Teniamo ad esprimere la nostra fede nel
sacramento del matrimonio: unione definitiva di un uomo e di una donna
battezzati nel Cristo; unione ordinata all'accoglienza e all'educazione dei
figli (cf. Gaudium et spes, n. 48).
Costatiamo che il sacramento del matrimonio
e una ricchezza per la stessa coppia, per la società e per la chiesa. Esso
comporta una maturazione sotto il segno della speranza per coloro che
desiderano rafforzare il loro amore nella stabilità e fedeltà, con l'aiuto di
Dio che benedice la loro unione. Tale realtà ridonda a beneficio anche di tutte
le altre coppie.
In molti paesi, i divorzi sono diventati una vera "piaga" sociale (cf. Gaudium et spes, n. 47). La statistica sta a indicare una continua crescita dei fallimenti anche tra coloro che sono uniti nel sacramento del matrimonio. Questo preoccupante fenomeno porta a considerare le sue numerose cause, fra le quali: il disinteresse dello stato circa la stabilità del matrimonio e della famiglia, una legislazione permissiva sul divorzio, l'influenza negativa dei mass-media e delle organizzazioni internazionali, l'insufficiente formazione cristiana dei fedeli.
In molti paesi, i divorzi sono diventati una vera "piaga" sociale (cf. Gaudium et spes, n. 47). La statistica sta a indicare una continua crescita dei fallimenti anche tra coloro che sono uniti nel sacramento del matrimonio. Questo preoccupante fenomeno porta a considerare le sue numerose cause, fra le quali: il disinteresse dello stato circa la stabilità del matrimonio e della famiglia, una legislazione permissiva sul divorzio, l'influenza negativa dei mass-media e delle organizzazioni internazionali, l'insufficiente formazione cristiana dei fedeli.
Questi "scacchi" sono una fonte
di sofferenza sia per gli uomini di oggi, sia soprattutto per coloro che vedono
svanire il progetto del loro amore coniugale.
La chiesa è quanto mai sensibile al dolore
dei suoi membri: essa, come si rallegra con quelli che sono nella gioia, così
piange con quelli che sono nel pianto (cf. Rm 12,15).
Come ha ben sottolineato il santo padre
nel discorso che ci ha rivolto durante i lavori dell'Assemblea plenaria:
"questi uomini e queste donne sappiano che la chiesa li ama, non è lontana
da loro e soffre della loro situazione. I divorziati risposati sono e rimangono
suoi membri, perché hanno ricevuto il battesimo e conservano la fede
cristiana" (n. 2).
I pastori, pertanto, si prendano cura di
coloro che subiscono le conseguenze del divorzio, soprattutto dei figli; si
preoccupino di tutti, e, sempre in armonia con la verità del matrimonio e della
famiglia, cerchino di lenire la ferita inflitta al segno dell'alleanza di
Cristo con la chiesa.
La chiesa cattolica, in pari tempo, non
può restare indifferente al moltiplicarsi di tali situazioni, ne arrendersi di
fronte a un costume, frutto di una mentalità che svaluta il matrimonio in
quanto impegno unico e indissolubile, come pure non può approvare tutto ciò che
attenta alla natura propria del matrimonio stesso.
La chiesa inoltre non si limita a
denunciare gli errori, ma, secondo la costante dottrina del suo magistero -
riaffermata specialmente nella Familiaris consortio (nn. 83 e 84) -,
vuole mettere in opera ogni mezzo affinché le comunità locali possano sostenere
le persone che vivono in condizioni del genere.
È per questo che noi, nella Plenaria del
Pontificio Consiglio per la famiglia, presentiamo le seguenti raccomandazioni
ai vescovi - quali moderatori della pastorale matrimoniale - e con loro alle
rispettive comunità. Esse potranno essere utili per concretizzare gli
orientamenti pastorali e per adeguarli alle situazioni particolari.
Invitiamo, inoltre, tutti i responsabili
nella chiesa a un particolare sforzo nei riguardi di coloro che vivono le
conseguenze delle ferite a causa del divorzio, tenendo presente:
-la solidarietà di tutta la comunità;
- l'importanza della virtù della
misericordia, che rispetta la verità del matrimonio;
- la fiducia nella legge di Dio e nelle
disposizioni della chiesa, che proteggono amorevolmente il matrimonio e la
famiglia;
- uno spirito animato dalla speranza.
Tale sforzo particolare suppone un'adeguata
formazione dei sacerdoti e dei laici impegnati nella pastorale familiare. Il
primo segno dell'amore della chiesa è di non lasciar cadere il silenzio su una
situazione così preoccupante (cf. Familiaris consortio, n. 84).
Per aiutare a riscoprire il significato
del matrimonio cristiano e della vita coniugale, proponiamo tre obiettivi e i
relativi mezzi pastorali.
Primo obiettivo: la fedeltà. Si sviluppino, da parte di
tutta la comunità cristiana, i mezzi per sostenere la fedeltà al sacramento del
matrimonio, con un costante impegno inteso a:
- curare la preparazione e la celebrazione
del sacramento del matrimonio;
- dare tutta la sua importanza alla
catechesi sul valore ed il significato dell'amore coniugale e familiare;
- accompagnare i focolari nella vita
quotidiana (pastorale familiare, ricorso alla vita sacramentale, educazione
cristiana dei bambini, movimenti familiari, ecc.);
- incoraggiare e aiutare i coniugi
separati o divorziati, che sono soli, a rimanere fedeli ai doveri del loro
matrimonio;
- preparare un direttorio dei vescovi
sulla pastorale familiare (cf. Familiaris consortio, n. 66), là dove
ancora non sia stato realizzato;
- curare la preparazione del clero e in particolare dei confessori, affinché formino le coscienze secondo le leggi di Dio e della chiesa sulla vita coniugale e familiare;
- curare la preparazione del clero e in particolare dei confessori, affinché formino le coscienze secondo le leggi di Dio e della chiesa sulla vita coniugale e familiare;
- promuovere la formazione dottrinale
degli operatori pastorali;
- incoraggiare la preghiera liturgica per
coloro che sono in difficoltà nel loro matrimonio;
- diffondere queste indicazioni pastorali
anche mediante delle "brochures" sulla situazione dei divorziati e
risposati.
Secondo obiettivo: sostegno alle famiglie in difficoltà. I
pastori devono esortare particolarmente i genitori, in virtù del sacramento del
matrimonio da essi ricevuto, affinché sostengano i figli sposati; i fratelli e
le sorelle, perché circondino le coppie con la loro fraternità; gli amici
perché aiutino i loro amici.
Inoltre, i figli dei separati e dei
divorziati hanno bisogno di una attenzione specifica, soprattutto nel contesto
della catechesi.
Si deve pure provvedere a una assistenza pastorale per coloro che si rivolgono o potrebbero rivolgersi al giudizio dei tribunali ecclesiastici. Conviene aiutarli a prendere in considerazione la possibile nullità del loro matrimonio.
Si deve pure provvedere a una assistenza pastorale per coloro che si rivolgono o potrebbero rivolgersi al giudizio dei tribunali ecclesiastici. Conviene aiutarli a prendere in considerazione la possibile nullità del loro matrimonio.
Non bisogna dimenticare che spesso le
difficoltà matrimoniali possono degenerare in dramma, se gli sposi non hanno la
volontà o la possibilità di confidarsi quanto prima, con una persona (sacerdote
o laico competente), per lasciarsi aiutare a superarle.
In ogni caso occorre fare del tutto per giungere ad una riconciliazione.
In ogni caso occorre fare del tutto per giungere ad una riconciliazione.
Terzo obiettivo: accompagnamento spirituale. Quando i
cristiani divorziati passano a una unione civile, la chiesa, fedele
all'insegnamento di nostro Signore (Mc 10,2-9) non può esprimere alcun segno,
pubblico o privato, che potrebbe apparire come una legittimazione della nuova
unione.
Spesso si constata che l'esperienza del
precedente fallimento può provare il bisogno della richiesta della misericordia
di Dio e della sua salvezza. È necessario che i risposati diano la priorità
alla regolarizzazione della loro situazione nella comunità ecclesiale visibile
e, spinti dal desiderio di rispondere all'amore di Dio, si dispongano a un
cammino destinato a far superare ogni disordine. La conversione, però, può e
deve cominciare senza indugio già nello stato esistenziale in cui ciascuno si
trova.
Suggerimenti pastorali. Testimone e
custode del segno matrimoniale, il vescovo - insieme ai sacerdoti suoi
collaboratori -, desideroso di condurre il suo popolo verso la salvezza e la
vera felicità, non mancherà di:
a) esprimere la fede della chiesa nel
sacramento del matrimonio e richiamare le direttive per una preparazione e una
celebrazione fruttuosa;
b) mostrare la sofferenza della chiesa
davanti ai fallimenti dei matrimoni e soprattutto davanti alle conseguenze per
i figli;
c) esortare e aiutare i divorziati,
rimasti soli, ad essere fedeli al sacramento del loro matrimonio (cf. Familiaris
consortio, 83);
d) invitare i divorziati coinvolti in una
nuova unione a:
- riconoscere la loro situazione
irregolare che comporta uno stato di peccato e a chiedere a Dio la grazia di
una vera conversione;
- osservare le esigenze elementari della giustizia verso il loro coniugo nel sacramento e i loro figli;
- osservare le esigenze elementari della giustizia verso il loro coniugo nel sacramento e i loro figli;
- prendere coscienza delle proprie
responsabilità in queste unioni;
- iniziare subito un cammino verso il
Cristo - che solo potrà mettere fine a tale situazione - : mediante un dialogo
di fede con il nuovo partner per un progresso comune verso la conversione,
richiesta dal battesimo, e soprattutto mediante la preghiera e la
partecipazione alle celebrazioni liturgiche, non dimenticando però che essi, in
quanto divorziati risposati, non possono ricevere i sacramenti della penitenza
e dell'eucaristia.
e) condurre la comunità cristiana a una
comprensione più approfondita dell'importanza della pietà eucaristica, come per
esempio: la visita al ss. sacramento, la comunione spirituale, l'adorazione del
santissimo;
f) far meditare sul senso del peccato,
portando i fedeli a comprendere meglio il sacramento della riconciliazione;
g) stimolare a una comprensione adeguata
della contrizione e del risanamento spirituale, che presuppone pure il perdono
degli altri, la riparazione e l'impegno effettivo al servizio del prossimo.
Tratto da Associazione cattolica Gesu' e Maria
Tratto da Associazione cattolica Gesu' e Maria
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