Cosa è la Gelosia
La Gelosia è sia un fenomeno incontrollabile relegato alla sfera inconscia
dell'individuo sia a comportamenti e abitudini reiterati non corrette durante il
proprio cammino di crescita. Dal punto di vista dell'antropologia culturale e
della sociologia potremmo dire che esso appartiene al bisogno sociologico di
formare stabilità in un nucleo relazionale sia esso di amore che di amicizia
oppure legato a questioni esistenziali probanti (lavoro, territorio, proprietà,
ecc.). Pertanto il bisogno di difendere tale stabilità fa scaturire un
"sentimento", una pulsione che garantisce la difesa di tale
stabilità. Il problema incomincia a sorgere qualora l'uomo si rende conto che
ogni pulsione, di per sé quasi sempre neutra, ha bisogno di essere
"amministrata" nell'ottica di un valore, cioè di "un bene
per".L'amministrazione di questa pulsione non sempre riesce in maniera
costruttiva ma spesso opera una dinamica distruttiva sia per coloro che la
vivono sia per coloro che ne sono "oggetto". Dietro i bisogni
fondamentali di "Identità e di Affettività" la Gelosia si manifesta
in un io ferito ed immaturo che vive nell'esasperazione veemente il sentimento
di "angoscia abbandonica" scaturente dai primi anni dell'infanzia e
alla struttura educativa genitoriale.
Se il soggetto ha già
una struttura orientata a questa "ferita abbandonica" non è però
detto che ne sia così determinato se sperimenta, nel clima familiare, una
presenza gratuita e formativa dai propri genitori.
La Gelosia nella Bibbia è vista come l'Appartenenza è un sentimento-azione che libera. La
dove la Gelosia incatena l'Appartenenza rende responsabili. La dove la Gelosia non è mai sazia e tende a
fagocitare l'ambiente, l'Appartenenza rispetta l'etimologia della parola
Gelosia (zelous) avendo una cura appassionata e rispettosa per il reale. La
dove la Gelosia è incatenata e crea dipendenza, l'Appartenenza crea
desatellizzazione, autonomia e comunione nelle relazioni. La dove la Gelosia
bestemmia e degrada se stessi, le nostre relazioni e la persona amata,
l'Appartenenza valorizza il sé e le sue relazioni.
E' mio personale parere che ognuno deve fare i conti con la
propria immaturità affettiva ma, nei diversi gradi, ogni geloso può, con
l'aiuto della grazia e la collaborazione attiva a questa, crescere, ordinar-si
e maturare un senso di appartenenza. Tale cambiamento, che è una vera e propria
conversione, non avviene magicamente... nulla nel cristianesimo è magico e
comporta accoglienza e lotta nella Grazia... ma è possibile!
Una persona gelosa può guarire e trasformarsi da geloso in
responsabile verso se e il proprio mondo relazionale. In fin dei conti il
geloso ha il "sé" come punto di partenza e di orizzonte. Il senso di appartenenza ha il "noi" come
punto fondante il "sé" e come orizzonte di comunione.
Dio è "comunione", cioè unità amorosa nella
distinzione delle tre persone. Questa comunione di Dio non è chiusa in se
stessa ma, efficace nella grazia, permette all'uomo di guarire dai suoi
solipsismi narcisistici e comprendere che il suo "sé", il suo
"io" è frutto dell'Amore e della comunione e che il noi nella
distinzione del "sé" ma nella comunione radicale con un altro
"sé", appunto un "tu", è il suo orizzonte di maturazione.
I fondamenti della
Gelosia
La Gelosia trova le sue fondamenta in una
persona che non si piace e non si stima e spessissimo in una persona non
desatellizzata . Si mendica con la violenza ciò che non si ottiene
naturalmente.In qualche maniera si estende quella fonte dei bisogni primari
tipici nel neonato di cura, affetto e di centralità della propria esistenza. Però
mentre nel neonato questi passaggi sono necessari per una strutturazione
dell'io, nel geloso si sono come cristallizzati e sono virulenti quando meno ce
li si aspetta. Il Geloso è insicuro e diffonde insicurezza, spesso unisce a
tale sentimento anche una condizione ansiogena. Anche una persona che sembra
apparentemente equilibrata, in determinate situazioni che colpiscono la
delicata sfera delle profondità affettive, può manifestarsi come un
"geloso". Queste situazioni di "prova" sono importanti,
talvolta necessarie, per rivelare, scoprire, la persona nella sua struttura
base:qui comincia, se lo si vuole, il cammino di guarigione; qui può operare la
Grazia di Dio e la presenza accogliente e ferma allo stesso tempo della Chiesa.
Anche gli apostoli nella loro relazione con Gesù manifestano questi sentimenti
feriti e Gesù con accoglienza e con
fermezza pian piano li orienta a superare se stessi. In fin dei conti il
Geloso, spesso, non vuole crescere, vuole solo manifestare il suo bisogno di
possesso confondendolo con l'amore. Questa visione tipica dell'amore cortese, confonde
la Gelosia con l'Amore.. in tale visione non si vuole il bene dell'altro ma
fagocitarlo, possederlo, per garantire a se stessi il proprio valore.
Spesso i soggetti gelosi si incontrano e confondono un sentimento autentico di
donazione reciproca con un sentimento velato e latente di gelosia
auto-illudendosi che questo sia amore. A volte vivono tutta una vita così non
maturando mai (strutturando quella che si dice una coppia a
vita-relazionale-chiusa).. e poiché hanno incontrato un soggetto che
vive la stessa patologia rimangono ancor più fermamente cristallizzati in
questa povertà ed in questa illusione. Per tali motivi, pur manifestandosi in
maniera diversa, la Gelosia non è propria solo di un sesso ma è presente in
ugual misura in entrambi i sessi.la Gelosia colpisce tutti : impiegati e dirigenti, tesserati e leader politici, laici e clero. Il geloso spesso non è disponibile al servizio ma, se lo è (anche se non appare) usa gli altri e le situazioni; usa anche Dio. D'altronde non è capace di gesti di gratuità perché tutto gira, in fondo, sul suo tornaconto affettivo e sulla stabilità della sua nevrosi. Per questo facilmente tiene il "muso" e si nutre dell'altrui senso di colpa. In genere è un lamentoso per professione. Non ama invece promuovere la responsabilità sulla colpa proprio perché è incapace di maturare responsabilità verso se medesimo. Spesso matura un sentimento distruttivo parallelo di invidia.Il non piacer-si non lo fa riuscire sull'essere se stesso e pertanto legge la riuscita degli altri non come un dono partecipativo ma come una sconfitta di sé. In questa dinamica il geloso è "intriso" del cancro della superbia. La gelosia, in fin dei conti camminando sulla linea dell'invidia, bestemmiando la persona, non fa altro che compiere quell'opera satanica di divisione che il maligno, invidioso fin dal principio, geloso di Dio e dell'uomo fin dall'inizio, ha compiuto e continua a compiere in forma sottile e untuosa.Il Geloso in fin dei conti è un narcisista che fa ruotare tutto attorno a sé e ai suoi fantasmi, tende ad essere falso, untuoso, manipolatorio, mormoratore, incapace di gratuità e di collaborazione.
Gelosia e invidia
Sebbene la Gelosia si distingua per natura dall'invidia essa però porta la stessa matrice ferita. La Gelosia non sopporta la separazione dall'altro; l'invidia non sopporta l'essere dell'altro. Tale distinzione pur necessaria logicamente è in realtà puramente discorsiva poiché sia l'Invidia che la Gelosia nascono (psicologicamente) da una poca stima di sé e da un residuo infantile della vita affettiva, pertanto spesso si uniscono in maniera tale che è difficile dire dove finisce l'una ed inizia l'altra! Entrambe nascono però dalla stessa nevrosi affettiva e di identità. Spesso dietro entrambe c'è un chiara confusione vocazionale; vocazione al sé e vocazione specifica; a volte si colora anche di vocazione profetica e di devozione.. ma è una colorazione puramente fittizia perché non è generata da un dono e una chiamata ma da una ferita interiore costantemente auto-alimentata.
La protezione necessaria
Per amore di sé e dell'altro è necessario proteggersi dal Geloso con amore e con fermezza. Questo si può fare solo se si ha fatto i conti con la propria immaturità e il proprio grado di Gelosia. Di solito alcuni criteri personali sono la Direzione Spirituale, la Desatellizzazione, il conoscersi, la relazione libera e liberante con gli altri, l'evitare la spiritualizzazione (qui si potrebbero citare vari esempi di impegno per la riuscita di sé e non per il servizio.. i musi.. sminuire l'altro.. uccidere con la mormorazione..)Se si è fatto un buon cammino sulle proprie ferite si può aiutare l'altro innanzitutto con la presenza empatica e poi qualora ne si ha la possibilità con atteggiamento specialistico. Tutti siamo in cammino e tutti abbiamo bisogno a questo livello di guarigione. "Divenire indipendenti non significa fare a meno degli altri, ma saper fare a meno del bisogno degli altri" suggerisce Valerio Albisetti. Se rimani dipendente da qualcuno generi Gelosia in te e in lui/lei. Devi insegnare a te stesso e al partner geloso a trattarti come vorresti essere trattato; guadagnare giustamente i tuoi spazi.
Parla con ognuna delle persone verso le quali ti senti dipendente. |
Di' loro che d'ora in avanti deciderai autonomamente, pur nel rispetto della situazione. |
Se puoi, smetti di frequentare le persone da cui dipendi. |
Insisti sulla tua indipendenza economica, senza timore. |
Accetta pure il compromesso, ma mai se ciò ti fa perdere la tua indipendenza. |
Spiega pure verbalmente perché fai una cosa, soprattutto quando ti senti in obbligo di farla. |
Deciditi anche a dire di no; saper dire di no talvolta è il gesto di amore più grande.. è un profondo sì alla vita, al rispetto, all'altro e a se stessi. "Se il tuo partner desidera andare in un posto diverso da quello scelto da te, permettiglielo. Ricordati che si può sempre cambiare. Se ti accorgi di essere sottomesso, dipendente, puoi smettere di esserlo." |
Imparare a conoscere te stesso.
Impara a stimarti e a conservare la tua dignità. Convinciti che siamo tutti simili, pur essendo unici e irripetibili. Rischia, anche a costo di sbagliare. E' sempre più vitale che non far e nulla e diventare cooperatori della nevrosi.
Amore non significa Gelosia
La Gelosia uccide la libertà della persona. La Gelosia dà sofferenza, l'amore dà libertà, salute psichica e spirituale. Chi crede che se prova Gelosia ama. È nel torto. L'amore è rispetto per l'altro, per le sue scelte, qualunque esse siano. Il geloso non dà mai, pretende soltanto, anche quando sembra che dona. La Gelosia è una malattia, e come tale deve essere curata. Il Geloso dice "mio", il maturo dice "tu". Amare significa capacità di trascendenza, Gelosia significa incatenarsi ed incatenare.L'Amore porta alla ricerca del bello e del vero; la Gelosia vive di dipendenze, nostalgie e di ricordi; alimenta e genera fantasmi; spiritualizza i difetti e non li chiama per nome. Così facendo l'uomo veramente uccide pian piano il divino che c'è in sé e tende a soffocare ed obnubilare il divino che c'è nell'altro. L'amore invece promuove il vero sé ed il divino dell'altro. Gli sollecita e gli ricorda la nostalgia di Dio; sempre!
La risposta Biblica
Come già accennato in questo itinerario discorsivo, la Parola di Dio e l'esperienza della Chiesa offrono un aiuto al dominare e guarire la piaga della Gelosia. La religione si distingue dalla fede anche da questo: la dove la religione, figlia della gelosia e dell'invidia diventa fondamentalismo produce morte. La fede produce libertà dentro e fuori di noi, quella libertà dei figli di Dio a cui Cristo ci chiama... ciascuno ha dunque per spinta dello Spirito di Cristo una chiamata alla libertà (Gv. 8,32; Gal. 5,13). La chiamata alla libertà nasce innanzitutto dal chiamare le cose con il proprio nome, dal guardarsi dentro (cit Davide, 2Sam 12,13ss) senza mai barare con se stessi. Terminologicamente la radice di Gelosia viene da dal Greco Zelous e nella Bibbia ha una valenza sostanzialmente positiva di interesse e affezione di Dio per l'uomo e dell'uomo per Dio; il termine in sostanza, eccetto alcuni casi, investe la positività del termine e non la sua accezione patologica.Guardiamo alcuni brani salienti della Bibbia che trattano la Gelosia. Nel libro della Genesi leggiamo
"Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». Gn4, 3ss
L'equivalente opposto dello Zelo per Dio e per le "cose di Dio" è l'ira che Caino prova che ne causa l'abbattimento del volto (cioè una mancanza di autostima) e l'inizio della Gelosia-invidia verso Abele il fratello. Dio lo mette in guardia nel non ascoltare questa pulsione dannosa perché essa porta all'omicidio. Sarebbe interessante indagare se l'offerta di Caino non era stata accolta perché già viziata in sé e non animata da Zelo ma piuttosto da tornaconto affettivo, oppure se Caino ha invece avuto la percezione che questa offerta non fosse gradita a Dio proprio perché il suo cuore era già roso dalla Gelosia. Sicuramente pur mantenendo per buona la prima spiegazione possiamo anche sostenere la seconda ipotesi esegetica, grazie anche a ciò che Dio dice: "ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta.. ma tu dominalo": la gelosia infatti crea distorsione del percepito reale, perché essendo una bramosia, un "buco nero", non è mai sazia. Quello che non fa Caino è ascoltare fiducioso ciò che Dio gli dice, non vuole cambiare e tale "sclerocardia" consumerà la sua passione gelosa in omicidio con le conseguenze scomunicatorie che conosciamo. Infatti la gelosia, non da un punto di vista formale ma sostanziale, spezza la comunione; l'unione con se stessi con Dio e con la comunità. Questo è fondamentale.. è il geloso che alimenta la sua frattura con ciò che lo guarirebbe, cioè il "noi", la comunione; è il geloso, in definitiva, che si auto-scomunica. Egli è fonte del suo stesso malanno e della sua fuga dalla guarigione. Anche Dio è geloso ma vediamone il contesto;
"Osserva dunque ciò che io oggi ti comando. Ecco io scaccerò davanti a te l'Amorreo, il Cananeo, l'Hittita, il Perizzita, l'Eveo e il Gebuseo. Guardati bene dal far alleanza con gli abitanti del paese nel quale stai per entrare, perché ciò non diventi una trappola in mezzo a te. Anzi distruggerete i loro altari, spezzerete le loro stele e taglierete i loro pali sacri. Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso. Non fare alleanza con gli abitanti di quel paese, altrimenti, quando si prostituiranno ai loro dei e faranno sacrifici ai loro dei, inviteranno anche te: tu allora mangeresti le loro vittime sacrificali. Non prendere per mogli dei tuoi figli le loro figlie, altrimenti, quando esse si prostituiranno ai loro dei, indurrebbero anche i tuoi figli a prostituirsi ai loro dei." Nell'estensione esplicatoria del primo comandamento Dio chiarisce il Suo rapporto con Israele e il rapporto che Israele è tenuto ad avere con Lui.
Ben sappiamo che il Cananeo, l'Hittita, ecc rappresentano, spiritualmente, solamente una realtà esterna quanto il "peccato accovacciato alla porta". La Gelosia di Dio è qui vista nella sua accezione positiva di Appartenenza. Il popolo appartiene a Dio e Dio appartiene al popolo, è un legame più profondo del sangue, sponsale, totale, è un'alleanza radicale. Anzi Dio stesso si fa chiamare "Geloso" cioè chiarisce se stesso come coLui che interiormente e nella Sua natura ha cura (nel senso più largo e totale della parola) del Suo popolo. Tale Appartenenza non può sussistere con i compromessi ("non potete servire Dio e mammona" dirà Gesù - Mt. 6,24), con il peccato. Con tutto ciò che rompe la relazione con Dio non ci può essere alleanza, neanche strumentale, neanche finale: qui il fine non giustifica i mezzi! Col peccato nessun accordo. Il compromesso porta a qualcosa che "inquina" dal di dentro il rapporto e l'identità di Israele.. quanto queste parole siano vere dal punto di vista etico possiamo immaginarlo. La passione di appartenenza gelosa di Dio illumina la nostra identità come cristiani ed illumina in modo particolare tutte le patologie che in quanto genitori possiamo vivere verso i nostri figli. La patologia della Gelosia si innesta proprio a questo livello con genitori ansiogeni, non presenti, cristiani di facciata, proprietari e non custodi del bene dei nostri figli. Genitori ricchi di connivenze e alleanze con il "Cananeo" che non aiutano il cammino di libertà in Cristo proprio perché essi non lo vivono, un pò per accidia, un pò per dissipazione. Rimane facile vivere due atteggiamenti entrambi dannosi; da una parte il lassismo e dall'altra il fondamentalismo da setta. Più difficile, molto più difficile ma più fecondo, per l'equilibrio psico-affettivo nostro e dei nostri figli, è il vivere nella "Gelosia" di Dio e maturare in questo libero "giogo" di Appartenenza.
Tu vieni e seguimi
Vediamo ora il comportamento di Pietro, primo degli apostoli e primo Papa. GV 21,20ss
"Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi".
Anche qui l'apostolo Pietro sembra mosso da una sottile gelosia nei confronti dell'apostolo Giovanni. Con l'imperativo "tu" e "seguimi" Gesù ribadisce amorevolmente due cose:
- l'importanza unica di Pietro
- carissimo Pietro, distraiti dalle tue zone oscure e fissa lo sguardo su di me e sui miei passi, "seguimi!"
Gesù dunque guarisce le zone "infantili e impaurite" di Pietro non solo rassicurandolo ma confermandolo sulla sequela; sulla sua unica sequela. Questo atteggiamento di Gesù è il correttivo per tutte le nostre invidie e le nostre gelosie. L'invidia e la gelosia ci fanno curvare il volto sui confronti e sulle nostre debolezze.. Gesù, come il Padre, ci rialza lo sguardo e ci orienta su ciò che essenziale: seguirLo! Sequela che non è formale, ma fisica, esistenziale, sostanziale. Una sequela di intimità e di compagnia, di sponsalità e di avventura di ogni battezzato e di ogni uomo. Questo atteggiamento la dice lunga su ogni pastorale vocazionale, sia essa alla vita coniugale come a quella di una vita "consacrata".. ogni stato di vita è chiamato a fissare lo sguardo su Gesù e a seguirlo.. dimenticando tutto il nostro lato oscuro, senza rimuoverlo, ma assumendolo verso ciò che è essenziale. Questo atteggiamento pedagogico è l'unico d'altronde veramente sanante anche nelle più profonde patologie della vita affettiva che, anche se è giusto che vengano anche trattate, talvolta, con i mezzi appropriati, si risolvono e si guariscono solo puntando lo sguardo su Gesù. L'invidia che a volte ci muove tra un gruppo di appartenenza ad un altro, tra un ordine religioso ed un altro, tra una congregazione ed un'altra non segue altro che queste dinamiche di povertà affettiva e di povertà spirituale. Potremmo addirittura dire, senza peccare di essere semplicistici, che al di la delle differenze e delle difficoltà teologiche tra le chiese cristiane sia sussistito anche un principio scandaloso di gelosia e di invidia.. probabilmente è mancato questo fissare e seguire lo sguardo di Cristo.La divisione tra noi cristiani è uno scandalo nel vero senso biblico della parola, è bene non dimenticarlo mai nel cammino di risoluzione ecumenica.Certo esistono problematiche teologiche sostanziali e problematiche pastorali su cui bisogna entrare in dialogo ma sicuramente le dinamiche psico-affettive inquinano il ragionare ed il ragionare bene nell'ottica di Cristo e della Sua Traditio.
"Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo". 2Cor 11,2
In S. Paolo Apostolo che scrive alla Comunità di Corinto si anima una Gelosia Divina, come lui la chiama, e cioè il desiderio forte di amare e di condurre nell'amore di Cristo. E' la gelosia di Dio che desidera che il Suo popolo sia unito intimamente al Suo Figlio diletto come una sposa. Questa parola forte e appassionata è indirizzata innanzi tutto alle nostre guide, i Vescovi ed i sacerdoti, e poi ad ogni fratello o sorella che ha un ministero di guida e custodia dei fratelli che gli sono affidati. Una Parola forte che non ha bisogno di commenti ma solo di un profondo esame di coscienza da parte di tutti noi. E' una parola però anche per i genitori che sono chiamati, nel ministero-mistero della paternità di Dio, a condurre i propri figli nella soave brezza della Gelosia-Appartenenza divina; anche qui ognuno di noi faccia il suo esame di coscienza. D'altronde chi prova gelosia divina e conduce a Cristo chi gli è affidato se prima non orientato a Gesù tutto se stesso? La Gelosia e l'invidia sono una nevrosi e nascono dal peccato originale per uscirne dobbiamo chiedere di uscire dai lacci del peccato e Gesu’ ci offre tale liberta’ vediamo come:
Camminando con Lui, nella verità di noi stessi ci fa assumere il bisogno senza esserne dipendenti.
|
Alcuni consigli pratici e utili
(liberamente ispirati dal
saggio sulla Gelosia di V. Albisetti) Se
ti senti imbarazzato nell'esprimere la tua opinione; se ti senti offeso da ciò
che gli altri dicono o pensano di te; se non riesci a vivere senza prendere
ordini; se non sei te stesso di fronte a una persona dominante; se menti
costantemente sul tuo operato affinché gli altri non si irritino; se subisci
passivamente invasioni nella tua privacy; se chiedi il permesso per fare
qualsiasi cosa; se cadi in depressione quando hai un insuccesso; se ti senti
sempre in obbligo verso qualcuno; se permetti che gli altri decidano per te; se
provi vergogna di te e dei tuoi familiari. Se fai tutto questo poni le
condizioni dell'invidia e della Gelosia perché sei oppresso dai tuoi fantasmi
infantili e pertanto non sei capace di gesti di amore maturo. Sappi però che
puoi guarire con la consapevolezza e con l'aiuto di un supporto di relazioni
mature che ti aiutano la corretta percezione di te stesso. Inoltre l'aiuto di
Dio, che solo conosce il cuore dell'uomo, può veramente liberarti da queste
catene infantili e narcisistiche. Non si deve dimenticare al propria dignità
morale. Non si deve accettare passivamente la vita con una persona gelosa. (Se
accetti ti suicidi). Né ci si deve illudere che tutto passerà senza alcun
intervento mirato. Purtroppo questo tipo di nevrosi non migliora con il passare
del tempo. Difficilmente un geloso, invecchiando, guarirà. Con molta
probabilità, invece, peggiorerà. Non
farti prendere dal panico e poniti delle mete che abbiano come scopo almeno la
salvaguardia della tua identità psichica e fisica. Ma non avere
fretta. Il credente ha una grande forza, la pazienza, a sa anche che una parte
di sé è eterna, e perciò non cerca su questa terra la felicità assoluta ma si
adopera con fiducia perché questa nel tempo si compia.
Evitare l'isolamento sociale : Frequenta amici, feste e locali pubblici. Ritagliati ogni giorno spazi di riposo, di silenzio, per esempio prolungando i momenti in cui sei solo, quando esci per far la spesa, quando torni dal lavoro o vai a far visita ai parenti. Leggi buoni libri, soprattutto libri utili e di facile lettura, semplici ma profondi, che abbiano contenuto, diano indicazioni pratiche e non annoino. Manifesta i tuoi sentimenti al partner. E' meglio sfogarsi che tener dentro, reprimere le proprie emozioni. Fa' attività fisica, ginnastica, moto, passeggiate. Evita le diatribe, il volere aver ragione a tutti i costi anche se l'hai realmente.Il problema non è tuo, ma del tuo partner. Non scontrarti frontalmente quando il tuo partner ti accusa, ma sii determinato, fiero nel difendere la tua dignità. Non ingannarlo, non dirgli bugie. Non raccontargli mai le esperienze avute con altre persone prima di incontrare lui/lei. Non te lo perdonerebbe mai.Se ti senti solo, scrivi i tuoi sfoghi, anche se non li leggerà nessuno. Vedrai che ti servirà.
Evitare l'isolamento sociale : Frequenta amici, feste e locali pubblici. Ritagliati ogni giorno spazi di riposo, di silenzio, per esempio prolungando i momenti in cui sei solo, quando esci per far la spesa, quando torni dal lavoro o vai a far visita ai parenti. Leggi buoni libri, soprattutto libri utili e di facile lettura, semplici ma profondi, che abbiano contenuto, diano indicazioni pratiche e non annoino. Manifesta i tuoi sentimenti al partner. E' meglio sfogarsi che tener dentro, reprimere le proprie emozioni. Fa' attività fisica, ginnastica, moto, passeggiate. Evita le diatribe, il volere aver ragione a tutti i costi anche se l'hai realmente.Il problema non è tuo, ma del tuo partner. Non scontrarti frontalmente quando il tuo partner ti accusa, ma sii determinato, fiero nel difendere la tua dignità. Non ingannarlo, non dirgli bugie. Non raccontargli mai le esperienze avute con altre persone prima di incontrare lui/lei. Non te lo perdonerebbe mai.Se ti senti solo, scrivi i tuoi sfoghi, anche se non li leggerà nessuno. Vedrai che ti servirà.
Se sei geloso
: Non devi giudicarti, ma analizzarti per capirti. Nel passato si torna sempre
per vivere meglio il presente. Non si deve mai andare nel passato per il
passato! Il trucco è prendere la vita come crescita, riconoscersi per
migliorare, senza farsi paralizzare quando si sbaglia. Nulla è perfetto e nulla
è totalmente sbagliato. Prendi in esame le scelte che hai operato nel corso
della vita. Pensa anche a quelle che potevi fare e non hai fatto. In fondo,
ciascuno è il risultato delle scelte che si sono fatte. Scoprire chi sei ti
aiuterà a capire perché ti sei intrappolato in quel tipo di nevrosi o in quel
senso di vuoto, di nullità, di insoddisfazione. Quindi interrogati sulle
ragioni per cui persisti in un atteggiamento distruttivo invece che eliminarlo.
Devi domandarti: che cosa ottengo con questo comportamento? Perché lo mantengo?
Perché persisto, se mi fa male? Le ragioni della nostra infelicità sono sempre,
o quasi, dentro di noi. Imparare a conoscerci è difficile, ma è una soluzione
radicale. Una volta che avremo imparato a conoscere le profondità della nostra
personalità, allora potremo anche cambiare le parti nevrotiche. La Gelosia inoltre manifesta il bisogno di
Dio. In fondo tale patologia se
correttamente affrontata può portare alla radice della propria domanda
affettiva e all'incontro vero con il Dio vivo. Ricordati della Direzione
Spirituale e di qualcuno "che altro da te", ti faccia da
specchio e ti aiuti a superare le tue nevrosi.
Come aiutare un
geloso: Premesso che nessuno può aiutare un geloso se questi
non vuole farsi aiutare, ecco alcune indicazioni utili. Non sollecitare il suo
senso di inferiorità. Usa sempre la massima sincerità. Aiutalo a conoscersi
profondamente. Non farlo vergognare del suo problema. Non ricattarlo
affettivamente. Non tradirlo, non porlo in situazioni di sospetto. Comunica
sempre con il partner geloso, esternandogli ogni problema. Fallo sentire sicuro
del legame che vi unisce. Sii premuroso nei suoi confronti. Infondigli fiducia.
Condividi i suoi problemi. Mostragli il tuo affetto in tutti i modi. Fallo
uscire, mettilo in contatto con la gente, fallo parlare, fallo comunicare,
leggere, accrescere la sua cultura. Non prenderlo mai in giro. Fa' in modo che
riesca a immedesimarsi in te. Amalo sinceramente. Amalo dicendo anche di no!
Evitare il silenzio,
in ogni modo : In genere il miglioramento non avviene
improvvisamente, ma per gradi. Spesso si è portati a eliminare la Gelosia
allontanandosi dalla persona in questione o svuotando il rapporto del suo
valore intrinseco. Cerca, invece, il dialogo, anche se ciò dovesse comportare
cose spiacevoli. Un rapporto silenzioso potrebbe far pensare che la Gelosia sia
superata. E' invece solo spostata, sotterrata. La comunicazione deve essere
chiara. Il geloso vive la realtà in bianco e nero. Difficilmente riesce a
mediare, a vivere le realtà complesse, ricche di problematiche, di sfumature,
di contraddizioni; preferisce parole comprensibili, immediate, semplici, non
soggette a fraintendimenti, a confusione. Molte volte la comunicazione verbale
può essere sostituita con successo da quella scritta. Anche qui sii
completamente sincero, a costo di essere spiacevole. Nel caso della
comunicazione verbale, all'inizio è consigliabile parlare di tutto, soprattutto
di cose generiche, neutrali, inoffensive, magari divertenti, ma non dei
problemi di Gelosia. Se per caso o inconsapevolmente si dovessero sfiorare
argomenti "pericolosi", è opportuno cambiare subito discorso.
Consigli utili per
dialogare: I due partner non esauriscano necessariamente tutto
ciò che devono o vogliono dirsi. Se l'argomento non è stato del tutto
approfondito, lo si potrà fare la volta successiva. Ci si metta d'accordo in
modo rigoroso per dialogare. Si decidano in anticipo l'ora, il luogo, la durata
e, possibilmente il tema del colloquio. L'ora deve essere scelta in un momento
di buona disponibilità da parte di entrambi. Il tempo a disposizione deve
essere sufficientemente lungo perché la comunicazione possa svolgersi
agevolmente (almeno quindici o venti minuti, ma non oltre i sessanta) e sarà
rispettato. Il luogo deve essere tranquillo, nessuno deve venire a disturbarvi.
Non tenete musica o alcunché in sottofondo: potrebbe disturbarvi. Deve esserci
la massima concentrazione. Ricordatevi che siete lì per portare il vostro
rapporto al massimo livello di comunicazione. Se, durante la giornata, dovesse
succedere qualcosa di controverso, non parlarne subito, ma inseriscilo nel
calendario degli incontri e ripromettiti di trattarlo in quelle occasioni. In
questo periodo in cui si tenta si superare il conflitti, si cercherà di evitare
situazioni che possano, in qualche modo, aggravare i problemi di comunicazione.
Non interrompere mai l'altro mentre sta
parlando. Se il partner dovesse avere una "chiusura" nel continuare a
parlare, prima di intraprendere un discorso gli si deve far presente come in
tal modo egli cerchi di scappare ancora una volta dalle sue responsabilità di
fronte al tentativo di superare il problema.Basta proporre, in genere, qualcosa
di divertente, di allegro, per ricreare un'atmosfera di collaborazione e di
armonia reciproca. E' preferibile, in queste occasioni, fare passeggiate o
intrattenersi con qualche occupazione concreta, aderente alla realtà, in modo
che le parole possano essere riferite a ciò che si sta facendo in quel momento.
A questo proposito sono da escludere giochi competitivi o che richiedano
aggressività verso il partner. Il tipo di comunicazione che, nei casi di forte Gelosia, ha ottenuto il maggior successo presenta i seguenti requisiti: semplicità, immediatezza, sincerità, autenticità, spontaneità.
Mai dire bugie, neanche per sbaglio. Mai avere paura della verità e delle parole. Infinitamente meglio parole dure o contrasti che silenzio. Segui seriamente questi consigli e proverai la soddisfazione di essere riuscito a mantenere la tua integrità psichica con persone gelose e, nello stesso tempo, di averle aiutate come mai avresti potuto fare. Buon lavoro.
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