 2 Cor. 11:3), cuori stanchi (Ebr. 12:3), cuori guardati da Dio (Fil. 4:7), cuori accecati dal maligno (2 Cor. 4:4), e cuori che sono stati resi malvagi da uomini empi (Atti 14:2).

Come puoi cambiare il tuo cuore?
"Demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo" (2 Corinzi 10:5)
Molti giovani chiedono, "ma come posso sapere qual è la volontà del Signore?". C'è un solo modo - la Bibbia. Leggila ogni giorno e con diligenza. Essa può insegnarti, guidarti, ammonirti, consolarti, e renderti santo. Ascolta gli ammonimenti che Spirito Santo ti dà quando punta il dito su qualche area della tua vita che non è conforme alla volontà di Dio. Se Egli ti guida, non ignorarlo, poiché lo fa per amore tuo.


Punto 5: Lìberati di tutto ciò che ti porta alla tentazione.

Gesù disse, se il tuo occhio ti è causa di peccato, cavalo e gettalo via! In altre parole, togli dalla tua vita ogni cosa che ti è causa di peccato. Qualche esempio:
  1. Se sei attratto dalla pornografia su internet, liberati di internet e del computer se necessario, se non riesci a farne a meno.
  2. Se non puoi smettere di guardare a lungo la televisione, toglila di mezzo. Certo non ne morirai, e anzi in brevissimo tempo ti renderai conto della quantità di spazzatura che assorbivi tramite essa ogni giorno. C'è un intero mondo fuori dalla televisione. Ricorda che questi sono giorni bui; la mèsse è grande, e servono operai fedeli.
  3. Se hai dei debiti, non andare a fare spese. Onora ogni cambiale che hai fatto, invece di spendere ancora.
  4. Se nonostante il fatto che ti dichiari credente, "ami" l'heavy metal e altri generi di rock (anche cristiano), getta via i cd, le t-shirt, e i posters. E se ti vesti di conseguenza (abiti trasandati, capelli lunghi per i maschi, abiti o trucco nero, ecc.) mettiti in ordine e comportati in modo degno di Cristo.
  5. Se ti vesti in modo scollacciato (per le donne), o se guardi con desiderio donne provocanti (per gli uomini), smettila e obbedisci alla volontà del Signore.
  6. Se non riesci a smettere di mangiare tutto quello che hai davanti agli occhi, dici "no" all'ingordigia e allontanati; quando fai compere, non comprare ghiottonerie per rimpinzarti poi.
  7. Se il problema risiede in qualche lettura - libri, fumetti, ecc. - buttali via come fecero quelli che esercitavano la magia in Atti 19.
Temperanza, disciplina, e mortificazione delle opere della carne: queste cose non solo sono possibili, ma possono essere fatte con gioia quando lasciamo che i nostri cuori siano rinnovati in santità dal Signore.


Punto 6: Se la tentazione ti coglie all'improvviso, hai ancora delle scelte.

Evitare quelle cose, persone e abitudini che ci portano alla tentazione significa essere già a buon punto. Ma quando la tentazione arriva all'improvviso, non dobbiamo starcene lì seduti in attesa di cadere in trappola. Come Giuseppe fuggì davanti alla tentazione, puoi lasciare la stanza e parlare con altre persone, ad esempio con dei fratelli. Inoltre puoi:
  • Chiedere al Signore Gesù di esaltare il Suo nome in quella situazione.
  • Pregare.
  • Ricordare un verso della Bibbia ad alta voce.
  • Ascoltare o elevare cantici e inni di lode.


Punto 7: Condividi il vangelo e servi il Signore.

La vita cristiana non consiste nel riscaldare le panche di chiesa la domenica, ma nel servire il Signore. Molti cristiani professanti NON servono il Signore, e così hanno parecchio tempo libero che, nell'ozio, riempiono con le cose del mondo. Questo è inaccettabile per il Signore. Non è possibile amare entrambi: o serviamo il Signore oppure il mondo.


Punto 8: Abbiamo la vittoria in Gesù Cristo.

Non dimenticare mai che al nostro Signore Gesù Cristo è possibile ogni cosa. Se Egli potè resuscitare i morti, far udire i sordi, guarire i ciechi e i lebbrosi, Egli può prendersi cura di tutti i nostri bisogni.

Letture consigliate: 1 Corinzi 15:57, 1 Giovanni 5:4.


Punto 9: Dobbiamo disciplinare noi stessi.

Gesù disse che se vogliamo essere Suoi discepoli dobbiamo rinunciare a noi stessi:
"Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Matteo 16:24).
Per lo Spirito Santo, l'apostolo Paolo disse che dobbiamo avere disciplina verso il nostro corpo, sottomettendolo alla volontà di Dio. Non si tratta di una forma di ascetismo, ma di obbedienza.Quando lo Spirito Santo ti esorta in qualcosa, ascolti Lui o Satana? Se la risposta è Satana, allora non meravigliarti delle conseguenze nella tua vita.


Punto 10: Memorizza le Scritture.

Un buon inizio può essere il Salmo 1, o degli altri versi che ti incoraggino e ti esortino a camminare in santità.


Conclusione

Lo scopo della nostra vita è adorare ed esaltare il nome di Cristo Gesù e vivere in amore e obbedienza a Dio nostro Padre.
Lo scopo non ha a che fare con noi. Ha a che fare con Gesù. Capire questo è un primo passo per avere pace, scopo, sapienza e intendimento. Allora vedrai la tua vita realmente nascosta in Cristo. Non solo nelle parole, ma nei fatti.

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