mercoledì 6 marzo 2019

tempo di Quaresima


Inizia oggi  06.03.2018 il mercoledi’ delle ceneri  e segna il calcolo inverso alla Santa Pasqua.  
- 40 giorni ma
PERCHÉ LA QUARESIMA INIZIA COL MERCOLEDÌ DELLE CENERI
La celebrazione di oggi nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza: costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo.
Se ci pensiamo inizia con la cenere in testa  e termina col giorno della lavanda dei piedi (acqua sui piedi), una strada, apparentemente  poco meno di due metri  circa ,se consideriamo la lunghezza del corpo, ma in verità lunga e faticosa perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri.  In questo giorno la Chiesa prescrive il digiuno e l’astinenza dalle carni. Simbolicamente, le ceneri indicano la penitenza, richiamandoci  alla caducità della vita terrena e la necessità della conversione

Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima, il periodo che precede la Pasqua, ed è giorno di digiuno e astinenza dalle carni, astensione che la Chiesa richiede per tutti i venerdì dell’anno ma che negli ultimi decenni è stato ridotta ai soli venerdì di Quaresima. L’altro giorno di digiuno e astinenza è previsto il Venerdì Santo. 

«Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris», ovvero: «Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai». Queste parole compaiono in Genesi 3,19 allorché Dio, dopo il peccato originale, cacciando Adamo dal giardino dell’Eden lo condanna alla fatica del lavoro e alla morte: «Con il sudore della fronte mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!». Questa frase veniva recitata il giorno delle Ceneri quando il sacerdote imponeva le ceneri – ottenute bruciando i rami d’ulivo benedetti la domenica delle Palme dell’anno precedente – ai fedeli.
La celebrazione delle Ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo. Dal punto di vista liturgico, le ceneri possono essere imposte in tutte le celebrazioni eucaristiche del mercoledì ma, avvertono i liturgisti, è opportuno indicare una celebrazione comunitaria "privilegiata" nella quale sia posta ancor più in evidenza la dimensione ecclesiale del cammino di conversione che si sta iniziando.

Il digiuno è importante per tutte le religioni: i musulmani celebrano il mese di Ramadan, gli ebrei il kippur e i cristiani la Quaresima.
  
A differenza del Rito Romano, in quello ambrosiano non c’è il rito del Mercoledì delle Ceneri. «La tradizione ambrosiana non ha mai conosciuto questo giorno, ma ha sempre rigorosamente dato avvio al periodo quaresimale con la domenica che introduce la Quaresima, appunto, in capite quadragesimae», ha spiegato monsignor Claudio Magnoli, responsabile del Servizio per la Pastorale Liturgica della Diocesi.

La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri:

1. Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere" (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).

2. Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore" (Gdt 4,11).

Tratto da Famiglia Cristiana
Dopo la riforma liturgica, seguita al Concilio Vaticano II, la frase è stata mutata con la locuzione: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15) che esprime, oltre a quello penitenziale, l’aspetto positivo della Quaresima che è tempo di conversione, preghiera assidua e ritorno a Dio.

CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO

Non  sono due frasi  diverse e/o successive ,ma  ci riportano alla stessa azione col medesimo significato
Gesù iniziò la sua predicazione dicendo: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15). Con queste parole egli insegnava già la giustificazione mediante la fede. Prima di lui, convertirsi significava sempre “tornare indietro”; significava tornare all’alleanza violata, mediante una rinnovata osservanza della legge.
“Convertitevi a me, tornate indietro dal vostro cammino perverso”, diceva Dio nei profeti.
Convertirsi, conseguentemente, ha un significato principalmente ascetico, morale e penitenziale e si attua mutando condotta di vita.
La conversione è vista come condizione per la salvezza; il senso è: convertitevi e sarete salvi; convertitevi e la salvezza verrà a voi.
Questo è il significato predominante che la parola conversione ha sulle labbra stesse di Giovanni Battista. Ma sulla bocca di Gesù, questo significato morale passa in secondo piano, rispetto a un significato nuovo, finora sconosciuto. Anche in ciò si manifesta il salto epocale che si verifica tra la predicazione di Giovanni Battista e quella di Gesù.
Convertirsi non significa più tornare indietro, all’antica alleanza e all’osservanza della legge, ma significa fare un salto in avanti, entrare nella nuova alleanza, afferrare questo Regno che è apparso, entrarvi mediante la fede.
“Convertitevi e credete” non significa due cose diverse e successive, ma la stessa azione: convertitevi, cioè credete; convertitevi credendo! La prima conversione consiste nel credere.
Dio ha preso, lui, l’iniziativa della salvezza: ha fatto venire il suo Regno; l’uomo deve solo accogliere, nella fede, l’offerta di Dio e viverne, in seguito, le esigenze. È come di un re che apre la porta del suo palazzo, dove è apparecchiato un grande banchetto e, stando sull’uscio, invita tutti i passanti a entrare, dicendo: “Venite, tutto è pronto!”.
È l’appello che risuona in tutte le cosiddette parabole del Regno: l’ora tanto attesa è scoccata, prendete la decisione che salva, non lasciatevi sfuggire l’occasione!
Tratto da assisi ofm



                                                                                        

COME SI CALCOLANO I 40 GIORNI DELLA QUARESIMA?


L’attuale struttura dell’anno liturgico è il risultato di una progressiva evoluzione storica per poter celebrare e comunicare sempre la stessa fede secondo le esigenze pastorali di ogni epoca. Già nel IV secolo vi è una Quaresima di 40 giorni computati a ritroso a partire dal Venerdì Santo fino alla prima domenica di Quaresima. Persa l’unità dell’originario triduo pasquale (VI secolo), la Quaresima risultò di 42 giorni, comprendendo il Venerdì e il Sabato Santo. Gregorio Magno (+ 604) trovò scorretto considerare come penitenziali anche le sei domeniche (compresa quella delle Palme).
Pertanto per ottenere i 40 giorni (che senza le domeniche sarebbero diventati 36!) anticipò, per il rito romano, l’inizio della Quaresima al mercoledì (che diventerà “delle ceneri”). Attualmente la Quaresima termina prima della Messa nella Cena del Signore. Ma per ottenere il numero 40, escludendo le domeniche, bisogna, come al tempo di Gregorio Magno, conteggiare anche il triduo pasquale.
Tratto da  Famiglia Cristiana

Nessun commento: